Capitolo 6

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Per uscire decido di vestirmi con dei pantaloni scuri, un maglietta a maniche lunghe, gli scarponi e la giacca. Quella giacca. La giacca di mio padre, che ormai ha perso il suo profumo e ha acquisito il mio. Quanto mi manca. Mi viene in mente quella canzone che cantavamo sempre insieme. L'albero degli impiccati. Sembra triste, ma è piena di significato.

"Verrai, verrai,
all'albero verrai,
cui hanno appeso un uomo che tre ne uccise, o pare?
Strani eventi qui si son verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all'albero degli impiccati."

Riesco a canticchiare solo questa strofa, perché sento Peeta chiamarmi dal piano di sotto. Mi metto velocemente gli scarponi e scendo di fretta le scale. Purtroppo, inciampo nell'ultimo gradino e già mi immagino con il viso spalmato al suolo, ma sento subito delle forti braccia a prendere il mio peso.

-Ooops.- dico enfatizzando la o.

-Ooops.- ripete la sua voce. -Tutto a posto?- mi chiede con un ghigno divertito stampato in faccia.

-Si, si, ridi pure, ride bene chi ride ultimo!- dico non riuscendo a trattenere una risata. Le sue mani mi circondano il viso e poi mi bacia delicatamente, come se fossi un fiore pronto a perdere petali al primo soffio. Io ricambio. Voglio solo lui in quel momento. Infine ci stacchiamo.

-Andiamo?

-Si, andiamo.- mi risponde lui, con troppa ansia. Non capisco. Cosa gli è preso?

-Peeta, stai bene? Mi sembri un tantino agitato.- gli chiedo un po' preoccupata.

Sorride subito per cancellare ogni dubbio dal suo viso e mi stringe una mano.

-Si, si.- mi risponde, sempre con quel sorriso poco sincero.

-Mmh... Se lo dici tu...

Non sono per nulla convinta, ma lo trascino attraverso la porta e per gli scalini del portico. Ci dirigiamo lentamente verso la panetteria. Quella canzone mi ritorna in mente, così la riprendo dalla seconda strofa, canticchiandola nei miei pensieri e immaginandomi il viso di mio padre.

"Verrai, verrai,
all'albero verrai,
là dove il morto implorò l'amor suo di scappare?
Strani eventi qui si son verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all'albero degli impiccati.

Verrai, verrai,
all'albero verrai,
ove ti dissi "Corri, se ci vuoi liberare?"
Strani eventi qui si son verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all'albero degli impiccati."

-Katniss, è... quella... canzone?- mi chiede sempre agitato. Ma cos'ha? Decido di lasciarlo in pace e far finta di nulla. Se prima non ha voluto dirlo, perché adesso dovrebbe? E tra l'altro, ho canticchiato ad alta voce? Male. E perché non me ne sono accorta?

-C-cosa? S-stavo c-cantando a-ad alta v-voce?- chiedo balbettando incerta.

-Ehm, si, cantavi benissimo, come... beh, come quella volta.

Mi ricordo benissimo quella volta. Perfettamente. Quando lui mi sentì cantare mentre Beetee cercava disperatamente di entrare nel sistema di Capitol City. Quei suoi occhi disperati e ormai spenti erano stati attirati dalle immagini di me che cantavo. Mi salgono le lacrime agli occhi solo a pensarci. Peeta se ne accorge e mi abbraccia forte.

-Scusami, non volevo ricordartelo, scusami, scusami tanto. Dai siamo arrivati.- mi dice con voce triste.

Gli stringo forte la mano e ritiro le lacrime che fortunatamente ancora non sono scese. Alzo lo sguardo ed è vero, siamo davanti alla panetteria. Sembra messa piuttosto bene, nonostante sia passato poco tempo per ricostruirla. Peeta si avvicina e poi entra cautamente. Vedo gente uscire e entrare ovunque portando carriole piene di materiali. Io resto fuori a guardare tutto. Dopo cinque minuti Peeta torna fuori e parla:

-Dentro non sta ancora benissimo, ma in generale è fattibile. Credo che verrò qui ogni giorno a dare una mano per riaprire e aiutare tutti i lavoratori.

-Mi sembra una buona idea. Ora mi spieghi perché sei così agitato?- gli chiedo accigliata. Le mani gli tremano e sposta continuamente il peso da una gamba all'altra.

-Te lo dico, ma non qui, devi seguirmi.- mi dice e mi prende per mano. Io rafforzo la presa e lo seguo. Mi conduce fino al Prato, dove sono ricominciati a crescere dei denti di leone. Peeta ne raccoglie uno e me lo mette nei capelli, dietro l'orecchio. Gli prendo la mano e gli chiedo di nuovo di spiegarmi cosa succede. D'un tratto lui si inginocchia e comincia un discorso:

-Senti, so di averlo già fatto, ma allora non era del tutto vero. Io ti amo, ti amo moltissimo, più della mia stessa vita. Voglio vivere la mia vita con te, per sempre. Voglio avere una famiglia con te, per sempre. Voglio tornare a casa dopo una giornata di lavoro e trovarti davanti a me, ad attendermi. Katniss, mi concederesti l'onore di diventare mia moglie, di essere la signora Mellark, di tostare una fetta di pane, tu e io, la ragazza di fuoco e il ragazzo del pane, gli sventurati innamorati, per sempre?

Sono confusa, ma non ho dubbi. Certo che voglio stare con lui, certo che voglio avere una famiglia con lui, certo che voglio tostare una fetta di pane con lui, certo che voglio essere la signora Mellark.

-Si, si, certo che si!- gli salto addosso per abbracciarlo e baciarlo dappertutto, sulle labbra, sulla fronte, sulle guance, sul naso. Sento che la sua tensione è sparita. Ecco cosa mi nascondeva. Lacrime di gioia mi scendono giù per le guance. Non mi preoccupo di asciugarle.

✌️SPAZIO AUTRICE✌️
Ciaooooo ragazzuoli/e ecco un ultimo capitolo prima dell'ora della nanna🌌(ma cos...?😂). Spero vivamente che vi piaccia. VI RINGRAZIO INFINITAMENTE PER LE VISUALIZZAZIONI CHE AUMENTANO. Non sapete quanto vi adoro. Pensavo che sarebbero dovute passare settimane prima di arrivare ad almeno 100 visualizzazioni, invece... Beh, grazie!!! Come al solito, votate e commentate mi raccomandooooo, prima che impazzisca del tutto!!
Un bacione della buona notte,
Em😘🌌

Sembrava tutto finito, ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora