Marcus-Las Vegas P.2

1K 43 40
                                    

Sono passati svariati giorni da quel momento e adesso sono dovuta uscire dalla camera per seguire le lezioni.

Ho rivelato la verità solo a Saya, è praticamente la mia migliore amica, so che posso fidarmi.

Sto andando in classe ed è proprio lei che mi affianca.

"Come va oggi?", mi domanda gentilmente, "Meglio di ieri, peggio di domani", faccio spallucce, "Y/n sono seria, sai che puoi parlarmene", mi ricorda come al solito. "La verità è che mi sento uno schifo, sai cosa si prova ad avere il cuore spezzato?", le chiedo, "Ehm, no", dovevo immaginarlo; "Meglio per te, non te lo auguro".

Entriamo in aula e vedo subito Marcus e Billy seduti uno di fianco all'altro che mi guardano.

Alzo gli occhi al cielo e trascino l'asiatica nell'unico banco libero, ovvero quello davanti al loro.

Durante la lezione mi arriva un biglietto sul tavolo, con su scritto:

<<Possiamo parlare?
-Marcus>>

Strappo il pezzetto di carta e lo lascio cadere sulla fiammella che ho davanti senza pentirmene.
Per tutta la durata della lezione, però, sento il suo sguardo addosso.

Quando suona la campanella esco e cammino finché qualcuno non mi afferra il polso costringendomi a voltarmi.

"Non ho tempo da perdere Arguello", gli dico fredda, "Lasciami spiegare come sono andate veramente le cose", parla con un tono quasi supplicante; "Come sono andate realmente le cose? Ti sembro sorda o cieca per caso? No, non direi proprio. Non c'è bisogno che spieghi un cazzo. Poi nemmeno stiamo insieme-", mi libero dalla sua presa e mi volto, "-Ah, e comunque,-", mi rigiro e lo guardo negli occhi, "-auguri alla nuova coppia", sorrido fintamente e vado via.

S K E A P   T I M E 

Alle 20:00, ovvero l'orario di cena, ci ritroviamo tutti in mensa.

Nel mentre che mangio sento la porta spalancarsi e un ticchettio di tacchi farsi sempre più vicino.
Alzo la testa e mi ritrovo Maria a dir poco incazzata e con tutto il trucco colato che mi guarda.

"Ehm, ti serve qualcosa?", le chiedo non curante delle sue condizioni, "Tu sei solo una puta", mi dice e mi alzo immediatamente in piedi; "Vacci piano con le parole, che cazzo ho fatto?", "Mi hai portato via il mio uomo", sgrano gli occhi e sento un brusio alzarsi tutt'attorno.

"Ascolta, io non ho idea di cosa tu stia parlando", "Non osare mentirmi", prende un piatto di quella che sembra pasta e me lo spiaccica in testa.

Non vedendoci più dalla rabbia l'afferro per i capelli e la guardo dritta negli occhi.

"Ascoltami, chica, so che sei molto stressata per la morte del tuo caro e amato ragazzo, ma non sfogarti su di me e non azzardarti a fare mai più una cosa del genere. Chiaro?-", annuisce e stringo la presa, "-Non ho sentito"; "V-va bene", la lascio e vado via cercando di ripulirmi il viso.

Dopo essermi lavata e cambiata salgo sul tetto, dove trovo: Willie, Marcus, Petra, Billy e Lex.

"Ecco la stella della serata", dice il ragazzo con la cresta, "Non ti conviene provocarmi, non sono ancora del tutto calma", alza le mani in segno di resa, "Va bene", annuisco, prendo una sigaretta e mi siedo sul cornicione fumando.

"Ehi, come ti senti?", mi chiede il ricciolino, "Secondo te?", mi si siede di fianco; "Già, domanda stupida", "Senti Arguello, vedi di tenere a bada la tua fidanzata la prossima volta, per colpa sua rischiavano di scoprire che siamo immischiati nella morte di Chico".

"Non lo è più.-", mi giro verso di lui, "-O meglio, non lo è mai stata". "E questi giorni?", "Volevo spiegartelo stamattina, Maria ha frainteso tutto, ma non potevo lasciarla sola in un momento così delicato", mi guarda negli occhi.

"La notte che sono entrato in camera sua in hotel credevo fossi tu, ma ero troppo fatto per capirlo", ammette. "Quindi tu volevi...?", lascio la frase in sospeso, "Scopare con te? Sì e sinceramente lo voglio ancora", arrossisco e abbasso lo sguardo.

"Tu mi piaci Y/n, davvero tanto", "Anche tu Marcus", mi alza il mento con due dita e vedo quel sorriso che adoro tanto.

"Posso fare una cosa che sogno ormai da un po' di tempo?", "Cosa?", lo guardo confusa, mi passa il dito sul labbro inferiore e infine mi bacia.
Lascio che le nostre lingue s'intreccino e mi metto a cavalcioni su di lui.

Appena ci stacchiamo appoggio la fronte sulla sua e finalmente sul mio viso appare un sorriso sincero.

"Beh, questo potevi farlo anche prima", ridiamo, "Nonostante tutto il casino che so di essere, che ne dici di diventare la mia ragazza?".

Gli do un lungo bacio a stampo, "Ti basta come risposta?", "Direi di sì", dice e facciamo scontrare nuovamente le nostre labbra.

Immagina || Mattheo Marvolo Riddle-Marcus Lopez ArguelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora