cap1

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Stavo ancora qui, davanti all'ennesima rissa che avevo fatto, sanguinano dal naso e avevo le mani sporche del mio stesso sangue, Denki aveva ragione, sono pericoloso.

Improvvisamente mi svegliai, era da tempo che facevo sempre lo stesso sogno, quel giorno però la mia vita forse avrebbe preso una piega migliore, avrei cominciato a vedere uno psicologo, più che altro, era stato Denki ad obbligarmi.

Uscii dalla mia camera e andai in cucina, lì vidi il Pokémon, nonché mio coinquilino, limonare con l'ennesimo ragazzo, un tipo coi capelli viola che avevo già visto un paio di giorni prima

-se dovete fare cose, fatele in una stanza, che schifo-

Denki si scusò e disse al tipo che lo avrebbe chiamato lui, accompagnò il ragazzo coi capelli viola, alla porta e gli diede un ultimo bacio prima vi chiudergli la porta in faccia

-nuova conquista?-

Chiesi bevendo il primo caffè della giornata

-lui è quello giusto, me lo sento-

Mi rispose il mio coinquilino buttandosi sul divano nella stanza affianco

-lo hai detto anche l'ultima volta, e quella prima, e quella prima ancora, e poi cosa è successo?-

- "loro ti hanno spezzato il cuore e sei diventato un Pokémon depresso e non voglio che succeda ancora" Lo dici tutte le volte -

Disse dall'altra stanza, io andai da lui e gli spostati un ciuffo di capelli da davanti agli occhi

-io voglio che tu trova la persona giusta, e se continuerai a farti spezzare il cuore in questo modo, comincerai a smettere di credere nell'amore-

-come hai smesso di crederci tu? -

-io ho un buon motivo per non crederci, tu no-

-mh, se così dici tu.... Comunque, muovi il culo che sei in ritardo, le sedute le pago io e non voglio spendere i miei soldi inutilmente-

Disse lui alzandosi in piedi e cominciando a spingermi verso la mia stanza.

Pochi minuti dopo uscii con indosso una camicia hawaiana e dei jeans neri e delle catenine per rendere il tutto più secsi

(Venice: Tokyo mi ha minacciato di morte se non lasciavo la scritta "secsi" quindi si, è un errore, lo sa ma capitela sono le sue piccole gioie della vita)

-sembri più gay di quanto tu sia-

Disse Denki ridendo

-parla quello che ha dipinto la bandiera arcobaleno da un lato della sua stanza, la bandiera bisessuale sul muro in cui è appoggiata la testiera del letto e su un altro muro la bandiera trans-

(Tokyo: nel nostro AU Denki è bisessuale e trans)

- camera mia è bellissima-

Disse lui facendo un broncio tenerissimo, come quello di un bambino

-sì sì come vuoi-

Gli risposi facendogli Pat Pat sulla testa

-vabbè io vado-

Dissi uscendo di casa e andando verso lo studio dove lavorava lo psicologo che mi avrebbe seguito.

Appena entrato, andai verso la segreteria per chiedere informazioni.

Alla segreteria trovai una ragazza coi capelli rosa intenta a mettersi lo smalto del medesimo colore, che appena mi vide, sussultò e prese dei fogli fingendo di essere seria ma appena vide che aveva sporcato di smalto quei fogli, fece uscire qualche imprecazioni dalla sua bocca.

il mio psicologoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora