Capitolo 17

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-Io...

Abbandonati al tuo cuore! Questa vocina ancora nella mia testa mi sta facendo impazzire. Faccio un bel respiro profondo mentre chiudo gli occhi e mi libero di tutti i pensieri per concentrarmi sui ricordi.

Gale c'è sempre stato, o almeno prima degli Hunger Games. Ha trascinato via Prim quando mi sono offerta volontaria. Ha salvato Peeta. Lo ha salvato per colpa mia. Lui c'è stato e mi ha aiutata. Ora voglio ricambiarlo o no?

Così faccio l'unica cosa giusta dopo tanto tempo: lo abbraccio, con gli occhi lucidi e le lacrime che minacciano di traboccare da un momento all'altro.

-Oh, grazie al cielo.- lo sento mormorare mentre anche lui mi abbraccia, anche se sembra sbalordito dalla mia decisione.

-Sì, okay. Però ora non devi approfittarne, mi raccomando. Al massimo potresti essere una specie di amico-fratello, niente di più, okay? Io amo mio marito e questa pace non significa che ti do un'opportunità in quel senso.- dico ferma quando lo mollo.

-Okay.- risponde sincero.

-Oh, ora è tutto perfetto. Però dovremmo scendere o gli altri si domanderanno che fine abbiamo fatto.- ci fa notare Peeta.

-Sì ed è anche grazie a te.- replico lasciandogli un bacio sulla bocca.

-Ti ho detto che era la cosa più giusta...

Gli do una spinta affettuosa mentre scendiamo le scale e lui la ricambia, anche se più delicatamente.

-Ecco gli sposi!- esclama Effie. -E il testimone.- aggiunge, come se Gale fosse il brutto anatroccolo della questione.

-Be', cosa aspettiamo a mangiare?- dice Peeta sorridente, seguito dai mormorii entusiasti di tutti.

A occuparsi del menù è stata completamente Effie. Le ho lasciato carta bianca su questo. E ora scopro che si è portata appresso un cuoco, che lei definisce ottimo, e una piccola squadra di camerieri gentili.
La prima pietanza è un antipasto leggero con salumi e formaggi prelibati con contorni di verdure.

Mentre gustiamo il cibo, sento qualcuno bussare. Tutti zittiscono, il che mi fa pensare di non essere stata l'unica a sentirlo.

-Ehm... Vado io.- mormoro alzandomi e lasciando la mano di Peeta che ho tenuto per tutto il tempo.

Mi dirigo verso l'ingresso e poi apro la porta, chiedendomi chi possa essere.

-È qui la festa?- dice l'uomo.

-Plutarch! Presidente Paylor!- esclamo sbalordita.

-Sì, Heavensbee, sembra proprio di sì.- replica lei.

-Sei stupenda, Katniss. Ci dispiace di non essere potuti venire prima per assistere alla cerimonia.- si scusa Plutarch.

-Non... Non fa niente. Entrate!- dico, cercando di trattenere la sorpresa.

-Grazie.

Entrano e io richiudo la porta, per poi seguirli mentre si dirigono verso i tavoli, dove vengono accolti da Peeta e gli altri invitati. Mi ricordo di averli invitati, ma visto che alla cerimonia non li ho visti, pensavo che non sarebbero venuti neanche dopo.
Troviamo facilmente un posto anche per loro e continuiamo a mangiare come se non fossimo mai stati interrotti.

È da tanto che non sono così felice; oggi invece sembra essere una giornata meravigliosa e cerco di non rovinarla con pensieri tristi. Tutti chiacchierano, tutti si congratulano, tutti fanno complimenti e io sono contenta di aver fatto pace con Gale. Mi sono alleggerita notevolmente di un peso che mi portavo dietro da tempo, troppo tempo. E ora sono contenta perché l'ho perdonato e ho tolto uno di quei tanti sensi di colpa che pesano irrimediabilmente come tanti macigni sulla mia coscienza.

Sembrava tutto finito, ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora