capitolo 40

795 42 28
                                    

JULIAN

Ero avvolto da una calma e una quiete che, stranamente, riuscii a trovare solo in quel luogo. La sabbia sotto i piedi era bianca come la neve, i piccoli granelli che la costituivano si spostavano dolcemente con il soffiare del vento. Mi guardai attorno e notai che, la spiaggia, si estendeva per chilometri e chilometri senza trovare alcuna fine .suddivisa , in parte, da enormi rocce di circa quattro metri d'altezza .L'acqua cristallina e pura ,si infrangeva negli scogli, creando quel soave suono che solo il mare sapeva produrre. I gabbiani volavano alti nel cielo, sopra il mare, producendo i loro versi alla ricerca di pesci incauti che raggiungevano il pelo dell'acqua nella vana ricerca di cibo. Loro erano gli unici esseri viventi presenti in quel paradiso deserto. Guardai a destra e a sinistra ma ,inizialmente ,non vidi nessuno a parte me.

Sospira tristemente, in cuor mio speravo veramente di trovare qualcuno. Qualcuno di speciale che desideravo ardentemente rincontrare. Abbassai lo sguardo e osservai i miei piedi, che sprofondavano nella sabbia, lasciando le semplici impronte del mio passaggio. Misi le mani in tasca e avanzai di qualche passo verso la riva del mare poi alzai lo sguardo e lo posai sull'orizzonte. Era interminabile , l'acqua sembrava unirsi perfettamente al cielo per creare una sola e unica lastra azzurra. Sorrisi ammirando quel luogo paradisiaco. Chiusi gli occhi e assaporai la brezza marina che mi accarezzò il viso, espirai e inspirai quell'aria a fondo. Aprii nuovamente gli occhi e guardai alla mia destra. Sorrisi nel vedere la figura di una ragazza, seduta sulla sabbia, che ammirava le onde del mare, con sguardo perso e pensieroso. Abbassai lo sguardo e scossi la testa divertito. Avanzai dritto verso lei e mi sedetti al suo fianco, ammirando ciò che ci si parò davanti.

-non dovevi dimenticarmi?-

Chiese dolcemente, senza distogliere gli occhi dall'orizzonte. Sorrisi consapevole di quella strana incongruenza con il mio precedente sogno. Mi morsi il labbro e le lanciai un rapido sguardo esaminatore. Poi scrollai le spalle e sospirai distrattamente.

-a quanto pare...è più facile a dirsi che a farsi!-

Esclamai sorridendo senza perderla di vista. Anche il suo viso si arricchì di un dolce sorriso che, probabilmente, riusciva a sciogliere i cuori più duri. Piegò la testa di lato e girò il viso per osservarmi, senza perdere il suo sorriso. Quello sguardò magnetico si intrecciò con i miei occhi per poi spostarsi e esaminare l'ambiente circostante.

- interessante come scelta.. prima colline erbose e ora spiaggia paradisiaca? vuoi contemplare le bellezze della natura Julian?-

Chiese ironicamente. Seguii il suo sguardo e mi guardai attorno. Aveva ragione. La mia mente immaginava posti unici per farci incontrare. Non ne capivo il motivo. Forse era per creare un qualche collegamento con quella ragazza misteriosa. Scrollai le spalle e sospirai fissando l'orizzonte.

-forse si...o forse la bellezza della natura mi ricorda te..-

Dissi senza riflettere lanciandoli una rapida occhiata. Lei sgranò i suoi intensi occhi verdi e mi fissò basita e incredula, girando il viso verso la mia direzione e piegando leggermente la testa. Mentre il vento mosse i suoi morbidi capelli che le caddero di lato.

-sei diverso da l'ultima volta che ci siamo incontrati..-

Disse con stupore osservandomi attentamente. Distolsi lo sguardo dalle onde che si infrangevano sugli scogli e lo possi su di lei. Corrugai la fronte confuso. Non seppi cosa rispondere ne cosa inventare. Optai per l'unica verità che mi annebbiava la mente. Sorrisi distrattamente e scrollai le spalle.

-sei tu che mi stai cambiando. Non so il motivo... visto che non so neanche se esisti... ma il merito è tuo..-

Dissi con un velo di tristezza. In fondo, in cuor mio , sapevo che dicevo il vero . Da quando era apparsa aveva cambiato le mie abitudini. E ,nonostante fossi contrario ,aveva modificato il mio modo di agire. Sapevo di doverla dimenticare, per togliermi quella ossessione, quegli incubi e quei dolori, ma non ci riuscì. Dopo sabato non la sognai più per mia decisione. Ma fu come se mi mancasse qualcosa. Ero certo che avesse qualche risposta e volevo accertarmene. Fu per questo che , quella notte, mi concentrai al massimo su di lei. Volevo incontrarla davvero e l'unico modo era di sognarla per mia scelta.

Le cronache di Atlantide:Il sortilegioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora