Il sole era sorto già da qualche ora. La brezza mattutina spirava tra le dune del vasto deserto iracheno e nella base Echo, dopo alcune sessioni di esercizio fisico, i soldati si stavano riposando in attesa dell'ora di pranzo, orario in cui il generare Howard avrebbe comunicato delle importanti informazioni a tutti i plotoni.
Alcuni uomini giocavano a carte sotto delle tende verdognole per ripararsi dal sole cocente, altri ciondolavano a petto nudo in giro per la base oppure si scambiavano dei passaggi a pallone, mentre i "Men Hunters" erano nei pressi della loro casupola. Avevano allestito, sotto delle tende, qualche sedia di legno e qualche brandina vicino all'ingresso delle camerate per non soffrire il caldo che all'interno delle casupole era insopportabile. Mason era sdraiato sulla brandina con il suo diario in mano mentre ascoltava la cassetta di "impressioni di settembre" sul walkman. Jesse era seduto su una sedia a sfogliare delle foto mentre Brock e Jin stavano giocando a poker. Erano tutti un po' giù di morale per via della perdita del sergente e della brutalità della loro prima missione. Non si sarebbero mai aspettati un simile massacro.
Ad un tratto, davanti a loro, sfilò il convoglio della squadra VF-85 di ritorno da una missione dall'altra parte del paese. Le facce dei soldati sul camion erano sporche di fango e le loro espressioni rivelavano quanto fossero stanchi della guerra.
Mason alzò lo sguardo dal suo diario e li guardò compassionevole. Così fecero anche i suoi camerati che interruppero le loro attività per osservarli, quasi per fargli capire che non erano i soli a provare quel dolore.
Dopo che il convoglio fu passato, Eddie si avvicinò alla brandina di Mason giocherellando con una mela tra le mani e si fermò proprio davanti a lui. Mason si tolse le cuffiette lentamente. Più si allontanavano dalle sue orecchie e più la musica si affievoliva. Posò il diario sulla pancia e con un cenno della testa indicò Eddie, dato che non sapeva cosa volesse. –Che scrivi? – chiese Eddie.
-Nulla. Solo pensieri- ribattè Mason.
Ci fu un attimo di silenzio. I due non si erano più parlati dopo la missione. –Hey, comunque sei stato grande oggi. Ho visto cosa facevi con quella motocicletta- affermò Eddie accennando ad una risata tentando di attirare l'attenzione di Mason che aveva ripreso il diario in mano.
-Beh, anche tu. Mi hai salvato il culo- rispose. Mason rispondeva con una velata amarezza alle affermazioni di Eddie che stava nervosamente stritolando quella povera mela rossa.
-Senti. Mi spiace. Sono solo un povero stronzo codardo. Non voglio che tu tenga il muso tutto il tempo-
A quel punto Mason posò il diario di fianco a lui e dopo qualche istante iniziò a parlare quasi sofferente –Tutto ok. Solo... mi fidavo di te-
-Cosa? Ti fidavi? – sentenziò Eddie mentre Mason si stava alzando dal letto e stava riponendo nel suo zaino il walkman ed il suo diario. –Io almeno ti ho detto la verità su di me-
A questa affermazione Mason, che si stava avviando verso l'entrata della casupola, mutò espressione. Spalancò gli occhi e aprì poco la bocca. Si voltò lentamente verso Eddie che lo guardava quasi come si fosse liberato di un peso straziante, ma prima che potesse proferire parola, fu interrotto dal caposquadra Trevor che aveva appena fatto capolino dalla porta della camerata –Ragazzi, a rapporto dal generale Howard-.
I soldati si alzarono dalle sedie e dalle brandine e si incamminarono verso l'edificio centrale della base per prendere parte al briefing del generale, ma Mason e Eddie rimasero a guardarsi attoniti ancora per un po'prima che Trevor non intervenisse –Hey Eddie, Mas. Non venite? –. Al richiamo di Trevor i due smisero di puntarsi l'un l'altro e seguirono il gruppo.
Entrarono nel grande edificio principale dove risiedeva il generale e si accomodarono su delle sedie in una grande sala. Il generale Howard stava in piedi davanti ad uno schermo bianco con le mani nascoste dietro la schiena e con sguardo fiero sui propri uomini. Non appena tutti i plotoni furono presenti, il generale iniziò a parlare: - Signori, benvenuti. Prima di iniziare voglio dirvi che state facendo un ottimo lavoro là fuori e che se continueremo di questo passo, tra qualche mese, porremo fine alla guerra e voi potrete finalmente tornare a casa dalle vostre famiglie. Inoltre, vorrei ricordare il sergente Brooks che oggi, assieme ad altri cinque uomini della squadra VF-84 del terzo plotone, ha perso la vita per assicurarci queste preziose informazioni. Che il suo corpo riposi in pace- lo sguardo di tutti, in quella sala, si abbassò in segno di rispetto. Poco dopo lo schermo bianco iniziò a colorarsi di immagini. – queste sono le informazioni che siamo riusciti ad estorcere a Suleiman: si tratta di documenti, persone e luoghi di vitale importanza per noi. In possesso di essi, potremmo decidere le sorti della guerra- il pubblico ascoltava in un silenzio atipico le parole del generale che manteneva una posizione composta e sobria sul palchetto. –Questo che vedete è il deposito in cui sono conservate le riserve di petrolio di tutto il medio oriente- A Mason brillarono gli occhi. Gli apparve subito in testa la fotografia che Henry gli aveva mostrato l'altra sera. Era identica, forse la stessa foto: si distinguevano due alte ciminiere fumanti con attorno strutture metalliche, silos e gavoni per la conservazione del petrolio, tutto circondato dall'arido deserto iracheno.
Dopo altre informazioni sui vari punti d'acceso del deposito e sulle sue difese, sullo schermo fu proiettata l'immagine di un uomo. Aveva i tratti somatici tipicamente iracheni, con una barba poco folta e capelli neri corti. –Questo è Yassin Iosif. Per molti un eroe di guerra, un patriota; per molti un mercenario; per noi un nemico. Quest'uomo è al comando della più letale squadra d'assalto dell'esercito iracheno. Ha combattuto la guerra civile e quella contro gli americani e quando il governo iracheno decise di schierarsi con questi, divenne un "mercenario al servizio del popolo". Poi fu richiamato nei ranghi e ora ha iniziato a rompere le palle anche a noi. È un folle tradizionalista schierato solo dalla parte del popolo iracheno. Ha causato non pochi problemi sia a noi che ai sovietici-
Mason si illuminò. Osservò lo sguardo di quell'uomo con particolare attenzione per il viso: quello sguardo, quell'espressione che solo un folle avrebbe potuto avere. Era lui. Era lui l'uomo misterioso che massacrò i suoi amici. Era lui il folle che "uccise" Mason ed ora la questione tornava a galla, non si poteva più ignorare l'esistenza di quest' uomo che fino ad allora era rimasto nell'ombra.
Dopo altri dettagli sul piano che avrebbero dovuto seguire per assaltare il deposito di "oro nero" ed alcune note conclusive da parte del generale, la sala si svuotò di colpo piombando in un silenzio assordante.
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The Defender
ActionNel 2055 la NATO si è sciolta, in Russia è stata restaurata l'Unione Sovietica e le risorse primarie scarseggiano. Come può andare peggio? L'USE (United States of Europe) ha invaso l'Iraq con l'intento di conquistare uno degli ultimi depositi di...