Marcus-Il biglietto

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Finita la solita ora di lezione col maestro Lee mi dirigo verso il mio armadietto, e appena lo apro noto qualcosa cadere a terra: un biglietto. 

Mi chino per prenderlo e lo apro. 

<<Vieni al cimitero alle 22:00.
P.S. indossa il vestito nero con le rose, ti dona un sacco>> 

Non era stato firmato, così, sbuffando, mi guardo attorno richiudendo lo sportellino in ferro. La giornata passa velocemente e nemmeno le battute di Billy riescono a distrarmi dall'appuntamento al buio di stasera. 

Dopo cena mi confido con Saya e le racconto dell'accaduto, ma non sembra molto sorpresa. Chissà, magari è un'impressione mia.

"Tu stai attenta, ma chiunque sia non penso arriverà a ucciderti, ti ricordo che ci sono delle regole" , mi ricorda. "Non pensavo volesse uccidermi, però non sono tranquilla, non so che aspettarmi", faccio spallucce, "Non pensarci e preparati", annuisco, prendo l'abito dall'armadio e mi catapulto in bagno. 

Cerco di rilassarmi facendomi una bella doccia calda; quando finisco mi avvolgo in un accappatoio, mi asciugo, mi vesto e mi trucco. Decido di lasciare i capelli lisci naturali e, successivamente a un'ultima occhiata allo specchio, esco. 

Arrivo sul luogo prefissato con dieci minuti d'anticipo e mi siedo costretta ad aspettare. Verso le 22:15 un rumore attira la mia attenzione e mi giro di scatto. 

"Grazie di essere venuta", sgrano gli occhi,"Marcus? Non mi aspettavo fossi tu", ammetto sorpresa. "E invece eccomi qua. Sei bellissima" , si complimenta e arrossisco; "Grazie, ma perché mi hai fatta venire  qui con tutto questo mistero? Hai avuto occasione di parlarmi tutto il giorno", gli chiedo spiegazioni, "Vero, ma per ciò che ti devo dire avevo bisogno che fossimo soli", "Va bene, vai avanti". 

Si avvicina e mi prende le mani guardandomi negli occhi . 

"Ti amo Y/n. Ti amo dalla prima volta che ti ho vista, che i nostri occhi si sono scontrati, che mi hai rivolto la parola"

Sul mio viso appare un sorriso sorpreso che sembra destabilizzare il ragazzo.
"Ti amo anch'io Arguello", mi prende il viso tra le mani e si avvicina. 

"Y/n", mi richiama però e lo guardo. "Y/n", "Che succede?" ;"Y/n", continua, "Non capisco". 

"Signorina Y/n!", mi sveglio di soprassalto e con mio dispiacere noto che tutta la classe mi sta guardando. "Se trova la mia lezione così noiosa può anche uscire dall'aula", "Nono, mi scusi professor Denke", annuisce e riprende a spiegare ciò che può causare un veleno, di cui non ricordo il nome. 

Metto le mani sul viso e sbuffo. Era tutto un sogno. Cazzo.

Immagina || Mattheo Marvolo Riddle-Marcus Lopez ArguelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora