Mason, rassegnato, mollò la divisa di Eddie. Era così deluso che provava disprezzo e non voleva più vederlo. Non sarebbe servito a nulla sfogare la rabbia contro di lui anzi gli avrebbe portato solo altri guai. Si girò e si lasciò Eddie alle spalle mentre si dirigeva verso il sergente e gli altri commilitoni.
-Hey Mas. Che succede? - Domandò Brock che stava camminando nella direzione opposta alla sua. Mason lo ignorò e, con il volto colmo di delusione e rancore, continuò a camminare.
-Che gli prende? – chiese Brock a Eddie.
-Niente- sospirò lui. Rimase immobile.
Intanto Mason raggiunse il sergente che era circondato da altri ufficiali –signore! - esclamò facendo il saluto militare -minaccia sul tetto eliminata con successo, ma nessuna traccia del leader-. Non volle dirgli nulla riguardo Eddie ed il suo comportamento.
-Bene- rispose il sergente con il suo solito tono –avete svolto un ottimo lavoro qui, squadra VF-84. Ora stiamo cercando di intercettare quel lurido verme di Suleiman-
Suleiman era il famoso leader iracheno in fuga che bisognava catturare. Lui avrebbe svelato all'esercito dell'USE le informazioni principali riguardanti il deposito di petrolio che era situato chissà dove nel deserto iracheno. Era in fuga dalla milizia locale che, dopo il colpo di stato e l'elezione del nuovo leader, si mise sulle sue tracce. Quindi iniziò una vita da latitante, aiutato a nascondersi dai suoi fedeli e da alcuni disertori dell'esercito regolare, in attesa della possibilità di abbandonare il paese. Tuttavia, Suleiman, non volle collaborare con gli europei per paura che lo arrestassero soprattutto a causa degli stretti rapporti che aveva stabilito con gli americani che, all'epoca, non erano ben visti dagli stati uniti d'Europa.
-Era qui. Quel cane si è accorto della soffiata e se l'è svignata. Ma non deve essere andato lontano- concluse il sergente Brooks.
-Oppure qualcuno voleva che cadessimo nell'imboscata, signore- affermò Mason.
Il sergente fece una smorfia e si accese un sigaro –può essere. Il nostro contatto, seppure molto fidato, era membro dell'esercito iracheno. Comunque non lavora più con noi-.
Poco dopo, da un fuoristrada, uscì un soldato con delle cuffie in testa. Era l'addetto alle radiocomunicazioni che, sventolando in mano un foglio di carta, attirò l'attenzione del sergente Brooks –cosa c'è ragazzo? – domandò.
-Signore. Uno dei nostri droni ha avvistato Suleiman aggirarsi nei pressi del Mercato a nord ovest di Baghdad- affermò il soldato mostrando al sergente il foglio con le coordinate della presunta posizione del leader iracheno ed una mappa dell'area.
A questa notizia gli occhi di Brooks brillarono come non avevano mai fatto. Erano mesi che cercava di catturarlo ed ora lo avevano finalmente individuato. Poteva non trattarsi di Suleiman, ma, per quanto era alta la posta in gioco, valeva la pena provare.
Il mercato di Baghdad si trovava a circa due isolati dal punto in cui fu tesa l'imboscata all'esercito dell'USE e, agli ordini dei sergenti in carica, tutte le squadre rientrarono nei loro veicoli.
Il sergente Brooks continuò a fumare il sigaro e, mentre saliva sul fuoristrada, sventolò la mano per indicare al resto del convoglio di muoversi.
I veicoli dell'esercito europeo abbandonarono velocemente la zona lasciandosi alle spalle tonnellate di polvere mossa dai loro pneumatici.
Nel fuoristrada dei "Men Hunters" non c'era la solita atmosfera serena. Mason guardava fuori dal finestrino senza dire nulla, deluso dall'amico. Non riusciva a capire perché Eddie, che ora era seduto nell'altro fuoristrada, avrebbe voluto lasciarlo morire in quel modo. Ora non riusciva proprio a fidarsi di lui. Gli altri stavano in silenzio seduti ai loro posti.
-Tango-293 stiamo raggiungendo la posizione designata. Dobbiamo perlustrare una zona molto affollata quindi ci divideremo. Il bersaglio si chiama Suleiman Ibn-La'Ahad, alto circa 1,80, capelli neri e... dannazione andate a vedere l'identikit. L'ho inviato a tutte le squadre. Silenzio radio- gracchiò la voce del sergente alla radio della jeep.
-Grazie mille sergente, sempre molto cordiale- esordì ironicamente Franklin spezzando il silenzio assordante che era piombato nell'abitacolo del veicolo.
Brock era seduto vicino a Mason. Lo guardava perplesso. Sapeva che era accaduto qualcosa tra lui ed Eddie –Allora vuoi dirci o no cosa ti prende? – gli chiese.
-Niente che possa interessarti- rispose freddo Mason.
-Beh credo che invece dovremmo saperlo. Non eravamo tutti fratelli senza segreti? – affermò Brock infastidito.
-Se c'è un problema con Eddie c'è un problema con l'intera squadra. Credo che dovresti parlarne-
-Senti, te ne parlerò quando saremo tornati alla base ok? Concentriamoci sulla missione ora- sentenziò Mason.
Intanto il convoglio si era separato. Una parte della VF-84 sostò all'ingresso del mercato mentre le altre squadre si appostarono dalla parte opposta. –Santi numi! – esclamò Mason scendendo dal veicolo e guardandosi attorno.
Il mercato di Baghdad era una delle zone più vivaci della città. Là la gente sembrava non sapere che, a pochi isolati da lì, c'era la guerra. In giro si vedevano bambini che giocavano e la variopinta tappezzeria esposta nelle bancarelle creava un'atmosfera di gioia e spensieratezza, anche se il colore più in risalto rimaneva quello della sabbia.
-Ed ora? – domandò jesse stupefatto dalla quantità di gente che circolava per la zona.
-Cerchiamo- esordì Trevor con una punta di ironia nel tono.
I soldati si fecero strada tra la folla. Osservarono attentamente ogni singolo volto. Brock tirò fuori dalla tasca il suo cellulare per guardare l'identikit di Suleiman e mostrarlo ai passanti sperando che qualcuno di loro potesse riconoscerlo.
-Ha visto quest'uomo? ehm... 'arah?- domandò in giro indicando la foto del ricercato sul cellulare. Erano pochi quelli che si fermavano ad ascoltarlo, gli altri si limitavano ad allontanarsi perplessi.
Intanto Mason e gli altri continuavano la ricerca –secondo me si sono sbagliati. Insomma perché un uomo come Suleiman dovrebbe venire qui quando potrebbe starsene tranquillamente nascosto in un bunker o che so io? – chiese Jesse.
-Perché questo è l'unico posto dove può confondersi con altra gente, hai notato che il resto della città è deserta? Avrebbe senso venire a nascondersi tra la folla in un innocuo mercato arabo, no? - rispose Mason con un velo di ironia.
–Tango-293 mi ricevete? Gli altri sergenti hanno mandato degli uomini a perlustrare il lato est. Voi date un'occhiata nella parte opposta– esclamò il sergente Brooks.
Dall'altra parte del mercato, gli altri soldati, si misero all'opera per cercare Suleiman.
Jesse imitò Brock. Tirò fuori il cellulare e prese l'identikit del fuggiasco per mostrarla alla gente –scusi- disse ad un iracheno voltato verso una bancarella di pesce all'estremità est del mercato –ha visto quest'uomo? - continuò afferrandogli la spalla e gesticolando per farsi capire meglio.
L'uomo si girò. Aveva la barba curata nera ed aveva i capelli corti del medesimo colore. La cicatrice sulla fronte gli infondeva un'aria minacciosa e l'unico abito che gli copriva il petto era una giacca nera slacciata che lasciava intravedere una croce tatuata.
Jesse si accorse che l'uomo coincideva con la descrizione dell'identikit: alto 1,80, capelli neri, cicatrice sulla fronte, croce tatuata sul petto. Era Suleiman.
Con uno spintone fece cadere Jesse a terra ed iniziò a correre tra la folla. –Là! Prendetelo! - urlò Jesse ai suoi commilitoni.
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The Defender
ActionNel 2055 la NATO si è sciolta, in Russia è stata restaurata l'Unione Sovietica e le risorse primarie scarseggiano. Come può andare peggio? L'USE (United States of Europe) ha invaso l'Iraq con l'intento di conquistare uno degli ultimi depositi di...