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Sara

Non aveva fatto in tempo ad aprire la porta di casa che Giulia si era catapultata su di lei, una vera e propria esplosione di energia, con mille domande pronte a balzarle addosso. "Allora, chi è? Nome, età... è un gran figo, vero?" le chiese, il viso illuminato da un sorriso che faceva trasparire la sua curiosità inarrestabile.

"Giù, per favore! Cristo, fammi almeno spogliare," rispose Sara, cercando di mantenere un tono di voce serio, ma non potendo trattenere un sorriso di fronte alla frenesia della sua amica. "E poi, cosa ti aspetti? Era solo un semplice caffè tra colleghi di università." In effetti, era proprio così: aveva conosciuto Matteo, e lui era semplicemente un suo compagno di corso, per di più con cui condivideva solo una materia. Ma se le cose stessero davvero così, perché sentiva ancora la sua risata risuonare nelle orecchie, come un eco persistente?

Giulia, con la sua solita arguzia e capacità di indagare, non le lasciò scampo. "Non dirmi cazzate! In due anni che sei in questa città, non ti sei mai presa un caffè con un collega, nemmeno prima che ti fidanzassi con Federico. Ti piace, vero?" La sua amica, sempre così diretta e impicciona, le faceva venire voglia di ridere e di sbuffare allo stesso tempo.

"E se anche mi piacesse?" ribatté Sara, per poi aggiungere, quasi a giustificarsi: "Ma non è così! Era solo una chiacchierata tra persone che seguono la stessa materia." Non sapeva perché si sentisse così difensiva; forse era l'idea di aprire il suo cuore a qualcun altro che la faceva sentire vulnerabile.

A quel punto, entrò anche Simone, il compagno di sempre, contribuendo al coro di curiosità. "A chi piace chi, scusate?" chiese, avvicinandosi con uno sguardo che prometteva divertimento. "Sara ha preso un caffè con una persona, ma non vuole dirmi chi è," raccontò Giulia, col tono di chi ha appena scoperto un grande segreto.

"Oh, eccola che torna in carreggiata!" esclamò Simone, il suo viso che si illuminava di malizia. "Fatemi capire, vi siete messi d'accordo voi due?" Sara si allontanò rapidamente per spogliarsi in camera, avvertendo un'ondata di imbarazzo che le scorreva lungo la schiena. Aveva un disperato bisogno di mettersi comoda, di ritrovare la sua zona di comfort, mentre i due si scambiavano occhiate complici.

Quando tornò in cucina, scoprì che i due stavano confabulando qualcosa alle sue spalle. Al suo ingresso, si ammutolirono, ma il loro sguardo tradiva una complicità che la faceva sentire sotto esame. "Che diavolo state tramando?" pensò Sara, mentre un senso di fastidio le si faceva strada nella mente.

"Sono solo curiosi, Sara," le disse Giulia, cercando di sdrammatizzare. "Sai che ci teniamo a te. Non possiamo fare a meno di chiederci cosa stia succedendo nella tua vita!" La dolcezza nella voce di Giulia smussò un po' il suo fastidio.

"Avete bisogno di nuove informazioni da diffondere in giro, eh?" rispose Sara, cercando di ridere, ma senza riuscirci completamente. "Se solo sapeste quanto sono noiosa..."

Sara sentì un disperato bisogno di cucinare; era l'unica cosa al mondo che riusciva ad allontanarla dai pensieri, siano essi brutti o belli. La cucina era il suo rifugio, il luogo dove poteva dimenticare tutto. Iniziò a preparare una cena semplice, affettando verdure e preparando il sugo, mentre Giulia e Simone si scambiavano battute sul divano.

"Mi ricordo quando hai provato a cucinare per Federico," disse Simone, ridendo. "E quel disastro con le lasagne che si sono attaccate!"

Sara si voltò verso di loro, ridendo a sua volta. "Sì, e tu sei venuto a salvarmi, come un vero cavaliere!"

"Certo, ma non per il tuo talento culinario," rispose Simone, strizzando l'occhio. "Ma ammetti che è stata una serata divertente. E poi, le pizze che abbiamo ordinato erano fantastiche."

We are young - Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora