𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞

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Isabel's pov
"Isabel?"
La donna mi guardava con la bocca e gli occhi spalancati come se uno spettro le si fosse appena smaterializzato davanti.

"C-come sa il mio nome?"
Domandai guardandola confusa.

La donna non rispose, continuava a fissarmi reggendosi alla porta per non cadere a causa dello spavento.
"Mamma ti senti bene?"
Draco le si avvicinò preoccupato.

Serrò gli occhi e scosse la testa come se si fosse risvegliata da un'altra realtà.
"Io- scusa devo averti confusa con una mia vecchia conoscenza. Vi chiamate allo stesso modo, ironico vero?"
Una risatina nervosa lasciò la sua bocca mentre io e Draco la guardavamo ancora sconvolti.

"Prego entrate pure, sarete stanchi per il viaggio."
Si scostò per farci entrare.

L'atrio era grande più o meno quanto la sala comune. Un enorme lampadario di cristalli neri pendeva dal soffitto e sotto un tavolo tondo in ebano con un centrotavola in merletto bianco e una pianta di rose dello stesso colore alternato alle foglioline.

Un lungo tappeto conduceva verso le ampie scale che portavano verso i piani superiori.
Dall'atrio, attraverso alte e larghe porte, si accedeva alle stanze del piano terra mentre di fronte le scale si trovava un enorme vetrata.

"Dobby porta i bauli dei ragazzi nelle rispettive stanze."
Ordinò la donna.

"Si padrona."
Un elfo di una statura più bassa del normale arrivò a prendere le nostre cose.

"Vieni, ti mostro la tua camera."
Disse con un sorriso sul volto.

"La ringrazio signora Malfoy."

"Chiamami Narcissa."

Narcissa.
Un nome sofisticato per una donna sofisticata, insomma non la conoscevo ma una che indossava un tacco dodici per stare in casa e aveva una villa così curata doveva essere per forza sofisticata.

"Va bene, Narcissa."

La donna si avviò verso le scale e prima di seguirla rivolsi un'occhiata a Draco che mi mandò un sorriso rassicurante.

Gradino dopo gradino il corridoio del primo piano si faceva sempre più visibile. Le pareti erano sempre sui toni del nero e accanto ad ogni porta si trovata un lampadario a muro.
Le stanze poi, sembravano non finire più.

"Allora Isabel, da dove vieni?"
Mi chiese.

Prossima domanda?

"Ehm i-i miei genitori sono della L-londra babbana."

Non disse più nulla e si fermò davanti ad una porta girando la maniglia. Entrò nella stanza e mi fece segno di fare lo stesso.

La camera era spaziosa, era dotata di due ampie finestre, una delle quali con un balcone, il letto matrimoniale a baldacchino si trovava nell'angolo della stanza sotto una delle finestre e accanto ad esso, un piccolo comodino con un lumino. C'era una scrivania dal lato opposto della camera e poi altri due porte.
Una doveva essere la cabina armadio e l'altra il bagno.

"Questa è la tua stanza, di fronte si trova quella di mio figlio. Fa' come se fossi a casa tua e qualsiasi cosa desideri puoi chiedere a me oppure anche a Draco o qualche elfo. Mio marito tornerà tra pochi giorni ma non devi preoccuparti di lui. Ora sistemati e riposa, ti farò venire a chiamare per la cena, va bene?"

"Si, la ringrazio signora Mal- ehm volevo dire Narcissa."

"Di nulla."
Continuai a guardarmi attorno e sentii la porta chiudersi alle mie spalle.

Il mio baule si trovava già ai piedi del letto quindi andai ad aprirlo per sistemare le poche cose che avevo con me.

Presi i vestiti e aprii la porta che credei essere la cabina armadio. Quando accesi la luce che si trovava al suo interno pensai di essere in un negozio di abbigliamento.

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora