#7

66 1 0
                                    

Vedere la partita di Matteo era diventata l'unica priorità di Sara per quel giorno. Non importava a che ora fosse; sapeva che sarebbe stata lì, davanti al televisore, con il cuore in gola, pronta a incitare il suo amico fin dal primo secondo del fischio d'inizio. Quella partita significava molto per Matteo, e Sara voleva essere lì per sostenerlo. Nonostante ciò, c'era una certa tensione nell'aria, specialmente con Simone che, purtroppo, sembrava mantenere un atteggiamento freddo nei confronti di Matteo. Era strano e un po' frustrante per Sara; si sentiva intrappolata tra i due, cercando di capire i loro sentimenti contrastanti.Quando il calcio d'inizio finalmente arrivò, Sara era già trepidante. Le palpitazioni aumentavano mentre la telecamera inquadrava i giocatori in campo, e un pensiero le ronzava in testa: cosa sarebbe successo durante quella partita? Al 19' minuto, il commentatore esplose di entusiasmo: "GOL! ATALANTA - Udinese 1-0! Ha segnato Muriel! E sono diciassette gol in campionato per lui! L'azione è partita sulla fascia di sinistra, palla mossa velocemente a Pessina, dal lato corto in mezzo per il colombiano che calcia e trova il corridoio tra le gambe dei difensori!" Il cuore di Sara si riempì di gioia e orgoglio. L'Atalanta sembrava in forma, e l'atmosfera nel salotto si riscaldò immediatamente.La partita continuò a svilupparsi in modo avvincente. L'Atalanta vinse 3-2, grazie anche a una doppietta di Muriel, ma un'ombra si allungò su quella gioia: Matteo si era infortunato ed era stato sostituito a metà del secondo tempo. Quando lo vide seduto in panchina con uno sguardo deluso, il cuore di Sara si strinse. Anche Simone, che inizialmente aveva mostrato poco interesse, cominciò a sbirciare la partita e alla fine si sedette accanto a lei, forse sperando in un gol dell'Udinese che potesse ribaltare la situazione. Non che Simone non volesse vedere la Dea vincere; sapeva che avrebbe potuto rinfacciare a Matteo che la sua squadra aveva rischiato di perdere, e questa prospettiva sembrava dargli un certo piacere.Nonostante i festeggiamenti per la vittoria, Sara e Simone non avevano ancora affrontato la questione di ciò che Matteo le aveva raccontato. Negli ultimi giorni, aveva notato come Simone l'avesse guardata con un certo distacco. Era sicura che fosse in parte colpa della situazione con Matteo. Voleva bene al suo migliore amico e comprendeva anche il suo comportamento, ma l'immagine di Matteo con le lacrime agli occhi mentre le raccontava della loro ultima conversazione le tornava alla mente, facendole venire i brividi. Come poteva avvicinarsi a Simone? Non voleva che lui pensasse che fosse dalla parte di Matteo e che non volesse ascoltare il suo punto di vista. Fortunatamente, la situazione si sbloccò in modo inaspettato.

Era da tanto che non erano soli a casa. Giulia, la coinquilina, quel sabato sera era uscita con una sua collega, e Simone, a detta sua, non si sentiva tanto bene. Forse era il momento giusto per affrontare la questione. "Sai, ho parlato tanto con Alessandra la sera della festa. Immagino tu sappia che qualche anno fa eravamo molto amici e non ci vedevamo da tanto. È stato strano vedere come la sua vita sia cambiata così tanto da quando uscivamo insieme a Monza," esordì Simone, appena finita la partita. Le sue parole sembravano venirgli fuori in modo naturale, come se avesse finalmente trovato il coraggio di aprirsi.

Sara ascoltava attentamente, cercando di cogliere ogni sfumatura delle parole di Simone. "La conosco dalla prima superiore; eravamo in classe insieme. Dal primo momento che l'ho vista, mi è sembrata una di quelle ragazze sempre solari e gioiose, di cui vorresti sempre circondarti. Avere persone come lei nella tua vita può essere solo un privilegio." Ma c'era qualcosa di più profondo dietro quel sorriso, qualcosa che Simone svelò senza remore. "Poi, siamo diventati amici, e ho scoperto che ciò che mostrava era solo un lato di chi era realmente. Stava male dentro, affrontando una situazione delicata a casa, una di quelle cose di cui fai fatica a parlare." Sara immaginò che stesse parlando della malattia del padre, di cui le aveva accennato Matteo. La descrizione di Alessandra non sembrava corrispondere affatto alla ragazza che conosceva, e questo la colpì profondamente.

"Quando suo padre morì, Alessandra cambiò totalmente, cambiò con tutti, tranne con me. Divenne la classica ragazza arrogante a cui interessano solo i vestiti e lo shopping, quella che fa fatica a farsi vedere simpatica. Con me, però, era rimasta la stessa di sempre, e io piano piano mi stavo innamorando di lei. Credo di aver provato qualcosa sin dal primo momento in cui l'ho conosciuta, ma eravamo piccoli e non capivo cosa fosse quel legame che sentivo."

We are young - Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora