Capitolo 2

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Io e Peeta ci incamminiamo verso il bosco, tenendoci per mano, ma non proferiamo parola. Vorrei dire qualcosa, ma non so cosa. Il fatto è che tutte le cose a cui penso sono un tantino tristi, e non voglio deprimerlo. Quindi tengo la bocca chiusa e aspetto o che mi venga in mente un argomento decente o che un argomento lo tiri fuori lui.

Siamo quasi al confine tra il distretto e il bosco. Vedo le persone girare indaffarate qua e là, trasportando materiali da costruzione. Mi esce un sospiro di frustrazione. Sono circondata dal più grande esempio di ingiustizia di Capitol City. Sono state uccise moltissime persone, solo per rovinare me. Ci sono riusciti, ma per poco. Perché alla fine ne sono uscita più forte di prima.

A Peeta non è sfuggito il mio sospiro:

-Lo so, è ancora difficile da accettare, ma ci riprenderemo tutti. Dopotutto, dopo tanta sofferenza si può solo migliorare e forse avremo un po' di pace.

Annuisco e ripeto una sua parola, per poi aggiungerne altre:

-Forse... Ma non avremo mai una pace interiore... Lo sai benissimo che avremo degli incubi ogni notte... Oppure avremo delle specie di black out mentre facciamo qualcosa, pensando al passato... Peeta, il passato non ci abbandonerà mai...

-Anche i miei attacchi di panico non mancheranno, ma ci saremo sempre, l'uno per l'altra, a tranquillizzarci, a convincerci che è solo un brutto sogno... Ormai il passato è passato, il presente lo viviamo, ma il futuro, chi lo sa, dipende solo da noi e dal presente. E in questo momento io ti amo. E ti amo anche nei momenti a venire. E questi momenti a venire saranno il mio, il nostro futuro.

-Peeta, hai detto delle cose bellissime...

-Grazie, ma le penso davvero... Comunque, entriamo nel bosco?

-Ah, già, me ne ero dimenticata.

Rido leggermente e trascino Peeta fino al tronco cavo in cui nascondo le trappole, l'arco e le frecce. Sistemo le trappole, sperando in qualche coniglio sbadato. Poi afferro l'arco. Tra le mie mani lo sento pesante come il piombo, anche se so benissimo che non è così. Lo tengo con indecisione, che, come prima, non sfugge a Peeta.

-Se non te la senti non fa niente, ma...

-Ce la posso fare, non ti preoccupare.

Comincio a rafforzare la presa, fin quando le nocche non diventano bianche, ma poi cerco di rilassarmi.

-Ok, ricordati che ci sono io con te.- dice Peeta.

-Meno male.-rispondo io.

Lui mi sorride con uno di quei sorrisi bellissimi che tanto amo. Prendo le frecce e me le metto a tracolla sulla schiena. Dico a Peeta di seguirmi, facendo molto piano, nonostante la sua gamba artificiale.

Avvisto subito una cerva. Incocco velocemente una freccia, tendo la corda e miro. E aspetto. Aspetto il momento giusto. Come negli Hunger Games. Il mio respiro si fa subito accelerato e le mani mi tremano, facendo cadere l'arco e spaventando la cerva. Le gambe mi tremano a tal punto che cado al suolo e delle lacrime di disperazione sgorgano violente dai miei occhi. Peeta si avvicina e mi abbraccia sussurrandomi parole dolci e rassicuranti nell'orecchio.

-Ehi, ehi, tranquilla ci sono io qui. È tutto a posto, calmati. Possiamo affidarci alle trappole per stasera, non succede niente, ok? Adesso ti aiuto ad alzarti.

Annuisco e mi tengo stretta a lui, che nel frattempo mi aiuta ad alzarmi dal suolo e raccoglie l'arco. Mi sento veramente impotente, nonostante le sue parole rassicuranti. Mi dirigo verso le trappole, portando Peeta con me. In tutto ho preso quattro conigli. Fantastico. Li prendo e poi mi dirigo al tronco cavo per riporre arco e frecce all'interno. D'un tratto Peeta parla:

-Mi hai promesso un tramonto dall'arancione che tanto amo.

-Veramente lo hai proposto tu.- rispondo quasi ridendo.

-Ah, davvero? Fa lo stesso. Ci andiamo comunque, no?- mi chiede con finta ansia.

-Ma certo.

Così ci dirigiamo verso una piccola collina proprio mentre il sole comincia a incontrarsi con l'orizzonte. I colori del cielo diventano sempre più intensi, mano a mano che il sole si abbassa. L'arancione di Peeta si confonde con il giallo e il rosso, e anche un pizzico di rosa molto intenso. Sembra il paradiso.

-Quanto mi mancava.- dice a un tratto Peeta.

-Anche a me. Sottoterra fa un tantino buio.- ribatto ridendo.

-Adesso finalmente possiamo condividerlo di nuovo.- dice e mi bacia delicatamente. Io ricambio senza esitazioni.

Quando il bacio finisce dico di tornare a casa a preparare la cena e Peeta annuisce.

✌️SPAZIO AUTRICE✌️
Ecco il secondo capitolo, a distanza di un giorno. Non posso assicurare un capitolo al giorno perché è un po' impossibile data la scuola. Ma posso assicurarvi che lo farò ogni volta che posso. Vi prego votate e fate pubblicità se vi piace. A presto. Forse sempre oggi.😉

Sembrava tutto finito, ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora