Capitolo 10

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Vorrei dire che la mia bocca non è spalancata come una finestra. Vorrei dire che i miei occhi non sono aperti come se vedessero un mostro. Vorrei dire che il piatto che avevo in mano non mi è caduto. Vorrei dire che non si è frantumato in mille pezzettini. Eppure devo dire la verità. Tutte queste cose stanno succedendo davvero. E lui è qui. Quello che ha ucciso la mia paperella, la mia Prim, e tanti altri bambini innocenti e tanti dottori, con quegli stupidi piccoli paracadute argentati. Quei paracadute che aveva costruito lui. E non mi importa che non sapesse quale fosse lo scopo. La colpa è sua. La colpa dei miei incubi, del mio dolore è sua. Sono così arrabbiata, ma anche così triste.

-Vattene fuori da casa mia.- gli ordino a denti stretti e indicando la porta. Lui rimane ferito negli occhi, ma non mi importa. Spero che soffra, tanto non è nulla in confronto a quello che sopporto ogni giorno io.

-No.- replica però deciso.

-Ho detto di andartene via da casa mia!- urlo arrabbiata come mai in vita mia. Non batte ciglio. Vuole che gli tiri qualcosa addosso per incitarlo?

-No, devi ascoltarmi.- replica sempre deciso. Si avvicina a me e io mi allontano.

-Io non sapevo che li avrebbero usati in quel modo. Li avevo costruiti pensando che li mandassero contro Snow e i Pacificatori, ma non sapevo i piani della Coin, te lo giuro. Guardami.- dice. Alzo lo sguardo. Sembra veramente dispiaciuto, ma non mi interessa.

-Vediamola così: mettiamo che tu sia nella mia stessa situazione: padre morto, madre assente per il dolore della morte del marito e un unico fratello, diciamo al maschile, magari è meglio. Diciamo che questo fratello è come il tuo piccolo tesoro, la tua salvezza, il tuo sole privato e io lo uccido con dei paracadute-bomba che non sapevo sarebbero stati usati contro di lui e altri bambini innocenti. Mettiamola così: tu che faresti?- aggiungo infine con un tono decisamente tagliente. Alzo di nuovo lo sguardo e lo incastro nei suoi occhi. Un'ombra di dubbio ci aleggia sopra, e meno male.

-Non... non lo so, sinceramente.- risponde dopo qualche minuto, rivolgendo gli occhi a qualcosa di più interessante come il pavimento.

-Te lo dico io? Mi manderesti a quel paese ogni volta che provassi a spiegarti quello che ho da dire. Proprio come faccio io ora.- ribatto sempre tagliente, con neanche una punta di rimorso. Il pavimento sembra ancora interessante ai suoi occhi.

-Sì, è vero.- dice infine alzando lo sguardo.

-Allora non venirmi a fare le prediche su quanto sono ingiusta a non perdonarti, perché tu non sei diverso da me e non puoi aspettarti qualcosa che neanche tu faresti. Ora esci fuori di qui, e di volata.- dico, lo sguardo gelido ma fermo. Sembra un cucciolo bastonato, ma ancora una volta non me ne importa niente. Sembra voler dire qualcosa, ma poi ci ripensa. Saggia idea. Sento la porta aprirsi. Peeta. Mi ero scordata di lui.

-Tesoro, sono...- la sua voce si interrompe vedendo l'ospite. Gale... il suo nome mi dà i brividi solo a pensarlo. Comunque, lui continua a far rimbalzare gli occhi da me a Peeta, visibilmente confuso.

-Voi vivete insieme?- ci chiede.

-Si e ci sposeremo tra un mese. Ora, come ti ho detto prima: esci da qui.- rispondo.

-Sono invitato?- continua lui senza fare neanche un passo.

-Sì, certo.- risponde Peeta al posto mio con un finto sorriso. Gale lo guarda male, poi guarda me ferito. Finalmente si muove verso la porta. Si ferma davanti all'ingresso, rimanendo però di spalle.

-Sai Katniss, spero davvero che mi perdonerai, perché sinceramente credo di meritarmelo.- dice e poi sbatte la porta. Nell'istante in cui esce scoppio a piangere come una disperata. Non so esattamente per quale motivo, so solo di averne voglia. Crollo a terra, ma Peeta mi sorregge e mi tranquillizza mentre mi porta al piano di sopra e mi fa sedere sul letto. Mi appoggio completamente a lui e gli inzuppo la maglietta di lacrime salate e amare.

-Ehi, amore, ci sono io ora, sono qui con te.- mi continua a dire accarezzandomi i capelli e la schiena, ma io non ce la faccio.

-Sono così... dannatamente... triste e... arrabbiata.- e qui vengo interrotta da un forte singhiozzo che mi scuote tutto il corpo, ma continuo imperterrita a parlare.

-Anche se lo... perdonassi... poi cosa succederebbe...? Non credo che riuscirei... mai... a trattarlo come lo trattavo prima...- mi sto calmando, ma non sto per niente bene. Mi viene da piangere e urlare allo stesso momento. Ma piango e basta. Piango perché non ho voce per urlare.

-Ti prego, non piangere. Vederti triste mi fa malissimo. Vorrei fare qualcosa per te, ma non so cosa.- mi dice a un certo punto Peeta, stringendomi forte tra le sue braccia.

-Potresti portarmi dei biscotti per favore?- chiedo smettendo di singhiozzare. Ha ragione, lo vedo che sentirmi piangere lo fa stare malissimo. Devo calmarmi per lui. Lo devo fare.

-Si, certo. Tu resta qui.- mi risponde dandomi un bacio sulla fronte. Chiudo gli occhi. Dove potrei andare?

Mi sveglio la mattina con Peeta che mi tiene tra le sue braccia. Sul comodino c'è il vassoio con i biscotti che gli avevo chiesto la sera prima, ma non mi ricordo di averne mangiato qualcuno. Devo essermi addormentata prima che tornasse dalla cucina. Sono esausta per il pianto e di certo non ho dormito bene con i soliti incubi che disturbano il mio sonno. Sbadiglio e mi stropiccio gli occhi. Sento Peeta respirare a fondo per poi aprire gli occhi.

-Buongiorno.- dice mezzo assonnato, ma pur sempre sorridendo. Amo questa cosa: anche se non sta bene, sorride. Sorride perché fa bene agli altri.

-Buongiorno.- ripeto e gli do un bacio leggero sulle labbra.

-Che bel buongiorno.- dice ridacchiando. -Stai meglio? Ieri quando sono tornato stavi già dormendo.- mi chiede poggiando le labbra sulla mia fronte.

-Sì, credo di sì.- è una risposta decisamente evasiva, ma cerco di sfoderare un buon sorriso. Sento bussare alla porta. Il mio sorriso sparisce. Se è un'altra sorpresa, credo che chiuderò la porta in faccia a chiunque sia.

-Vado io.- dice Peeta. Si alza e lo sento scendere le scale. Apre la porta.

-Dov'è Katniss? Dobbiamo cominciare a preparate tutto! Insomma è il matrimonio del secolo!- sento Effie. Mi sbatto una mano in fronte. Mi costringo ad alzarmi e a scendere al piano terra. Che tortura!

✌️SPAZIO AUTRICE✌️
Salve a tutti!!!! 1k di visualizzazioni!!! Vi adoro! (Ok, sto impazzendo per 1k quando c'è gente che impazzisce per 8k, ma dettagli!) Sono contentissimaaaa! Grazie mille! Comunque passando alle cose serie: qualcuno potrebbe dirmi nei commenti o nei messaggi, come vuole, come aggiungere il cast della storia? Più che altro non per questa, per quell'altra che sto scrivendo, visto che di questa immagino che tutti conoscano il cast.(#sispera) Ringrazio in anticipo e vi auguro una lieta e cioccolatosa buona Pasqua!!!
Un bacione,
Em😘

Sembrava tutto finito, ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora