Capitolo 7

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Sono in una foresta. Ma non in una di quelle che mi piacciono. Una di quelle tropicali, afose e umide che detesto per un motivo preciso. Mi sbaglio. No, io sono in un'arena. Nell'arena. Sono inginocchiata, con il viso bagnato dalle lacrime, la gola secca assetata, il corpo dolorante. Non capisco perché sto piangendo finché non vedo la scena che ho davanti. Peeta è steso a terra e Finnick lo sta rianimando. Ho una paura matta che non ce la faccia, ho paura di perderlo. Comincio a capire e scoppio a piangere e a urlare il suo nome. Cerco di tranquillizzarmi, ricordandomi che se la prima volta ce l'ha fatta, ce la può fare anche adesso. Ma Finnick lo lascia, abbandonando ogni speranza. Io mi avvicino al petto di Peeta. Immobile. Silenzioso...

Mi alzo di scatto. Ecco un altro incubo. Ecco quello che non volevo. Peeta è accanto a me. Sveglio anche lui.

-Che incubo hai fatto?- mi chiede con voce stranamente calma.

-Tu... Finnick... Arena... Cuore... Fermo.- gli dico balbettando, non riuscendo a formulare neanche mezza frase. Lui annuisce, sicuramente ha capito cosa ho sognato. Mi accoglie tra le sue braccia e io mi ci nascondo come una bambina spaventata che corre incontro al padre. Mi riaddormento, sperando di non fare un altro incubo.

Il mattino mi sveglio con il rumore di qualcuno che bussa alla porta. Apro gli occhi lentamente. Peeta non c'è. Sicuramente è già andato alla panetteria. I battiti alla porta cominciano a farsi più impazienti.

-Arrivo!- urlo. Mi metto ciabatte e vestaglia e scendo le scale. Apro la porta e...

-Ciao, Katniss!- Effie mi abbraccia con quella delicatezza tipica dei Capitolini, come se avessero paura di rovinarsi il vestito. Io ricambio con poca più forza.

-Ciao, Effie. Come stai?- le chiedo sinceramente felice di vederla. Per ora la mia vita sociale è stata: Peeta, abitanti del distretto 12, Peeta, abitanti del distretto 12. Mi mancava la sua stravaganza.

-Non c'è male. Invece tu? Ti trovo decisamente meglio rispetto a... prima.- dice sorridendo.

-Vieni dentro. Ti offro qualcosa e chiacchieriamo bene bene.- le propongo e le faccio un occhiolino. Lei annuisce entusiasta. Chiudo la porta.

-Accomodati, mentre preparo qualcosa puoi farmi qualche domanda e forse, se voglio, risponderò a tutte. Cosa ti andrebbe?- dico ridacchiando.

-No, carissima, hai capito proprio male. Tu mi racconterai ogni cosa a prescindere. Comunque va bene un caffè con qualche biscotto per accompagnare.- risponde lei. Non posso fare a meno di ridere. Mi guarda e poi ride leggermente anche lei. Comincio a preparare il caffè, mentre cerco i biscotti fatti ieri da Peeta. Vediamo se capirà da chi sono stati fatti.

-Allora. Innanzitutto. Come stai?- mi chiede comprensiva.

-Beh, di certo non bene. Continuo a fare incubi spaventosi. Continuo a pensare a tutto quello che è successo, facendo spuntare mano a mano dettagli mai notati.- rispondo continuando a preparare la colazione.

-Infatti. Hai delle occhiaie da spavento.- dice lei con una faccia leggermente inorridita. Tipico suo.

-Non è delle mie occhiaie che mi preoccupo, ma del mio stato mentale.- ribatto con un lieve sorriso.

-Ah, non ti preoccupare. Sono qui apposta.- scoppio a ridere. Servo la colazione e mi metto anch'io seduta. Effie prende un biscotto e lo morde. Vediamo se capisce che è di Peeta.

-Che biscotti deliziosi. Peeta sta bene?- mi chiede. Ha capito che sono suoi. E brava Effie.

-Beh, non benissimo, ma non c'è male. E poi...- vengo interrotta da una porta che si apre. Vedo Peeta entrare in cucina.

-Effie! Che bella sorpresa!- Peeta le va incontro e la abbraccia. Dopo un po' la lascia e si mette seduto vicino a me. Mi stringe forte una mano sorridendomi.

-E quindi voi... vivete insieme?- chiede Effie con un sorriso a 32 denti.

-Eh, già.- risponde Peeta sorridendo a sua volta. -Le ho chiesto di sposarmi.

Effie fa una faccia sbalordita e poi ci abbraccia con forza.

-Ah, ragazzi, che bella notizia! Dovremo organizzare tutto e... tra quanto vi sposerete?- chiede passando dall'entusiasmo all'agitazione.

-Pensavamo tra un mese circa.- rispondiamo all'unisono sorridendo.

-Un... un mese... circa?! Ma come faremo a... e poi tutti gli... e le decor... è impossibile!- dice con una voce acuta che spesso le avevo sentito. Mi picchio la fronte con una mano, cercando di reprimere quel senso di angoscia che Effie mi ha trasmesso.

-Effie, di certo non vogliamo qualcosa stile Capitol City. Sarà qualcosa di semplice e se vuoi aiutarmi a organizzare dovrai attenerti a questa condizione.- dico cercando di essere più gentile possibile, nonostante non possa fare a meno di essere scocciata dal suo nervosismo.

-Ok, ok... ora mi calmo.- dice respirando quasi regolarmente. -Bene, allora. Credo che date le circostanze io debba dirtelo...- mormora più a se stessa che a qualcun altro.

-Di cosa stai parlando?- chiedo confusa.

-Cinna.- trasalisco a quel nome. -Aveva preparato per te un bellissimo abito da sposa prima di morire, immaginando che forse saresti sopravvissuta e beh... l'aveva affidato a me.- dice con calma. Cinna aveva detto che avrebbe sempre scommesso su di me. E credo abbia vinto senza alcun dubbio.

-Ora dove sta?- chiedo emozionata. Peeta mi stringe una mano con dolcezza.

-È qui con me, nell'hovercraft con cui sono arrivata. Lo vuoi provare?- mi chiede sorridente.

-Sì.- dico convinta. -Sì, assolutamente sì.

✌️SPAZIO AUTRICE✌️
Potete tranquillamente ammazzarmi, scusate se è passato troppo tempo dall'ultimo aggiornamento. Cercherò di stare più attenta. Grazie mille per le visualizzazioni! Poi al solito commentate e votate e al prossimo capitolo!!
Un bacione,
Em😘

Sembrava tutto finito, ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora