Asmodeo

Rimanere a casa, consapevole che là fuori Ryan scorazza liberamente, è una tortura che mi sono autoimposto.

Non mi è piaciuto l'effetto che mi ha fatto ieri sera nel bosco.
Non credevo che un semplice umano, oltretutto figlio di cristiani convinti e super religioso, potesse esercitare una simile attrazione su di me.

Magari sono stato fin troppo sciocco, ho abbassato le difese. Ma ho toccato il fondo quando gli ho "regalato" quel bracciale.
Un dono proveniente dall'inferno non dovrebbe mai essere fatto a un umano, è pericoloso.

Se Ryan dovesse morire, il solo pensarlo mi fa rabbrividire, con il braccialetto addosso, finirebbe automaticamente tra le anime sofferenti dell'inferno, tra urla strazianti e lamenti.

Forse è per questo che gliel'ho regalato.
Per avere una sicurezza in più, in caso...

Scuoto la testa.
Ma cosa vado a pensare?
Ryan è ancora giovane, in salute e per adesso fuori dal mirino dei demoni. Nemmeno il Diavolo sembra più interessato a uccidere. Adesso che l'intero pianeta è sotto il suo controllo, si diverte come un pazzo.

Tamburello le dita sul bracciolo della poltrona, guardando la gente camminare, passando davanti alla mia casa senza curarsene.

Vivere come un umano non è brutto, anzi, quasi è piacevole. I comfort che offre una casa comune non si trovavano all'inferno, ovviamente. Per di più abitare nella zona ricca del paesino è vantaggioso.

Ma se solo penso a Ryan, nelle condizioni e nel quartiere in cui vive...
Io sto qui, a godermi i miei privilegi...

Da quando in qua, io, mi faccio scrupoli?
Ho distrutto regni, villaggi e preso migliaia di vite innocenti.
Perché adesso mi preoccupo per uno stupido ragazzino biondo, dagli occhi blu cielo e il corpo da fare invidia alla dea più bella?

Mi schiaffeggio la fronte.
"Sto impazzendo" borbotto.
Allungo le gambe, poggiandole sulla ringhiera del portico.
Dalle villette di fronte posso sentire ogni cosa, ogni singolo rumore, ma decido di estraniarmi da essi.
Gli umani che si sono uniti a noi sono così... Spietati.

Certo, io non sono migliore di loro per giudicare. Ma mi stupisce come le persone che si fingono buoni agli occhi di tutti, in realtà dentro di sé covino un male da fare invidia al Diavolo.

"Asmodeo".
La voce arriva prima della persona che mi ha chiamato.
Davanti a me si materializza uno dei miei fratelli.
Non sopporto nessuno di loro, ma lui è quello che tollero più di tutti.

"Belial" mormorò, a mo' di saluto.
Non mi smuovo dalla mia posizione, mentre mio fratello sale le scale del porticato.
"Adesso giochi con gli umani?" Domanda, senza mezzi termini.

La schiettezza di Belial a volte può essere apprezzabile, ma molto spesso è una spina nel fianco.
"Non so a cosa tu ti stia riferendo" mento.

Incrocio le braccia al petto, dedicando tutta la mia attenzione al cane del vicino, che semplicemente dorme sotto un albero, all'ombra delle ultime giornate calde.

"Perciò non hai portato il biondino cristiano nel bosco, no?"
Sbuffo, scocciato dal tono derisorio di mio fratello.
Posso solo sperare che non lo vengano a sapere gli altri, altrimenti sono totalmente rovinato. Mi prenderanno in giro fino a che non sarò costretto a farli fuori.

"Non credo siano affari tuoi. Non immischiarti".
Lascio ricadere le gambe sul pavimento in legno, procurando un tonfo.
Guardo Belial, mentre va a sedersi sui gradini.

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