Chapter 6

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Due giorni dopo, Sherlock inciampa due volte e quasi cade. La seconda volta lo conduco a una panchina vicina e lo faccio sedere. È stato molto silenzioso oggi.

“Non riesco a vedere dal mio occhio destro, John, ” mi sussurra. Sento il tremore nella sua voce. “È andata via circa mezz’ora fa.”

Annuisco e basta. “Dovremmo tornare a casa.”

“Questo caso è quasi risolto. Terminiamolo.” Mi guarda, supplicandomi con gli occhi.

“Vorrei poter fermare tutto questo,” sussurro. Si allunga verso di me e afferra la mia mano. La stringo saldamente. Non potrebbe importarmene di meno se qualcuno si facesse un’idea sbagliata.

Portiamo a termine il caso. Sherlock si aggrappa a me mentre ci arrampichiamo su per le scale fino al nostro appartamento. Il suo equilibrio è peggiorato in modo allarmante solo nell’ultimo giorno.

Lo faccio sedere e misuro la sua pressione sanguigna. È troppo alta. Il polso è accelerato. Ha la febbre. La reazione pupillare è irregolare. Lui è in grado di leggermi in volto ciò che succede. Faccio per alzarmi ma lui mi trattiene e mi tira verso di sé. “John,” dice, e so cosa sta per chiedermi.

“Non ancora,” mormoro.

“È il momento.”

Incontro il suo sguardo. “Ti prego, Sherlock.”

“È mercoledì, vero?”

“Si.”

“Venerdì sera, allora.”

Questo è il piano. Due giorni di preavviso. Il primo giorno sarà per tutte le persone che passeranno per caso a fargli una domanda o dargli qualcosa. Il secondo giorno sarà solo per noi.

Le pillole pesano come macigni nella mia tasca.

Alone on the water [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora