Capitolo 2

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Cressida Twombley aveva appena confessato a tutta l'alta società di Londra di essere Lady Whistledown. E, nel momento stesso in cui le sue parole trovarono luce, l'intera sala cominciò a esprimere le proprie considerazioni in merito. Si respirava delusione nell'aria. Nessuno credeva che potesse essere davvero lei. Cressida non era esattamente la persona più interessante della scena di Londra e non era di certo la più piacevole. Erano in poche - infatti - a sopportare la sua presenza. Penelope Featherington non era una di queste, né tantomeno Lady Danbury.

"Ah, non ci credo neanche per un secondo" protestò l'anziana signora battendo il bastone sul pavimento e facendo leva su esso per alzarsi. "Voi che ne pensate, Miss Featherington?" Domandò quando vide Cressida avvicinarsi.

Un gruppo di persone, sentendo la natura della conversazione, si voltò nella loro direzione, pronta ad assistere all'evento più emozionante che quella Stagione avesse finora offerto.

Ma Penelope davanti all'invito di Lady Danbury si pietrificò. Non riusciva a parlare e sulla sua fronte apparvero le prime goccioline di sudore. Il viso le diventò dello stesso rosso del vestito della Twombley e solo per averci pensato, provò disgusto.

"Allora, Miss Featherington, ci dica cosa ne pensa" la incitò la donna diventando impaziente e guardandola con le sopracciglia inarcate.

"Miss Featherington non è mai stata una donna di molte parole" disse Cressida intromettendosi nella discussione e regalando a Penelope un sorriso maligno "dovreste saperlo a questo punto. Certe persone non ne sono semplicemente capaci"

"Miss Featherington" le disse gentilmente Colin "non state bene? Gradireste andare via?"

"Sì" rispose, ma poi accadde qualcosa di strano.

Penelope sentì la frustrazione che l'aveva perseguitata negli anni precedenti aumentare a dismisura fino a diventare incontrollabile. La sua sete di vendetta divenne più grande della sua paura di esprimersi e prima che potesse rendersene conto, stava facendo delle interessanti considerazioni sull'identità di Lady Whistledown.

"Anzi, no. Ho da dire qualcosa".

Lady Danbury sorrise.

Guardando l'anziana signora negli occhi, affermò: "Non penso che Cressida sia Lady Whistledown. Penso che menta"

D'istinto, Colin la tirò un po' verso di sé. Sembrava che Cressida potesse balzarle alla gola.

"Mi è sempre piaciuta Lady Whistledown" aggiunse, sollevando il mento con un atteggiamento quasi regale. "Mi spezzerebbe il cuore sapere che è una persona come Lady Twombley"

Colin le prese una mano e gliela strinse. Non poté evitarlo.

"Ben detto, Miss Featherington!" Approvò Lady Danbury battendo le mani deliziata. "È esattamente ciò che pensavo io stessa, ma non riuscivo a trovare le parole esatte". Si rivolse a Colin con un sorriso: "È molto intelligente, sapete?"

"Lo so" rispose lui, con un nuovo e strano senso di orgoglio.

"Di solito le persone non lo notano" aggiunse, voltandosi verso di lui in modo che le sue parole fossero solo per le sue orecchie.

"Lo so" mormorò. "Ma io sì". Quindi sorrise per il comportamento di Lady Danbury: di certo il suo scopo era quello di irritare Cressida che odiava essere ignorata.

"Non mi farò insultare da quella... nullità!" Esclamò rabbiosa Cressida. "Pretendo delle scuse"

Penelope annuì lentamente e disse "È una vostra prerogativa". Quindi non aggiunse altro.

Colin dovette fare uno sforzo immane per smettere di sorridere.

Fu in quel momento che tra la folla di gente che si era accalcata attorno a loro per sentire la discussione, si fece spazio un uomo. Era molto alto, forse tanto alto quanto Benedict Bridgerton. Aveva dei corti capelli castano scuro e gli occhi dello stesso colore. Aveva un'espressione sveglia, attenta, anche un po' ammiccante. Si avvicinò a Penelope con passo zelante e le sorrise cordialmente.

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