Pretty In Red

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Lui, Draco Malfoy, era fantastico.

E pensare che era stato in grado di ingannare l'intero Ministero, no, l'intera comunità magica londinese, facendogli credere di essersi innamorato di una tale arpia, una bisbetica strega.

La cosa dava sicuramente credito delle sue capacità recitative e delle sue magnificenti abilità comunicative.

E se lei non avesse più voluto vedere la sua biblioteca?
A lui non importava.

Significava che non si sarebbe più intrufolata a casa sua a tarda notte, affogata nel gin, con il suo profumo di lime e limone, le sue calde curve che riusciva ad avvolgere con un solo braccio e i suoi ricci color cioccolato.

Lui aveva bisogno del suo sonno di bellezza, comunque, e non di prendersi cura di una Granger ubriaca che si aggirava per la sua antica biblioteca fino alle prime ore del mattino.

La cosa non lo sfiorava minimamente.

Avrebbe lasciato che il giudizio della grifona gli scivolasse addosso come un'onda sulla riva del mare.
Poteva gestire un po' di negatività, soprattutto se proveniva da qualcuno la cui opinione non aveva per lui alcuna valenza.

Bastava guardare i suoi vestiti per capire che Hermione Granger non avesse il benché minimo senso del gusto.

Viveva in capi a collo alto e gonne che sapevano di negozio di seconda mano, e continuava ad indossare il rosso.

Rosso.

Rosso era il colore del segnale babbano di stop, della liquirizia alla fragola, dei capelli di Ronald Weasley e tante altre cose che trovava disgustose ed eccessivamente rumorose.

Il colore dell'acceso maglione scarlatto che indossava, che si rigirava intorno alla sua gola in un modo così accademico  e pretenzioso da fargli venir voglia di strapparglielo di dosso.

Udí il rumore di piccoli passi alle sue spalle.

"Draco!"

Continuò a camminare. Aveva dei posti in cui andare, cose da fare. Era un uomo impegnato dopotutto, e non aveva più tempo da perdere dietro alla Granger e ai suoi ridicoli piani.

Il rumore di passi alle sue spalle aumentò.

Stava correndo?

Uno sguardo con la coda dell'occhio gli diede la conferma che Hermione Granger lo stava inseguendo, a piedi scalzi, lungo il corridoio del ministero.

Svoltò velocemente per un angolo a caso, ed udí uno squittio e dei piedi slittare sul pavimento lucido, notoriamente scivoloso.

Sussultò quando udí l'urto. Ovviamente Hermione aveva colpito il muro pur di assecondare la sua ossessione di avere sempre l'ultima parola.

Provò pietà per lei e rallentò il passo.
Dopotutto era un uomo generoso.
Lei si spinse in avanti e finalmente lo raggiunse.
"Io ho fatto"- disse, in un tono leggermente seccato e senza fiato, mentre correva lentamente accanto a lui- "tanto lavoro quanto-".

La guardò dall'alto in basso, prima di fare saettare gli occhi intorno al corridoio deserto in cui si trovavano. "Silenzio adesso, mia cara" disse, mettendo un po' troppa efansi sul vezzeggiativo "non vorrai far saltare la nostra copertura e costringermi a rimediare ai tuoi danni".

Accellerò un'altra volta il passo, intento a lasciarla nella scia del suo disprezzo, castigata e senza parole di fronte alle sue risposte taglienti.

Era stanco di giocare a questo stupido gioco con lei.

Al diavolo il The Social Snitchers. Non gli importava se tutto il mondo sapesse che era single. L'importante era che non dovesse più perdere neanche un secondo della sua vita ad assecondare le assurde idee di Hermione Jean Granger.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 10, 2021 ⏰

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