𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞

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Isabel's pov
Stavo tenendo il mio discorso attorno a un cerchio di centinaia di persone che mi guardavano come se fossi un fantasma.

Sei anni che non ti fai viva e poi boom, sei il loro capo e una delle figure più importanti del mondo magico.

"So che molti di voi pensavano che fossi morta ma sono qui. Sono viva e vegeta e sono pronta a guidarvi com'è stato chiesto dalla signorina Granger"

Stavo cercando di recitare il discorso che mi ero preparata ma le facce che riscontrai non erano molto convinte. Dovevo improvvisare, per lasciare che loro si fidassero di me, avrei dovuto essere io la prima a fidarmi di me stessa.

"So che non credete molto in me, molto di voi non mi conoscono e altri sono fermi alla storia della bambina scomparsa. So che posso essere stata una codarda per essere rimasta fuori dalla guerra, so quanto siete stanchi. Motivo per cui non voglio creare scompiglio in ciò che fate. Non sarete voi a dover conoscere me ma io a dover imparare da ognuno di voi, ciò che punto a costruire è un rapporto reciproco"

"Lasciamoci tutti il passato alle spalle e andiamo avanti insieme. Voglio che mi ricordiate come Isabel Nott, il vostro nuovo Ministro e spero di lavorare fianco a fianco con tutti voi. Non esitate a fare domande quando ne sentirete il bisogno. Siete liberi di tornare ai vostri incarichi. Io andrò verso il mio ufficio, potete trovarmi la per qualsiasi cosa"sorrisi cercando di sembrare il più convincente possibile.

Una scia di mormorii si propagava nella stanza ma vedevo qualche faccia sorridente. Forse ce l'avevo fatta.

Tuttavia non ebbi il tempo di guardarli tutti perché riconobbi una testa bionda farsi spazio tra la folla e arrivare in prima fila.

Lui.

Ci guardammo per un numero indefinito di secondi. Era vestito di nero come al
solito, giacca, camicia e pantaloni. Il completo però non stava più a un ragazzino, aveva in tutto e per tutto i tratti di un uomo.

Mi morsi il labbro e mi diedi un pizzicotto. Era davanti a me. Era tutto reale. Non era cambiato di una virgola, aveva solo gli occhi più stanchi, gli occhi di chi ne aveva passate tante e non si era mai ripreso.

La mia pancia iniziò a vorticare, la gola a bruciarmi. Non avevo mai immaginato come sarebbe stato rivederlo. Era tutto così surreale che dovetti sbattere le palpebre più volte.

Mi ci volle un attimo per ricordare quanto lo amavo, come lo avevo amato da bambina. Lo amavo come lo avevo amato sei anni fa. Lo amavo quanto amavo la sua copia in mignatura.

Cercai di contenere la mia reazione, non potevo scoppiare a piangere davanti a milleduecento persone che mi avevano visto per la prima volta dopo sei anni come il loro ministro.

Così rimanemmo immobili a fissarci fin quando non se ne fossero andati tutti. A quel punto gli feci un cenno con la testa per indicargli di seguirmi.

Guardai verso l'alto e feci un bel respiro prima di entrare in ascensore. Lui entrò subito dopo di me e premette velocemente il tasto che portava al mio piano.

Non ebbi neanche il tempo di dire "A" che venni presa per il braccio e sbattuta contro il muro dietro di me. L'attimo dopo le sue labbra erano sulle mie e le sue mani percorrevano ogni fibra del mio corpo.

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora