Capitolo 10- Il mistero si infittisce

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Capitolo 10
Il mistero si infittisce

Uscii da quella casa con ancora più domande che mi frullavano per la testa. Per quale assurdo motivo mia sorella avrebbe dovuto rubare del denaro a suo marito? Perché tenermi nascosta tutta questa storia? Credeva che anche io avrei giudicato le sue scelte come i nostri genitori? Chi poteva averle fatto del male? E perché?

JJ mi posò rapido una mano sul braccio. «Smettila di fasciarti la testa.» Mi brontolò a bassa voce mentre percorrevamo il vialetto a ritroso.

Lo guardai scocciata, alzando il mento per vederlo, data la differenza di altezza fra di noi. «Scusa se mi sembra tutto così assurdo!»

JJ sbuffò, scosse la testa e sul suo volto comparì un sorriso tirato. «Cosa ti sembra assurdo? Il fatto che tua sorella si sia cacciata nei guai o che non sapessi niente di questo Oliver?»

Mi stava forse prendendo in giro? Probabile.

Sospirai, alzai gli occhi al cielo completamente scocciata dal suo modo di comportarsi. Stavo già passando un momentaccio, non avevo di certo bisogno del suo caratteraccio. «Non ti è mai successo di fidarti completamente di una persona e rimanerci fregato?»

JJ dovette pensare a un episodio in particolare perché si rabbuiò, smise di prendermi in giro e posò i suoi occhi sulla strada da cui eravamo venuti. «Dove sono gli altri?»

Anch'io aguzzai la vista, girandomi per cercarli con lo sguardo, ma non c'era nessuno per quella strada. «Prova a chiamarli al telefono.» Suggerii, mentre lui stava già componendo il numero.

«È proprio quello che stavo facendo.» Rispose sgarbato, facendomi sbuffare per il suo modo di fare. Quella sera era veramente intrattabile.

Lo vidi parlare al telefono con qualcuno, dopodiché, dopo aver buttato giù la chiamata, mi riferì che i tre erano andati in paese alla festa, dove speravano di poter domandare a qualcuno di Mary.

Ci incamminammo anche noi verso il centro del paese, dove vi sentiva un grande schiamazzo e molta musica. Io non ero proprio in vena di fare festa, ma dovetti ammettere che era bello vedere le persone ridere e scherzare tra di loro, ballare e cantare, mangiare e bere. C'era un generale clima di festa che mi avrebbe fatta sorridere in altri contesti e che avrei apprezzato se fossi stata con la giusta compagnia.

«A che pensi?» Mi domandò a un certo punto JJ senza, però, mai rivolgermi lo sguardo.

Sembrava essere frenato nei miei confronti e per questo non compresi il motivo per cui aveva deciso di accompagnarmi dentro casa di Oliver.

«Che a Mary sarebbe piaciuta una festa del genere.» Era vero, mia sorella era molto propensa alle feste e anche allo stare in compagnia di grandi e piccini perciò le feste di paese le erano sempre piaciute molto. «Le piaceva stare in mezzo alla gente.»

JJ sorrise tirato. «Chissà perché, ma me lo aspettavo.»

Un sorriso spontaneo nacque anche sul mio viso. Camminavamo lentamente, ma nessuno dei due pareva farlo apposta. Semplicemente eravamo stanchi, era stata lunga giornata, quella.

«Pensi che Oliver sia stato sincero?» Domandò JJ a un certo punto.

Aggrottai la fronte, mi massaggiai la guancia nervosamente. «Non saprei, qualcosa sicuramente sta nascondendo, ma la storia del matrimonio mi sembra vera.»

«Pensi davvero che tua sorella potesse mentire a tal punto ai tuoi genitori?» Continuò JJ assottigliando lo sguardo come se volesse sfidarmi.

«Cosa stai insinuando?» Ero calma, non avevo le forze di ribattere né di litigare perciò la mia domanda suonò quasi come un lamento.

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