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Sara rientrò in casa quel giorno dalle lezioni con una sensazione indefinita, un lieve presentimento che le scivolava tra i pensieri come un'ombra. Tuttavia, appena si sedette per pranzare con i coinquilini Simone e Giulia, il peso di quel turbamento iniziò a svanire. Giulia, sempre esuberante, si era lasciata trasportare dal racconto di una notizia che l'aveva colpita: "Simone, ma hai capito chi si è presentato oggi alla Luiss? Proprio Matteo Pessina!" esclamò, con un tono che lasciava trasparire tutta la sua eccitazione.

Simone, invece, si mostrò subito scettico. Per quanto amasse l'Atalanta, Matteo Pessina non gli era mai stato particolarmente simpatico. "Davvero? E che ci faceva alla Luiss?" sbottò, visibilmente contrariato. "Avrà voluto fare colpo su qualcuno, immagino, altro che studiare seriamente," aggiunse, alzando gli occhi al cielo. A differenza dell'amico, Sara non provava né antipatia né ammirazione per Pessina; lo considerava semplicemente uno dei giocatori della Dea, forse ancora acerbo o fortunato. Non aveva mai visto molte sue partite, e quindi non si sentiva di giudicarlo.

"Dovrebbe pensare più agli allenamenti che alla carriera universitaria," continuò Simone, scuotendo la testa. "E poi, a cosa gli servirà mai studiare, con quello che guadagna? Solamente 400 mila euro l'anno..." Simone era molto critico nei confronti dei calciatori, specialmente quando, secondo lui, guadagnavano senza aver dimostrato abbastanza. Sara rise tra sé e sé; sapeva quanto l'amico avesse a cuore il calcio ma anche quanto fosse infastidito dai compensi esorbitanti dei giocatori.

Dopo pranzo, Sara tornò alle lezioni pomeridiane. Tra queste, l'ultima era Diritto Commerciale, una materia che trovava particolarmente noiosa. Entrando in aula, trovò un posto libero verso il fondo, sperando che il tempo passasse velocemente. La sua concentrazione, già debole, fu interrotta dopo pochi minuti, quando un ragazzo entrò in ritardo e si diresse verso l'unico posto libero rimasto, accanto a lei. Sara non alzò lo sguardo, ma notò con un certo fastidio il suo ritardo: odiava chi si presentava in aula dopo l'orario stabilito, considerandolo un segno di scarso rispetto per chi ci teneva a fare le cose per bene.

Presa dai suoi pensieri, non si accorse subito che il ragazzo accanto le stava parlando: "Scusa, hai una penna in più?" Fu solo in quel momento che si girò, realizzando con sorpresa che il suo vicino non era altri che Matteo Pessina. Rimase interdetta per un attimo, ma recuperò subito la compostezza e rispose con tono secco: "No, Pessina, mi dispiace, non ho un'altra penna." Cercava di mantenere un tono distaccato e un po' infastidito, anche se dentro di sé sentiva una viva curiosità. Da grande tifosa dell'Atalanta, avrebbe voluto chiedergli tutto sugli allenamenti, sugli schemi e i prossimi obiettivi della squadra, ma al momento preferì restare neutra.

Matteo, captando un sottile senso di divertimento nella sua risposta, le sorrise: "Ti piace il calcio, vero? Strano trovare una ragazza che sa chi sono," commentò con tono amichevole. Sara rise, alzando leggermente un sopracciglio: "In realtà, non è così difficile trovare ragazze appassionate di calcio, ormai..." replicò, sempre mantenendo un'aria distaccata.

"Piacere, Sara. Sono una grande tifosa della Dea fin da quando avevo quattro anni," aggiunse, porgendogli la mano in un tentativo di alleggerire l'atmosfera. In realtà, non voleva sembrare altezzosa e sapeva che non poteva giudicare qualcuno solo per un ritardo. Inoltre, avere come amico un giocatore della squadra del cuore sarebbe stato come un piccolo sogno che si avverava.

"Piacere, Matteo Pessina. Ma per te, solo Matteo," rispose lui, stringendole la mano con calore. La lezione proseguì, ma i due finirono per parlare di calcio per tutto il tempo, lasciandosi trasportare dai loro racconti. Sara parlò della sua passione per l'Atalanta, ereditata soprattutto dal nonno che l'aveva sempre portata allo stadio sin dalla più tenera età. Matteo, a sua volta, le raccontò del suo ritorno all'Atalanta dopo il prestito a Verona e di quanto fosse grato di poter dare il massimo per il suo club. Distratti, si resero conto che la lezione era ormai finita e che non avevano prestato attenzione a una sola parola del professore.

Quando si alzarono, Matteo le sorrise: "Sai, è piacevole parlare con una ragazza che mi conosce per quello che sono come giocatore, non solo per il mio aspetto fisico," disse, scherzando.

Sara rise divertita, cogliendo al volo l'occasione per prenderlo in giro: "E tu saresti anche un bel ragazzo, quindi?" gli rispose con un pizzico di ironia. La risata che ne seguì fu spontanea e genuina. In effetti, Pessina era proprio un bel ragazzo, con un sorriso che sembrava illuminare tutto intorno a lui.

Uscirono insieme dall'università, e Matteo la invitò a prendere un caffè al bar lì vicino. Sara accettò volentieri, ma appena si incamminarono ricevette una chiamata da Giulia, che la stava aspettando per riportarla a casa. "Scusami Matteo, avevo dimenticato che la mia coinquilina mi stava aspettando; forse dovremmo rimandare a domani," disse, osservando le chiamate perse sul cellulare.

A sorpresa, Matteo le propose un'alternativa: "Se non ti dispiace, posso accompagnarti io a casa; così possiamo continuare a chiacchierare." Sara, entusiasta, accettò l'offerta e chiamò subito Giulia per avvisarla. La risposta dell'amica non si fece attendere: "Sara è tornata in carreggiata, finalmente! A dopo, amica mia!"

Seduti a un tavolino appartato nel bar, Matteo e Sara ripresero la loro conversazione, ora più rilassati. Notando gli sguardi curiosi delle persone intorno a loro, Sara gli chiese: "Non dev'essere facile uscire e avere sempre tutti gli occhi addosso, immagino... come fai a gestirlo?"

Matteo si strinse nelle spalle, con un sorriso malinconico: "Non mi reputo certo una celebrità come Ronaldo, ma sì, a volte diventa pesante. Le persone spesso ti giudicano per quello che vedono in campo e dimenticano che siamo persone comuni anche noi." Sara, sentendosi colpevole, si rese conto che anche lei, in passato, era stata critica verso di lui, e che la prospettiva era completamente diversa da vicino.

Si parlarono a lungo e con naturalezza, passando da un argomento all'altro. A un certo punto, Sara introdusse la questione della Nazionale e dei prossimi Europei: "Pensi che sarai convocato quest'anno?" gli chiese, speranzosa. Matteo scosse la testa con un sorriso: "Non credo proprio. Ci sono giocatori italiani molto più bravi che potrebbero portarci lontano. Io non sono ancora a quel livello."

Sara non riuscì a trattenersi: "Anche tu hai talento, Matteo, devi crederci di più! Non conta solo essere bravi individualmente, ma anche riuscire a creare armonia con la squadra." Matteo sorrise, apprezzando le parole di incoraggiamento, anche se dentro di sé rimaneva scettico. La conversazione proseguì così, senza che si accorgessero del tempo che scorreva. A un certo punto, Sara ricevette un messaggio da Giulia.

GiuGiu: "Dai, Sa, quando torni? Voglio tutti i dettagli di questa tua uscita romantica!"

Sorridendo, Sara si rese conto che si era fatto tardi e che non voleva trattenere Matteo ancora per molto. Lui insistette per pagare entrambi i caffè e, uscendo, la invitò a farsi accompagnare fino a casa. Mentre erano in macchina, la conversazione continuò e Sara, presa dalla curiosità, gli chiese: "Come mai partecipi a un corso del secondo anno quando tu sei già al terzo?"

Matteo sorrise, come se già immaginasse la domanda: "Non sono riuscito a frequentare Diritto Commerciale l'anno scorso a causa degli impegni calcistici, e il rettore mi ha la possibilità di recuperarlo senza dover restare fuori corso. Pensa, sembro un raccomandato, vero?"

Sara scoppiò a ridere e lo rassicurò: "Matteo, assolutamente no! So quanto possa essere difficile gestire tutto e trovo che sia ammirevole che tu ci riesca così bene!" Arrivati sotto casa sua, Matteo le sorrise con calore. "Grazie, davvero. È stato un piacere stare con te oggi," disse, mentre i loro sguardi si incrociavano.

"Lo stesso vale per me. Grazie ancora per il passaggio, è stato molto gentile da parte tua," rispose Sara, restituendo il sorriso. La tensione tra i due era palpabile; un leggero imbarazzo si era insinuato, ma era anche carico di possibilità.

Mentre Matteo si assicurava che fosse entrata in sicurezza nel portone, Sara si sentì col cuore più leggero. Sapeva già che Giulia l'avrebbe assalita con domande e che l'incontro con Pessina non era stato affatto un incontro "qualsiasi". Ma a quel pensiero, un sorriso le si allargò sulle labbra, mentre chiudeva la porta dietro di sé, ripensando al bel ragazzo che le aveva fatto battere il cuore. 

Ecco a voi il primo vero capitolo della storia. Avendo tolto il covid non sapevo come giustificare il fatto che gli europei sono stati rimandati di un anno ahahah ma fatevi andare bene "per problemi politici". Fatemi sapere che ne pensate, un 😽

We are young - Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora