Lui lavora. Io non vado in ambulatorio. Ci occupiamo di un caso dopo l’altro. Lui non dorme, e neanche io. Riesco a fare veloci sonnellini mentre lui si fa il bagno, o quando è occupato con qualcosa in cui io non posso essere d’aiuto.
Prendo da parte Lestrade, e spiego con calma la situazione. Sembra davvero atterrito, ma si ricompone velocemente. Gli prometto di informarlo appena la decisione sarà presa. Faccio lo stesso con Angelo. So che lui spargerà la notizia.
Sherlock è inflessibile riguardo al tenere all’oscuro Mrs. Hudson. Per una volta, sono d’accordo. Se glielo dicessimo, non riusciremmo a tenerla fuori dai piedi per due minuti. Aspetteremo finché non sarà più possibile rinviare.
Sarah mi fornisce le pillole. Due pillole, bianche e lisce. Le tengo addosso tutto il tempo. Non lascerò che lui le prenda senza il mio aiuto, altrimenti so che in un momento di frustrazione potrebbe dire “al diavolo”, ingoiarle in uno scatto di irritazione, e la sola idea di tornare dal negozio e trovarlo –no. Tengo le pillole sempre con me.
Per qualche giorno non sembra peggiorare. Poi, la smorfia di tensione che accompagna il mal di testa smette di scomparire quando prende gli antidolorifici che gli do. Ogni tanto inciampa, sempre più spesso. Sto al suo fianco quando siamo su una scena del crimine.
A una settimana dalla diagnosi, lo trovo che vomita in bagno. È pallido e sudato. Gli somministro della compazina e sembra sia d’aiuto.
Quel giorno ha il suo primo significativo episodio di afasia. È lì, pronto a spiegare la sua teoria, e improvvisamente le parole non escono dalla sua bocca. Vedo la sua mandibola muoversi, i suoi occhi, la sua mente pronta a mostrarci come tutti gli indizi combaciano, e le parole semplicemente non gli vengono. Mi cerca con gli occhi, l’ondata di panico appena visibile dietro il velo che cela sempre lo stato emotivo di Sherlock, il velo dietro al quale solo io riesco a vedere, in rari momenti. “John.” Balbetta.
“Cos’è quella?” dico, puntando il dito verso qualcosa, qualunque cosa non collegata a quello di cui stava per discutere.
Distoglie lo sguardo. “E’ una Citroen vecchio modello.” E prende un profondo respiro, torna in sé, di nuovo pronto a esporci la sua deduzione. Sally è accigliata. Lestrade sospira, e ci scambiamo un’occhiata veloce.
È cominciata.
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Alone on the water [ITA]
FanfictionFanfiction di Mad_Lori con traduzione a cura di Charles (fonte EFPfanfic.net). "Sherlock aveva sempre saputo di non avere una vita lunga davanti a sé, ma non credeva che sarebbe finita così."