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Quella mattina, Sara si svegliò controvoglia. Sapeva benissimo che frequentare l'università, seguire le lezioni e affrontare gli impegni accademici non fosse affatto un divertimento, ma mai come quel giorno aveva così poca voglia di alzarsi dal letto. Il peso della routine la opprimeva, e il pensiero di un'altra giornata di studi la scoraggiava. Tuttavia, un piccolo particolare riuscì a farle riemergere il sorriso: ricevette un messaggio di buongiorno da suo padre, l'uomo più importante della sua vita. Decise di chiamarlo.

Vivere lontano da casa, dalla sua famiglia e, soprattutto, da suo padre, era per lei una sfida difficile da affrontare. Dalla morte di suo nonno, il padre era diventato l'unica persona con cui condividere la sua passione per il calcio. Questo legame la rassicurava e la incoraggiava. Dopo aver chiesto notizie su sua madre e sul suo fratellino, con un brio che sembrava lontano dall'apatia della mattina, sganciò la bomba: "Pa, ma vuoi sapere chi ho conosciuto in università? Matteo Pessina."

"Matteo Pessina, quel Matteo Pessina? Quello che gioca nell'Atalanta? Quello lì? In carne e ossa?" la reazione del padre fu un'esplosione di entusiasmo che la fece sorridere. Nonostante fosse un amante delle leggende del calcio, il padre di Sara provava una forte stima nei confronti delle giovani promesse; per lui, rappresentavano il futuro dello sport, e sperava che potessero diventare i nuovi volti della Dea.

"Ma oddio, devi farmelo conoscere assolutamente! Mi sa che prendo un volo diretto verso Roma per domani stesso."

Sara sapeva che il padre avrebbe fatto sul serio; per Matteo, sicuramente non sarebbe stato un problema incontrare un suo fan, specialmente se quel fan era un cinquantenne con la passione per il calcio e non una ragazza in preda agli ormoni.

Dopo quella chiamata, la mattinata continuò tranquilla. Il morale si era risollevato, ma non riusciva a smettere di pensare a quell'incontro con il calciatore previsto per quel pomeriggio. Un dubbio iniziò a farsi strada nella sua mente: dove si sarebbero incontrati? A che ora? Decise quindi di mandargli un messaggio. Matteo le rispose che si sarebbero visti dopo l'ultima lezione, davanti all'aula di diritto commerciale, un po' come se fosse il loro posto.

Questa volta si ricordò di avvertire Giulia che non l'avrebbe aspettata. Le battute della sua amica non tardarono ad arrivare, riempiendo l'atmosfera di leggera ilarità e aspettativa. La lezione finì prima del previsto, così Sara si appostò davanti al loro punto d'incontro, aprendo il profilo Instagram di Matteo. Era innegabile che fosse un bel ragazzo; il suo fascino da calciatore, la determinazione che mostrava in campo, l'obiettivo comune di ogni giovane sportivo lo rendevano ancora più interessante ai suoi occhi.

Matteo non tardò ad arrivare e si avviarono insieme verso la caffetteria. Iniziarono a parlare del più e del meno, condividendo le loro esperienze universitarie, quando improvvisamente Matteo ricevette una chiamata. Sembra sul punto di non rispondere, ma alla fine lo fece. La voce dall'altro capo del telefono era quella di una ragazza, e Sara, per caso, riuscì a cogliere ogni dettaglio della conversazione.

"Amore, dove sei?"

"Ale, sono in un bar vicino all'università, perché?"

"Sorpresa, sono a Roma!"

Matteo le spiegò dove si trovassero e chiuse la chiamata, apparendo sconsolato. "Scusa per la richiesta strana, ma potresti far finta di essere solo una mia compagna per un progetto?"

Sara rimase colpita. Perché non presentarsi come un'amica? Era quello che erano, alla fine, o no? In quel momento, una bellissima ragazza entrò nel bar e si avvicinò al loro tavolo, baciando Matteo con passione, come se non si vedessero da un'eternità. Sara osservò con un misto di curiosità e incredulità. Forse era solo una sua impressione, ma Matteo non sembrava affatto coinvolto da quel momento.

We are young - Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora