capitolo 2

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ARIANNA

Julian ci attendeva con impazienza accanto alla sua BMW. La macchina di Maria , La nuova Ford Ka rossa,  era parcheggiata accanto al cancello di casa.  Sfigurava un sacco affianco alla BMW spider di Julian, ma dopotutto la mia migliore amica non era certo una riccona come lui, e inoltre la Ka era piccola ma molto comoda, e per noi ragazze andava benissimo. Si era presa la patente a Febbraio e i suoi genitori Gliela  avevano regalata per premio per ogni volta che era stata promossa con una media molto alta. Ossia sempre.  

-Finalmente ! possiamo andare? -

disse Julian  alzando lo sguardo da terra, e illuminandosi alla nostra vista. gli feci la linguaccia e andai  accanto al lato passeggero della Ka , aspettando che Maria aprisse finalmente la macchina.

- facci strada! -

dissi sorridendo mentre , Io e Maria , salivamo in macchina. Julian ci osservò con sguardo divertito, fece un cenno della testa  e andò a sedersi nella sua auto. Dopo pochi minuti eravamo in viaggio diretti verso questa fantomatica festa.  dopo circa mezz'ora arrivammo  davanti ad un enorme parcheggio stracolmo di macchine. riuscimmo a  trovarne uno all'estremità del parcheggio, accanto ad alcuni alberi messi come decorazione. Julian la parcheggiò non troppo distante dalla nostra.  scese con passo slanciato, e espressione divertita e impaziente.  Si avvicinò a noi mentre faceva roteare le chiavi nel dito.  ci dirigemmo verso l'edificio che avevamo davanti.  Era alto due piani . La  parete Era dipinta di un bel rosso vivo. al centro c'era un enorme insegna al Neon che faceva giochi di luce.  Erano talmente luminosi e accecanti che , nel tentativo di leggere l'insegna , ti accecavi. e Subito dopo ,per una serie di minuti, iniziavi a vedere tutto a pallini luminosi. scossi la testa e distolsi lo sguardo. dall'esterno si sentiva chiaramente il rimbombo della musica che avevano messo all'interno. Un suono ritmico e ripetuto all'infinito. Mentre ci avvicinavamo alla porta d'ingresso iniziai ad agitarmi. L'idea di immergermi nella mischia, essere circondata da numerosa gente, e magari essere notata per la bizzarria dei miei capelli  , mi terrorizzava.  Mi bloccai all'istante, a pochi metri di distanza dalla porta . Avevo il corpo rigido per la paura. deglutii agitata. Julian si girò a osservarmi stupito, alzò un sopracciglio e sorrise.

- non preoccuparti! nessuno noterà i tuoi capelli , penseranno che è un riflesso delle luci , dai andiamo -

mi disse infine sorridendomi e facendomi un cenno , con la testa , verso la porta. Piegai la testa di lato sorpresa. aveva capito benissimo la mia preoccupazione. sorrisi sorpresa ,poi annui e colmai la distanza dall'ingresso. Fu Julian ad aprire la porta. I buttafuori erano all'interno, infatti appena entrammo ci osservarono con circospezione. Erano due uomini parecchio grandi e robusti, facevano paura solo a guardarli.  deglutii agitata ma continuai a seguire Julian. All'interno la musica era ancora più assordante. CI travolse all'istante. Ogni rimbombo delle casse veniva ripetuto dal cuore stesso. sembrava quasi di avere un altoparlante dentro il petto, che si muoveva a ritmo  di quella  musica incessante. scossi la testa sorpresa e accecata da tutte quelle luci stroboscopiche che affollavano il soffitto. Illuminando ogni volto e ogni cosa con luci completamente diverse  che si alternavano . C'era un Dj posto in una sorta di balcone che si affacciava sopra la folla di ragazzi scatenati . Il Dj era concentratissimo  sul suo Mixer. muoveva come un forsennato la mano destra, mentre con la sinistra si teneva una cuffia all'orecchio. Il piano in cui si trovava lui era una sorta di zona privata. dove riuscivo ad intravedere dei tavolini alle sue spalle . Ma la vera festa si svolgeva sotto di lui. C'erano numerosi ragazzi e ragazze che si dimenavano come non  mai. Alcuni scuotevano la testa, altri solo le mani, altri entrambe le  cose contemporaneamente. Molte ragazze si muovevano in maniera sensuale accanto a dei ragazzi che le Ammiravano sbavando e muovendosi appena. Io e Maria porgemmo le giacche ad un tipo che le avrebbe messe in una sorta di stanzino- armadio. dove tutti portavano le loro giacche e i loro giubbotti. poi mi girai nuovamente a fissare sbalordita tutto quel caos che mi si parava davanti

Le cronache di Atlantide:Il sortilegioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora