Capitolo 6

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Esco dall'abitazione cercando di non toccarmi e non toccare nessuno.

I pochi agenti che sono rimasti con me e Jake nel cordone mi guardano tristi e preoccupati.

"Va tutto bene,ora entrerò in quel furgone,andrò in ospedale dove mi metteranno sotto osservazione.
Va bene?"-dico urlando cercando di dare degli ordini alla mia squadra che sembra essere andata in panico

Salgo sul furgone cercando di mettermi in disparte rispetto alla famiglia infettata fino al midollo di siriani.

Di Jake,neanche l'ombra.

I miei colleghi chiudono le porte del furgone cercando di non guardarmi.

Ho la visiera ancora sporca di sangue e non so se sono stata infettata.

Fortunatamente il sangue con le secrezioni non è andato ha contatto con occhi,naso e bocca-penso quando il ragazzo Siriano comincia a tossire.

Il resto della famiglia sembra stia bene,ma non è detto.

Arriviamo in ospedale dove cercano di metterci tutti insieme.

Dove sei Jake?-penso preoccupata che gli possa essere successo qualcosa

Dopo un pò mi mettono in una cella.

È stretta,poco accogliente ma soprattutto fredda.

C'è un letto in mezzo alla stanza,poco invitante devo dire.

Accanto c'è un comodino dove trovo i vestiti che mi invitano a cambiarmi.

Più in là c'è una porta credo che ci sia il bagno.

Bene, andrà tutto bene-mi dico

Mia madre che era una psicologa mi diceva sempre di cercare di non prendere la calma in situazioni con questa.

Mi diceva sempre "fai un bel respiro e pensa a qualcosa di bello" oppure "cerca di pensare a qualcuno" quest'ultima frase mi ha sempre segnato molto.

Io adoravo mia madre,era la mia salvatrice ma soprattutto era come una migliore amica,al quale puoi confidare tutti quello che ti passa per la testa senza mai essere giudicata.

Mi manca moltissimo,non lo nego.

Per non parlare di mio padre.

Lui era il mio eroe,mi ha sempre aiutato con i bulli ed i ragazzi troppo prepotenti a scuola.

Era un poliziotto e mi ha insegnato come impugnare una pistola ed a combattere.

Un giorno mi iscrisse a Karate,ero la migliore del corso,il mio maestro mi faceva sempre un sacco di complimenti quando riuscivo a mettere al tappeto in ragazzo più grande.

Mi manca anche lui,come l'anima.

"Agente Clooney"-mi dice una voce alle mie spalle quando ho finito di cambiarmi

"Victor,ti prego chiamami Giorgia,odio i formalismi"

"Bene, Giorgia,non sappiamo se hai contattato il virus oppure si,tutti i tuoi colleghi si sono preoccupati ed hanno chiesto di te, sfortunatamente si potrà capire se hai contratto il virus solo entro 48 ore"

Annuisco ricordando le parole di mia madre.

"E per quanto possa valere io spero vivamente che tu non ti sia ammalata,anche perché mi devi una cena"-mi dice lui spezzando la tensione nella stanza,rido e lui mi segue

"Comunque posso chiedere dove Jake?"-dico preoccupata al dottore

"Non so dove sia ma appena arriverà ti avviserò subito"-mi dice lui appuntando una cosa sul block notes che tiene in mano

Angolo autrice

Hey ragazzi!

Scusate per il capitolo estremamente corto ma ho un pò di mancanza di idee.

Datemi sapere com'è la storia o se volete che aggiungessi qualcosa di vostro gradimento.

Detto questo,se volete, lasciate una stellina e scrivete un commento!

Buona lettura!

Mr. Policeman || Jake Riley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora