Capitolo 15

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Quando torniamo a casa, ci sono ancora tutti che sistemano cose varie, però hanno quasi finito. Effie guida il lavoro, ma sembra quasi più esausta dell'intero gruppo che si sforza fisicamente.

-Effie dai fermatevi, continuiamo domani. Siete tutti esausti e sembra che tu stia per svenire.

-Ok, a domani tutti quanti. Ore 8.00 qui!- esclama prima di buttarsi di peso su una sedia. Vai a consolarla, mi dico.

-Allora, come va?- chiedo, mentre tutti vanno via e Peeta li saluta.

-Siamo abbastanza avanti con il lavoro, quindi non c'è problema, ma sono molto stanca.

-E si vede. Vuoi qualcosa di caldo?- propongo.

-Sì, grazie un po' di caffè.- accetta, così vado in cucina e preparo la macchinetta. In poco tempo ho delle tazzine per tutti e ci sediamo a berle.

-Grazie mille, Katniss.

-Di niente, è il minimo. Ti stai occupando così bene di questo matrimonio... Ti siamo infinitamente grati.- rispondo sorridendole.

-Oh, a me fa piacere, cara, solo che sono un po' stanca. Non ti devi preoccupare per me perché io lo faccio per voi. Ve lo meritate tutto.

-Grazie, Effie.

Finiamo di bere le nostre tazze di caffè silenziosamente e io comincio a pensare. Quanta gente vorrei che venisse al mio matrimonio e non può. E l'unica che vorrei che non venisse può. Maledetto... I miei pensieri vengono fortunatamente interrotti da Peeta, altrimenti chissà cosa avrei potuto dire a quella specie di verme che si fa chiamare... Gale.

-Tesoro, Effie sta andando.- mi informa sventolandomi una mano davanti al viso.

-Ah, davvero? Scusami, ero distratta... Be', ciao Effie. Grazie di tutto. Puoi stare a cena da noi se vuoi.- propongo, guardando l'orologio e notando che si è fatta ora di cena.

-No, cara, grazie comunque. Credo che andrò direttamente a dormire. Ci vediamo domani.

-Ciao, Effie.- la salutiamo in coro, guardandola uscire di casa accompagnata da Peeta fino alla porta.

-Be', qualcuno ha fame?- domando sorridendo.

Quella sera prepariamo insieme la cena e ci sediamo a tavola a mangiare, chiacchierando e ridendo come se non ci fosse mai successo nulla di male nella vita. Sarebbe bello.

I pochi giorni rimasti passano velocemente e mi ritrovo alla sera prima del matrimonio. Ho cenato, mi sono fatta una doccia rilassante e mi sono messa il pigiama. Sono seduta sul divano solo con mia madre. Peeta è stato praticamente ricacciato nella sua casa da Effie, che lo aveva agguantato per la collottola dandogli il tempo solo per darmi un bacio e sussurrarmi: -Ci vediamo davanti all'altare.

E ora ho sonno, ma non voglio dormire. Ho paura di fare un qualche orribile incubo, di quelli che potrebbero rovinarmi la bella giornata.

-Tesoro, io vado a dormire. Tu no?

-No, mamma. Non ho sonno.- le rispondo.

-Non è vero. Hai solo paura di non riuscire a dormire. Dai, dormiamo insieme, come quando eri piccola.- mi propone sorridendo e io, non riuscendo a dire di no, le prendo la mano che mi offre e la seguo fino in camera. Ci infiliamo nel letto e ci addormentiamo quasi subito.

Sono al Prato. Tutto è allestito per il matrimonio e anch'io sono vestita con un abito da sposa. Le panchine sono vuote, finché delle sagome scure non attraversano la navata e si siedono tenendosi tutte per mano, ignorando qualsiasi ostacolo. Mi ci vuole un po' per focalizzare e accorgermi che sono tutte persone che conosco, vestite per l'occasione.
-Ciao, Katniss.
Mi giro verso la persona che ha parlato e vedo Prim che sorride. Voglio andarle incontro, ma i miei piedi sembrano incollati al terreno, così ci rinuncio.
-Ciao, Katniss.
Un coro di "Ciao, Katniss" comincia a levarsi e ogni volta la persona che lo dice si illumina come se il sole ci splendesse sopra. Riconosco mio padre, Finnick, Rue, Madge e tanti altri che sono morti. Per me o a causa mia. Persone che conoscevo e mi erano care.
-Che ci fate qui?- chiedo con voce tremante, non rivolgendomi a nessuno in particolare.
-Siamo qui per te, Katniss.- risponde Finnick.
-Ma voi... voi dovreste... dovreste essere morti...
-Non siamo mai morti, tesoro. Siamo sempre stati nel tuo cuore. E ci saremo sempre, anche in questo giorno così speciale.- dice mio padre. Lo guardo e mi esce una lacrima solitaria. Sembra così vicino, così vero, eppure così incredibilmente lontano.
-Ci sarete anche domani?- domando, tirando su con il naso, incurante delle lacrime che scendono abbondanti sul mio viso.
-Ci saremo sempre.- risponde Prim, per poi diventare una nuvoletta di fumo biancastro e venire verso di me, dritta nel mio petto. Tutti la imitano e uno ad uno mi trapassano la pelle, andando a finire nel mio cuore che comincia a battere forte.
-Svegliati.- li sento sussurrare come se fossero un milione di voci.
-Svegliati, Katniss.

Sembrava tutto finito, ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora