Casa.

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Lucy non si mosse come per non spezzare quell'incantesimo, non respirò, non parlò più dopo aver sussurrato il nome di Natsu, non sbatté nemmeno le palpebre per non distogliere gli occhi dal Dragon Slayer. Rimase focalizzata sul suo vecchio amico come se non avesse più voglia di respingere quei sentimenti.

-Lucy, il vulcano.-

La voce di Arsy riuscì a riportarla al presente. Allontanandola da quel mondo fatto di tempo e spazio proprio, dove la bionda e il rosato erano gli unici abitanti.

Riprese a pensare normalmente e dopo aver sbattuto le palpebre si voltò, senza prestare attenzione al nuovo arrivato.

-Si, manca poco.-

La maga degli spiriti si concentrò nuovamente, prese coscienza dell'aria, si confuse con l'energia attorno a lei, si immerse nel terreno ed infine divenne tutt'uno col cuore di quel mondo.

Sentiva il magma ribollire e muoversi, agitarsi nel ventre del terreno mentre scalpitava nella disperata ricerca di uscire, trovare spazio, e lei sentiva la sua magia compiere gli stessi movimenti di quel fiume di fuoco liquido incandescente.

"Meno di trenta secondi."

Quando Lucy inspirava la terra veniva scossa da piccoli terremoti, quando espirava nuvole scure di gas si innalzavano dalla bocca dal vulcano. La ragazza sembrava controllare l'eruzione, o più semplicemente era lei stessa a lasciarsi controllare dalla forza della natura.

Arsy paziente osservava attentamente la sua padrona, si fidava di lei, però conosceva il passato della maga e comprendeva fin troppo i sentimenti che la legavano al Dragon Slayer. Per questo il pelo del suo manto lupesco era irto ed elettrico e il fuoco che scorreva nelle sue vene al posto del sangue era sempre più veloce ed agitato.

Sapeva che stava per succedere qualcosa.

Lo sentiva in tutto il suo corpo e nel suo istinto di bestia.

Quella storia puzzava, più dell'odore di zolfo e di fumo che appesantiva l'aria che stavano respirando.

Anche Lucy sapeva che qualcosa stava per andare storto ma non poteva permettersi il lusso di distrarsi e prestare realmente attenzione al suo sesto senso. Quindi si limitò ad ascoltare il cuore della terra, percependone il calore e la violenza con la quale spingeva la crosta, che da sempre la imprigionava, per cercare di uscire.

In un fugace momento si ritrovò a paragonare quella pericolosa situazione con la leggenda della Stella Nera.

Sirio era la lava, forte, implacabile e pericolosa. La terra e la crosta erano invece le chiavi che l'avevano intrappolata. Il vulcano era lei.

Sarebbe stata lei a liberare Sirio.

-Arsy, manca-

Lucy fu bruscamente afferrata alla vita da due calde braccia mentre parlava al suo spirito, facendo così terminare la frase con un sussulto strozzato. Il colpevole dell'interruzione era sempre lo stesso, Natsu Dragneel.

-Natsu?- la voce di Lucy era incredula, come se la presenza del suo ex compagno di team fosse per lei una sorpresa.

La ragazza sapeva anche senza il bisogno di vedersi riflessa in uno specchio di essere arrossita e di avere gli occhi lucidi. Perché sapeva che quello era l'effetto che Natsu le faceva.

Lo stomaco che si ribellava contorcendosi sotto a quella stretta ne era una conferma più che sicura. Il formicolio caldo che le percorreva l'intera spina dorsale era l'effetto che aveva su di lei la presenza del petto del ragazzo contro la propria schiena.

Le palpitazioni a mille, il respiro corto, affannato, i brividi incontrollati e i pensieri più adatti alla mente di Juvia che alla sua. Se ne era quasi scordata delle sensazioni che le dava la vicinanza del mago del fuoco.

La vera storia di LucyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora