Chapter 10

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Ha un aspetto migliore la mattina. Una tregua temporanea, ma tempestiva. Non abbiamo fretta. Oggi è il giorno. Il suo ultimo giorno.

“Cosa ti va di fare?” gli domando. L’idea di scegliere come trascorrere il proprio ultimo giorno sulla terra è così agghiacciante e complessa che sono certo mi paralizzerebbe, ma sono altrettanto certo che Sherlock ha già un piano. È alla finestra, già vestito, e per un istante sembra come se non fosse successo nulla. Va tutto bene.

Odio ogni cosa.

“Mi piacerebbe uscire,” dice.

“Uscire? Per andare dove?” percepisco di nuovo il morso della gelosia. Ho bisogno di questo tempo, dannazione. Dove vuole andare?

“Fuori. Al centro.”

Oh. Potrebbe non essere così male come idea. “Vuoi fare un giro della città? I tuoi luoghi preferiti?”

“Esattamente.” Volta le spalle alla finestra. “Ci sono tre cose al mondo che mi stanno veramente a cuore, e vorrei utilizzare il tempo che mi resta per dire addio ad ognuna di loro. La prima è il mio lavoro. Me ne sono occupato ieri sera. La seconda è la mia città. Quindi facciamo questo adesso.”

Conosco già la risposta, ma sento comunque il bisogno di porre la domanda. Dannata insicurezza. “Qual è la terza cosa?”

Mi guarda, quasi con aria di rimprovero. “John. Sono sicuro che non è necessario che te lo dica.”

Usciamo. Prendiamo un taxi per non farlo stancare. Andiamo a Trafalgar Square. Hyde Park. Camminiamo in silenzio. L’equilibrio di Sherlock è discreto oggi, ma si appoggia comunque al mio braccio. Si guarda intorno, come se volesse assorbire ogni cosa che vede e imprimerla nella sua mente per sempre. Ci fermiamo per riposare su una panchina vicino al fiume. Io mi avvicino alla balaustra e il mio sguardo si perde nell’acqua. “Pensi che ne discuteremo?” dico infine.

“A proposito di cosa?”

Rido, con triste ironia nella voce. Come se ci fosse un altro argomento da trattare. “A proposito del fatto che morirai stanotte.”

“Cosa c’è da dire?”

“Che piano grandioso! Sherlock – io....io non…”

Lui mi afferra per la manica e mi attira sulla panchina. “Me ne sono fatto una ragione. Sono sereno.” I suoi occhi incontrano i miei. “Non mi sono mai aspettato di avere una vita lunga davanti a me, John. Ho sempre pensato che avrei trovato la morte in giovane età. Non credevo sarebbe successo così però. Pensavo mi avrebbero sparato, o fatto saltare in aria. Pensavo che avrei portato qualcuno nella fossa con me, qualcuno senza cui il mondo sarebbe stato un posto migliore. L’idea non mi ha mai turbato. È solo di recente che il pensiero di andarmene per sempre è cominciato a diventare…angosciante.”

“Perché?”

“Non avevo mai avuto qualcuno a cui dire addio prima. Qualcuno che avrebbe sentito la mia mancanza.” Mi guarda di nuovo, e c’è qualcosa di dolorosamente indifeso, nudo, in fondo ai suoi occhi. “Ti mancherò, John?”

Un nodo mi serra la gola. Deglutisco a fatica. “Fino alla fine dei miei giorni, Sherlock.”

Alone on the water [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora