Scommettiamo?

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-Mi è sembrato di sentire la voce di quel ghiacciolo.-

Natsu ritornò serio, cancellando il suo sorriso per alzare il viso al cielo e cercando tra i vari odori quello del compagno di gilda. Lui e Happy stavano correndo verso il villaggio per riunirsi con i due compagni di Fairy Tail e tornare alla gilda con il loro ostaggio. Lucy invece continuava ad agitarsi, mescolando tra loro insulti, spiegazioni e suppliche; tutto quanto veniva rivolto al gatto, che le sbavava in testa al pensiero della montagna di pesci che avrebbe ricevuto. Il ragazzo invece era troppo concentrato ad annusare l'aria come un segugio per prestare attenzione alle parole sputate fuori con rabbia dalla bocca della maga degli Spiriti.

Nessuno dei due quindi si preoccupò delle grida della bionda che indispettita ancora più dal loro comportamento cinico, si mise a gonfiare le guance e sbuffare aria dal naso come un toro.

-Happy, mi fanno male le braccia stringi troppo..-

Lucy sbatté leziosamente le ciglia cercando di assumere l'aria del 'cucciolo' e ingannare così l'exceed tramite il suo fascino di bella donna, un un piccolo trucco che spesso funzionava. Incrociando le dita dietro la schiena aspettò una qualche reazione da parte del suo sorvegliante. Cosa che non arrivò, visto che il pensiero dei pesci e l'immagine di Charles che lo lodava come un eroe erano decisamente troppo potenti per essere dissolti a questo modo. Forse il gatto aveva qualche strano potere o maledizione che impediva al suo sex appeal di funzionare nel modo corretto dato che ogni volta che lui era nei paraggi il suo fascino non esercitava nessun effetto sulle persone. Sconsolata Lucy decise di calmare i suoi tentativi, del tutto inutili, di fuga e rilassare i muscoli visto che le braccia iniziavano a dolerle veramente, avrebbe aspettato il momento giusto per liberarsi e dare una lezione a quei due stupidi.

Presto la strana comitiva, seguendo l'olfatto del Dragon Slayer, uscì dal parco del tempio di quella città finendo proprio ai piedi del vulcano, dove una strana folla si era radunata e stava discutendo animatamente. Sembrava quasi si fosse formata una piccola guerra tra i Primiari, la gente era divisa in due fronti e si urlavano addosso indicando e osservando l'eruzione.

-Che cavolo... succede?- domandò sconvolta la maga degli Spiriti vedendo tutto quel trambusto sotto di lei. Gli abitanti di quel villaggio le erano parse persone tranquille e molto pacifiche, disposte ad aiutare e accogliere chiunque nelle loro case. Mai si avrebbe pensato a loro paragonandoli ad un tale fervore.

"Ma che stanno a guardare?" La maga seguì i movimenti di quello che sembrava l'arbitro di quella strana lotta. L'ometto era vestito in modo impeccabile: blazer nero, bombetta in testa e pantaloni bianchi con la piega. Si distingueva in mezzo alla folla per la sua eleganza e perché stava in piedi sopra una roccia in modo da sovrastare tutti agitando un foglio nella mano destra e porgendo con l'altra una scatola piena di Jewels. Gli uomini e le donne buttavano le loro monete all'interno della cassa dicendo qualcosa all'ometto che subito annotava tutto sul suo foglio allargando il sorriso soddisfatto sul suo volto.

"Stanno scommettendo!"

La maga degli spiriti arrivò presto alla giusta conclusione. Difatti gli abitanti di Primar avevano da sempre tenuto nascosta la loro ossessione per le scommesse a tutti quanti, in pochi sapevano di questa loro debolezza ma non era neppure difficile venirne a conoscenza, bastava osservare e nemmeno tanto attentamente. La gente di lì viveva le loro giornate pacifiche puntando su ogni cosa: da quanto pane avrebbe venduto il fornaio a quante mosche sarebbero entrate nel bar del paese. Dalle cose più serie a quelle più sciocche, non aveva importanza, a loro bastava scommettere. Era una strana, scomoda e incontrollabile dipendenza a cui tutti erano soggetti, persino i bambini più piccoli perdevano le loro biglie o le loro bambole scommettendo tutto il giorno. Fiore rivelava stranezze in ogni angolo.

La vera storia di LucyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora