Capitolo 3

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Camminiamo dirigendoci verso casa mia. Penso a quello che è successo nel bosco. Mi sento veramente stupida adesso, ma è tutto giustificato. Un attacco di panico. Non è la prima volta che mi succede, ma non voglio che si ripeta. Avevo ragione quando ho detto che il passato non ci avrebbe mai abbandonato, ma non ho mai detto che noi non potevamo abbandonarlo. Quindi ritorno alla realtà, giusto in tempo per sentire Peeta dirmi qualcosa:

-Non devi sentirti imbarazzata o stupida o qualcosa del genere. Non devi neanche pensarci.

Ma mi legge nel pensiero?

-Come...cosa...?- balbetto sorpresa dalle sue parole.

-Ti conosco Katniss, lo so a cosa stavi pensando. E non devi pensarci.- dice con tono molto dolce.

-Ci proverò...

-Perfetto... Ah, comunque mi ero scordato di dirti una cosa...- dice lasciando la frase in sospeso.

-Cosa?- gli chiedo dopo cinque secondi di silenzio assoluto.

-Ti amo.

Quelle parole mi prendono alla sprovvista perché è ancora strano sentirselo dire, ma è quello che provo anch'io.

-Anche io.

Nel frattempo siamo arrivati di fronte a casa mia, silenziosa e buia. Apro la porta e dopo aver sbattuto un po' i piedi a terra per togliere il fango dalle scarpe, entro e me le tolgo, per poi mettermi le ciabatte. Altrettanto fa Peeta. Poggio la sacca con i conigli sullo spazioso tavolo della cucina e mi metto all'opera.

-Posso fare anch'io qualcosa? Tipo il pane o dei biscotti?- mi chiede Peeta

-Certo, magari sia pane che biscotti. Sai, ho un certo languorino.- rispondo ridendo piano.

Lui ride, poi dice:

-Ah, beh, allora cercherò di non bruciarli.

Non so cosa intenda: è un'affermazione puramente casuale oppure è un riferimento implicito a quel giorno? Quel giorno. Quando bruciò il pane apposta per darmelo. Quando la madre lo picchiò e gli disse di darlo ai maiali. Quando mi trovò fuori sotto la pioggia. Quando me lo lanciò. E io lo presi, avida e affamata, povera com'ero. Mi risveglio dal flashback, perché Peeta sta parlando:

-Katniss ci sei? Mi hai sentito?

Scuoto la testa.

-Uhm, a giudicare dalla tua espressione, credo di averti ricordato quel giorno... Comunque ti ho chiesto se vorresti il pane e i biscotti con qualche ingrediente particolare o li vorresti semplici.

Ci penso su e poi gli dico:

-Il pane magari semplice, i biscotti con delle gocce di cioccolato...grazie...

-Ok.

Mi stringe un attimo una mano e poi si mette all'opera. Io torno sul mio coniglio. Ho già tolto la pelle, ora devo dividere i pezzi e scartare quelli poco gradevoli, come la testa. Peeta intanto prende gli ingredienti un po' soprappensiero: farina, acqua, lievito, sale, zucchero, burro, uova e aromi vari. Lo guardo prendere due ciotole, preparare gli impasti con mani esperte. L'acquolina in bocca non tarda ad arrivare.

-Mamma mia, sembrano deliziosi.- dico con la pancia desiderosa di mangiare.

Peeta ride per poi dire ironicamente:

-Anche il tuo coniglio è molto affascinante...

Io guardo il mio coniglio: non lo avevo ancora messo nel forno, dovevo metterci ancora le spezie.

-Ah ah ah. Spiritoso. Pensa a te.- gli dico e poi gli faccio una linguaccia amichevole

Lui scoppia a ridere. Adoro la sua risata. Torno sul mio coniglio e lo ricopro con spezie varie, come rosmarino e pepe. Infine lo metto nel forno, proprio mentre Peeta inforna il pane e i biscotti nell'altro forno. Non vedo l'ora di mangiarli. Poi mi viene in mente che non ho fatto nulla da accostare al coniglio.

-Peeta, senti, ti andrebbero un po' di patate con il coniglio?- gli chiedo.

-Si, vanno bene.- risponde lui.

-Perfetto. Allora tu intanto apparecchia.

Lo vedo annuire e andare verso la credenza. Intanto prendo quattro patate dal sacco accanto al frigorifero e comincio a sbucciarle velocemente, poi le lavo e infine le taglio a quadretti, da mettere a lessare in acqua. Finito tutto guardo l'ora per sapere quando sono pronte e mi accascio su una sedia. Vedo Peeta fare altrettanto.

-Come va? Stai meglio?- mi chiede con dolcezza.

-Si. Si, tutto a posto.- rispondo convinta.

-Sono contento.- ribatte lui.

Un'ora dopo tutto è pronto. Modestia a parte, il mio coniglio è fantastico, proprio come le patate. Il pane di Peeta è altrettanto delizioso, e i biscotti, anche se non li ho ancora toccati, sembrano anche meglio. Finita la cena prendo il vassoio con i biscotti e invito Peeta a sedersi insieme a me sul divano per mangiarli. Lui viene e cominciamo a chiacchierare piacevolmente, finché mi accorgo che sono troppo stanca e ho le palpebre pesanti.

-Katniss, forse è meglio che vada, siamo stanchi entrambi.- mi dice

-Ok, buonanotte, ti voglio bene.- gli rispondo.

-Buonanotte, ti voglio bene anch'io.

E così esce. Vado in camera mia come uno zombie e mi metto il pigiama assonnata come non mai. Le mie palpebre si fanno di piombo e mi addormento. Spero vivamente di non fare un incubo, ma so che queste speranze non saranno esaudite.

✌️SPAZIO AUTRICE✌️
Ciaooo ho visto che qualcuno ha visualizzato la storia e anche gli altri capitoli, vi è piaciuta?!? Se si votate e commentate. Questo capitolo l'ho fatto un po' lungo, spero che vi piaccia. Chissà che incubo farà Katniss... Alla prossima (cioè al più presto😉)
Un abbraccio,
Emily😘

Sembrava tutto finito, ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora