Capitolo 11

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Madison

Ma che diavolo...

Abbasso lo sguardo, notando ancora la presa salda di Tyler attorno al mio polso, cosa che mi scombussola parecchio.

Gli si vedono le vene sulle braccia e, siccome è proprio il suo braccio sinistro che mi tiene ferma, i miei occhi cadono nuovamente sui suoi tatuaggi, quei pochi che riesco a vedere: un serpente attorno al suo avambraccio, dove accanto noto anche un piccolo lucchetto chiuso.

Sollevo leggermente lo sguardo e riesco a vedere sul suo tricipite, appena sopra il gomito, due rose in posizione da formare una x, le quali al centro vengono infilzate da una spada. 

Rimango così affascinata che li vorrei vedere tutti, ma il resto è coperto dalla sua t-shirt nera. Anche se fosse, ora non mi sembra proprio il momento giusto. 

Ritorno a guardare il gruppo di ragazzi davanti a noi quando sento una risata di scherno uscire dalla bocca di Tyler.

«Tristan, non eri proprio tu che l'anno scorso hai fatto errori su errori per poi far perdere la partita ai Bruins al Homecoming? Non sapevi neanche le regole per giocare, vero? Non so come non ti abbiano ancora buttato fuori.» gli domanda e questo ragazzo sbianca all'istante. 

Riesco a sentire da qui che in questo momento vorrebbe sotterrarsi.
La sua espressione però, cambia subito.

«Cos'hai appena detto?!» esclama furioso, avanzando verso il ragazzo davanti a me con i pugni serrati e le nocche delle mani bianche.

Derek lo prende subito da dietro per il colletto della cannottiera e lo trascina verso di sè, facendolo ritornare al proprio posto.
«Cristo Derek, lasciami!» sbraita, ma lui lo ignora completamente, tenendolo ancora fermo.

«Ma hai sentito le voci che girano su di lui? È un buono a nulla ed è pure uno del primo anno! Andiamocene di qui, stiamo solo perdendo tempo.» interviene un altro ragazzo, ma il capitano si acciglia.

«Cosa stai insinuando? Quando sono diventato Quarterback dei Bruins, ero anch'io al primo anno.» gli risponde Derek e il ragazzo diventa rosso per l'imbarazzo, rendendosi conto della figura di merda che ha appena fatto.

«Comunque non è neanche detto che Johnson riesca ad entrare nella squadra e tantomeno a diventare il Quarterback, ragazzi. Perciò per che diavolo vi state lamentando?» dice ancora un po' infastidito e tutti restano in silenzio, senza sapere cosa dire.

Sono proprio tutti un ammasso di muscoli senza cervello, a parte Derek a quanto pare.

«Ritornando a te Tyler, ti vorrei e ti invito a venire alle selezioni; ci terrei molto. Ci vediamo in giro.» dice infine appoggiandogli una mano sulla spalla, e poi se ne va, seguito da tutti i ragazzi presenti della squadra.

Molto di loro lanciano delle occhiate minacciose a Tyler, Tristan più di tutti, ma lui sembra fregarsene completamente.
A volte vorrei riuscire ed essere anch'io così strafottente, forse sarebbe tutto più semplice.

Noto che alcuni di loro mi squadrano, dato che sono con lui. Sposto subito lo sguardo da un'altra parte e mi mordo il labbro inferiore, incominciando a sentirmi tremendamente a disagio sotto il loro sguardo minaccioso.

Quando lo risollevo, vedo che Tyler si è spostato accanto a me, coprendomi, mentre fulmina con il suo sguardo gelido i ragazzi che ci passano affianco.

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