Capitolo 6

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Tottenham Court Road, Londra, 1824

Dopo ciò che era successo nelle ultime ore, Colin si ritrovò a ripensare a tutte le volte che aveva dato per scontata Penelope. Tutte quelle volte in cui Penelope era semplicemente Penelope, l'amica di sua sorella, la sua amica, quella ragazzina che durante la stagione abitava di fronte a loro e che vestiva colori sgargianti e accesi, ma senza riuscire ad apparire. Quella ragazza silenziosa, ma che con i suoi commenti e le sue battute intelligenti e argute riusciva a strappargli un sorriso e a fargli dubitare della sua intelligenza. Ripensava incessantemente alle fossette sulle sue guance e a come i suoi occhi lo scrutavano facendolo sentire allo stesso tempo vulnerabile e completamente a suo agio. E adesso la stava perdendo, definitivamente. Come aveva potuto permetterlo? Per tutto questo tempo lei era stata proprio lì, proprio sotto il naso e lui non l'aveva neppure notata. Poi era arrivata la stagione e improvvisamente quella voglia di passare tutto quel tempo con lei, quell'istinto di cercarla ai balli e alle cerimonie e quella strana voglia di ballare con lei, ma non per cortesia. Non l'aveva capito, non all'inizio. Ma adesso gli era chiaro, gli era tutto chiaro dopo aver parlato con sua madre. Violet Brigerton aveva della capacità comunicative sbalorditive e aveva saputo esattamente cosa dirgli, come sempre. Sapeva scegliere con minuziosa attenzione il tono, le parole e il messaggio che voleva mandare.

Si mise seduto sul letto e si ritrovò a guardare fuori dalla finestra nel tentativo disperato di pensare a qualcosa che non fosse Penelope. Ma nulla. Qualunque fosse lo scenario, il mare della Grecia, il grigio e malinconico paesaggio della Scozia, i colorati territori indiani, quel volto continuava ad apparirgli in mente. Perciò saltò giù dal letto e scese in fretta le scale. Ignorò completamente il suo maggiordomo, Dunwoody, ed entrato nel piccolo salotto in cui aveva accolto e baciato per l'ultima volta Penelope, si versò un bel bicchiere di whisky che mandò giù tutto d'un colpo.

"Non vi sembra un po' presto, Mr Bridgerton?" Gli domandò preoccupato il maggiordomo.

"Fatti gli affari tuoi"

A quel punto l'uomo fece un passo indietro e lasciò che il ragazzo affogasse i suoi pensieri, le sue delusioni e i suoi tormenti nell'alcol.

Per fortuna, qualche istante dopo, qualcuno bussò alla porta e quando il maggiordomo aprì, Anthony Bridgerton entrò a passo spedito nell'abitazione del fratello.

"Dov'è mio fratello?"

"È in salotto, Lord Bridgerton"

"Grazie Dunwoody"

Anthony entrò nel salotto e trovò Colin con un bicchiere di whisky in mano. Glielo tolse poco gentilmente.

"Che diavolo stai facendo?" Gli domandò.

"Cosa ti sembra che faccia?" Rispose l'altro provando a riprendersi il bicchiere che però Anthony spostò prontamente.

"C'è il ballo nella tenuta in campagna di Lady Danbury, se non partiamo adesso faremo tardi"

"Non vengo"

"Avevi promesso a nostra madre che saresti venuto. Perciò datti una ripulita, partiamo tra venti minuti"

Colin rise, ma Anthony non trovava la situazione altrettanto divertente. Fu solo quando Kate varcò la porta che capì che non aveva via di scampo.

"Devo davvero venire eh?" Domandò guardando in direzione della donna.

"C'è bisogno che ti risponda?"

"No"

"Hai altro di meglio da fare?" Chiese lei mettendo le mani sui fianchi.

Proprio sotto il nasoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora