Sara si voltò di scatto alla voce di Matteo, cogliendo la battuta. Per un istante, il cuore le batté forte. C'era Matteo, davanti a lei, con quell'espressione familiare che sembrava un misto di serietà e ironia. Cercò di controllare l'emozione che la travolse e rispose con un sorriso, cercando di mantenere il tono leggero:
"Pensi davvero di aver lasciato un vuoto così grande?" disse, ma subito la sua voce si incrinò leggermente.
Matteo si sedette di fronte a lei senza dire nulla. Aveva un'aria nervosa, come se avesse bisogno di dirle qualcosa di importante ma fosse intrappolato dalle parole. Dopo qualche secondo di silenzio, abbassò lo sguardo e iniziò a parlare lentamente:
"Sara, io... scusami. Mi dispiace per come sono sparito. Non volevo ferirti. Era solo che... le cose stavano diventando complicate. Il mister, gli allenamenti, Alessandra... e poi... tu."
A queste parole, Sara sentì una stretta al cuore. Non sapeva se essere arrabbiata o delusa. Decise di affrontarlo, una volta per tutte:
"Allora dimmi, Matteo. Cosa rappresento io, per te? Sono solo una distrazione?"
Matteo la guardò negli occhi, cercando di trovare una risposta sincera, ma non sapeva da dove cominciare. Sapeva che Sara non era una distrazione, anzi: la sua presenza era stata un rifugio, un luogo sicuro dove potersi permettere di essere se stesso, senza l'immagine del "calciatore" sempre in vista. Ma il peso delle aspettative su di lui era opprimente.
"No, Sara. Non sei mai stata una distrazione," le rispose, quasi sussurrando. "Con te posso essere... normale. Con te, non sono solo Matteo Pessina, il calciatore. Mi ascolti, mi capisci. Ma... era proprio questo il problema."
"Il problema? Matteo, ti senti in colpa per essere te stesso?" chiese Sara, la voce incrinata da una rabbia mista a delusione. Matteo scosse la testa, cercando di spiegarsi meglio:
"Sara, a volte ho l'impressione di non avere spazio per... nessun'altra cosa al di fuori del calcio. Con gli Europei in arrivo e la mia carriera in gioco, è come se dovessi chiudere tutto il resto fuori. Anche tu, anche se non avrei voluto."
Sara sentì un misto di tristezza e frustrazione. Le sembrò che Matteo fosse intrappolato da una gabbia invisibile, costruita dalle aspettative degli altri, e che lui stesso avesse paura di aprirsi davvero a lei. Abbassò lo sguardo, cercando di non mostrare quanto queste parole la ferissero, ma alla fine non riuscì a trattenersi:
"Sei sicuro che questa sia solo una tua scelta, Matteo? Perché ho la sensazione che tu ti stia raccontando una storia in cui il calcio è la tua unica possibilità, come se non avessi diritto a vivere altro. Ma io... io ti vedevo come un amico, qualcuno di importante. E non so perché hai deciso di spezzare tutto così, di punto in bianco. Se è solo per concentrarti sul calcio, allora dimmelo. Però voglio che sia la verità."
La sincerità di Sara lo colpì come un pugno. Matteo era combattuto, perché sapeva che Sara aveva ragione, e il suo desiderio di stare con lei era più forte di quanto volesse ammettere. Ma sapeva anche che, per inseguire il suo sogno calcistico, avrebbe dovuto mantenere un equilibrio che al momento non riusciva a trovare. Si sentì spezzato tra due mondi: quello che desiderava e quello che gli era stato imposto fin da quando era bambino.
"È la verità, Sara. Non posso permettermi distrazioni. E tu..." fece una pausa, cercando le parole. "Tu sei diventata molto più di un'amica. E questo mi spaventa."
Sara rimase senza parole. Matteo aveva appena ammesso, senza troppi giri di parole, che tra di loro c'era qualcosa di più, qualcosa che non era solo amicizia. Eppure, quel "mi spaventa" le fece capire quanto lui fosse ancora legato alle sue paure, al suo mondo regolato da impegni e aspettative.
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We are young - Matteo Pessina
FanfictionMatteo, giovane calciatore , si trova a un crocevia tra il sogno di essere convocato per gli Europei e le complicazioni della sua vita personale. Mentre lotta per dimostrare il suo valore, il suo cuore è diviso tra Alessandra, la sua fidanzata, e Sa...