Capitolo 3

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Dimora Featherington, Mayfair, Londra, 1824

Penelope Featherington, come ogni mattina, si svegliò e si preparò per la colazione. Indossò uno dei suoi nuovi vestiti e per la prima volta da tanto tempo, indossò anche i suoi orecchini a forma di farfalla. Le piacevano molto, erano un regalo del suo defunto padre.

Quella mattina si era svegliata particolarmente di buon umore. Non riusciva a smettere di pensare alla serata precedente e a quanto si fosse divertita al ballo dei Macclesfield. Era riuscita a rispondere a tono a Cressida Twombley e aveva fatto la conoscenza di un uomo interessante, con cui fare conversazione sarebbe stato stimolante e che sarebbe potuto facilmente diventare suo amico.

Scese al piano inferiore e trovò sua madre indaffarata a dare ordini alla servitù nella sala principale.

"Che succede?" Domandò divertita dall'atteggiamento di sua madre. Non la vedeva in quello stato da quando lei e le sue sorelle maggiori, Prudence e Philippa avevano debuttato.

"Non startene ferma lì impalata. Abbiamo visite, ci sono pretendenti fino a casa dei Baxter e sono per noi" poi si schiarì la voce "Per Felicity" si corresse.

Penelope si lasciò sfuggire una risata e quando Portia la fulminò con lo sguardo provò a trattenerla.


Colin Bridgerton stava andando a Numero Cinque quando, passando da casa Featherington vide una fila disordinata di uomini accalcati davanti all'ingresso con fiori e regali di ogni tipo tra le mani. Gli sembrò strano. Certo, sapeva che Felicity fosse tra le ragazze più ambite della Stagione, ma non avrebbe mai pensato che l'interesse per lei potesse arrivare a questo livello, in fin dei conti non era così brillante, quello era un primato che conservava Penelope. Poi - tra quegli uomini - notò Andrew Macclesfield e improvvisamente fu colto da una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Gli si chiuse la gola tutto d'un tratto e si ritrovò a chiedersi se quei gentiluomini non fossero lì per la sua Penelope... ok, forse non era la sua, ma questo non gli impedì di sentire la di nuovo quella stessa rabbia della sera prima impossessarsi di lui. Fece cenno al cocchiere di fermarsi e saltò dalla carrozza non ancora completamente ferma. Prese a camminare a passo spedito verso la dimora Featherington convinto e sicuro di avere bisogno di fare chiarezza. Sperava che ci fosse un'altra spiegazione e che non fosse quella che gli stava ronzando in testa.

Si fece spazio tra i gentiluomini e superò il maggiordomo che tentò di fermarlo per farlo attendere in fila con tutti gli altri.

Quando entrò nel salone, vide Penelope rossa in viso dall'imbarazzo che ascoltava le dediche di un tizio che le stava seduto accanto, mentre sul viso di Lady Portia c'era ancora la traccia chiara della sorpresa per quell'avvenimento.

"Colin!" Esclamò Penelope quando lo vide prendendo un sospiro di sollievo.

"Lady Featherington, Mr Bridgerton" disse il maggiordomo col fiatone apparendo dietro al ragazzo e annunciandolo in ritardo rispetto a come avrebbe dovuto fare.

"Grazie, puoi andare" lo congedò lei. "Colin, che ci fate qui?" Gli chiese alzandosi e andandogli in contro.

Lui si guardò attorno e guardò l'uomo che fino a qualche istante prima le era seduto accanto. Non appena quello incontrò il suo sguardo severo e duro, si alzò in piedi e scusatosi lasciò la stanza.

"Che succede, Penelope?" Gli domandò ignorando completamente la domanda di lei.

"Non ne ho la più pallida idea, sembra che il mio commento su Lady Twombley sia stato particolarmente apprezzato al punto che questi uomini hanno deciso di corteggiarmi... credo, almeno questo è ciò che mi dicono come prima cosa" disse senza riuscire a credere a quelle parole che lei stessa stava pronunciando.

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