capitolo 11

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Il tiepido tepore delle lenzuola bianche dava una sensazione meravigliosa sulla pelle di Sakura, il profumo inconfondibile di Marsiglia le aveva annebbiato i sensi; si girò da un lato e ridacchiò amorevolmente.
Abbracciò quella chioma rossa che spuntava da sotto le lenzuola, inspirando a fondo quell’odore di sabbia che tanto le era mancato; sentì calde braccia stringerla delicatamente e calde mani coccolare il suo corpo. Chiuse gli occhi ridacchiando ancora quando quelle mani birichine accarezzavano accidentalmente le sue zone intime
-Gaara adesso basta-
-io non sto facendo niente-
La strinse ancora di più, riempiendola di baci delicati.
-faremo tardi a lavoro-
-sono il capo, posso anche non andarci a lavoro-
Lo sentì ridere di gusto quando anche lei aveva provato ad accarezzare il suo corpo, lo guardò fisso negli occhi e grandi lacrime iniziarono a scendere sul suo viso
-ti amo-
Gaara avvicinò la fronte alla sua, abbracciandola ancora più forte.
-ti amo- le aveva risposto lui, con un tono dolce da far sciogliere qualsiasi essere umano sulla terra
Sakura aprì gli occhi con dolcezza e davanti a sé, al posto del rossino, c’era il viso antipatico di uno dei suoi coinquilini
-ti piacerebbe! -
Sakura aprì gli occhi, ancora una volta il suo bel sogno era stato rovinato da uno di quegli idioti che abitavano nel suo corpo
Si asciugò le lacrime con rabbia, per poi spostare il suo sguardo alla sua destra. Un giovane ragazzo era beatamente sdraiato vicino a lei: capelli lunghi verde scuro, occhi neri dal taglio orientale. Uno crop top che copriva a malapena il suo addome, e una gonna-pantalone copriva il suo ventre. Sui capelli una grossa fascia nera con disegnato un triangolo rosso a testa in giù-
La prima volta che si era materializzato dopo l’operazione l’aveva scambiato per una donna.
Lo vide ridere di gusto quando Sakura gli tirò un cuscino in faccia.
-smettila di disturbare i miei sogni! - lo disse a bassa voce in modo che solo lui la sentisse
-è perché mai? Eri così carina! - in pochi secondi il corpo del ragazzo iniziò a cambiare e assumere le sembianze di un uomo che conosceva anche troppo bene
-che ne dici se riprendiamo a fare quelle cose che tanto desideri nei tuoi sogni? - la voce di Gaara era un po' più bassa del solito, ma per il resto era perfettamente uguale all’ originale.
-è inutile che ti trasformi in lui, non hai le sue abilità per sedurmi, ENVY-
Envy tornò alla sua forma originale sbuffando e incrociando le braccia.
-che palle, sei più noiosa di quel vecchio- lo sentì borbottare per altri minuti, mentre lei con calma si rialzava dal letto e si dirigeva in bagno per lavarsi.
Era passato poco più di due mesi dal suo rapimento, Madara le aveva risparmiato il dolore delle torture che aveva passato con il primo trasferimento, ma ogni volta che si risvegliava doveva fare i conti con una nuova entità che era entrata a far parte di lei.
In tutto erano quattro le anime che stava ospitando, quattro homunculus diversi, con quattro abilità diverse, ma soprattutto quattro caratteri diversi. Ognuno di loro aveva cercato di possedere completamente il suo corpo, che piano piano si era indebolito fortemente. Fortunatamente il suo caratteraccio l’aveva avuta vinta su tutti, ma Madara, ignaro di tutto, aveva continuato imperterrito a sottoporla a test e combattimento fuori dal normale.
Aveva imparato a sfruttare un po' i loro poteri, ma spesso la mettevano in grave pericolo. Si guardò allo specchio e la sua pancia aveva iniziato a brontolare fortemente. Strinse la stoffa intorno all’addome, non trovandoci la morbidezza della sua pancetta che tanto era fiera di portare, ma solo della pelle attaccata alle sue ossa spigolose.
Aveva perso troppo peso, e spesso sveniva per qualsiasi cosa. Sospirò pesantemente, la sua fame era crescita tantissimo da quando Glattony era entrato a far parte di quella stramba combriccola che abitava nel suo corpo.
-Glattony basta, abbiamo mangiato poco fa-
-ma io ho fame-
Dentro la vasca da bagno, un uomo di grossa stazza di era materializzato dal nulla. Aveva la testa pelata, gli occhi completamente bianchi e le braccia troppo lunghe per il suo corpo tondo.
La guardò con un dito in bocca e la bava che scendeva da un lato, fissandola dispiaciuto.
Nonostante la sua stazza, l’uomo sembrava mancare di intelligenza. Si comportava come un bambino di pochi anni, e spesso parlava proprio come uno di loro.
Poteva ingurgitare quantità spropositate di cibo, ma niente sembrava soddisfarlo
-come può saziarsi con quello che mangi? - una donna accarezzò il viso dell’omone dolcemente
Era seduta sul bordo della vasca, con il suo abito nero con una scollatura importante, capelli neri lunghi, viso da femme fatale. Una donna più bella di lei non l’aveva mai vista. Era delicata nei suoi gesti, elegante per ogni passo che metteva. Le parole che uscivano da quelle labbra carnose sembravano poesia agli occhi degli uomini
-lo sai anche tu che non posso dargli quello che chiedi, non posso farmi scoprire da Madara-
-quanto la fai pesante, un uomo in più o in meno qui dentro non cambia niente-
-Lust, se anche solo mi mettessi a mangiare qualcuno qui dentro, il galoppino di Madara mi farebbe passare un brutto quarto ‘ora. Ogni persona qui dentro appartiene a Madara, e lo sai che fine fanno i giocattoli difettosi! -
-nella mia pancia! - Glattony batté le mani estasiato, con un sorriso a trentadue denti
Sakura ridacchiò per quella scenetta tenera.
-però tu non sei solo un giocattolo per lui, e questo lo sai bene-
Lust si avvicinò a Sakura, stringendola per le spalle e accarezzando i suoi capelli. Sakura si fece pettinare dalle lunghe unghie della donna, per poi farsi vestire e coccolare dalla stessa per un po'
-questo lo so, ma se vi scopre...-
-resteremo con quello stronzo per l’eternità- Pride si appoggiò sullo stipite della porta con le braccia incrociate e il volto pensieroso
In quei mesi avevano capito come Madara riusciva ad avere sotto controllo ogni suo adepto e la cosa gli aveva spaventati a morte
-nessuno di noi lo vuole, io in primis. Ma per uscire di qui dobbiamo aspettare che se ne presenti l’occasione. Più continuiamo a soddisfare la fame di Glattony, più Madara ci terrà rinchiusi qui-
La prima volta che aveva sfruttato il potere di Glattony, che altri non era della pura forza bruta, si era ritrovata a divorare tre delle serve che l’avevano lavata quel giorno.
Madara a quella scena l’aveva legata al letto e le aveva sottoposta a dei test dolorosi per capire da dove veniva tutta quell’improvviso cannibalismo.
Sakura aveva capito che ogni volta che usava Glattony, lui automaticamente si impossessava della sua mente e del suo corpo, e fino a che non era sazio, l’avrebbe sfruttata per mangiare avidamente ogni essere presente in quella casa. E sfortunatamente la sua fame era infinita.
-beh almeno abbiamo capito dove siamo finiti- Envy si era avvicinato alle due ragazze osservandosi allo specchio.
Sakura li osservò preoccupata. Nessuno di loro voleva restare nel suo corpo, ma soprattutto nessuno di loro voleva stare sotto il comando di Madara.
-mi chiedo quando potremmo andare via di qui! -
-quando abbasserà la guardia su di noi? -
-probabilmente mai-
-nemmeno le mie tecniche di seduzione funzionano contro di lui-
-dobbiamo escogitare qualcosa di più di una semplice evasione-
Pride aveva ragione, evadere non sarebbe stato sufficiente. In quelle settimane di inferno Madara le aveva mostrato tutti i frutti del suo lavoro; aveva visto in quale modo si sarebbe legata a lui, un rituale fatto di sangue e giuramenti, dove creature d’ombra marchiavano sulla pelle il nome del possessore, per poi ricordare allo stesso che le loro anime sarebbero tornate a loro.
Aveva visto donne e uomini implorare di essere uccisi durante il rituale. Aveva osservato come quegli esseri erano diventati oggetti in mano ai propri possessori, incapaci di esprimere il proprio dissenso; schiavi dei capricci dell’altro e se abbandonati, morire piangendo.
“un legame d’anime che non si può spezzare” le parole di Madara echeggiavano nella sua testa con gioia
Pride si avvicinò a Sakura pizzicandole un braccio
-nessuno di noi si sarebbe aspettato una cosa del genere- era vero, anche quei quattro avevano sottovalutato il potere di Madara
-diventare bambole in mano a quel pedofilo- Envy continuava a cambiare forma e voce per poter migliorare sé stesso
-spregevole anche per noi... chissà cosa farà quando scoprirà che siamo vivi dentro di te-
Lust si era spostata in camera e si era seduta delicatamente sul letto sfatto
-non deve scoprirlo-
-però succederà con il rituale, lui avrà il potere non solo su di te, ma anche su di noi. Dovremmo obbedirgli anche contro la nostra volontà-
-e anche se riuscissimo ad essere così fortunati a rientrare nelle grazie di quel bastardo, quanto lontano possiamo andare? -
Un'altra cosa che era saltata all’occhio di Sakura dopo tutti quei rituali era la distanza che il possessore e l’oggetto avevano. Più il possessore era geloso e meno era la distanza che quella povera persona poteva allontanarsi da lui. Se si usciva dal raggio di fiducia, il possessore poteva fermarlo, e riportarlo sul suo raggio, anche se questi si ribellava.
Sakura sospirò amaramente, come poteva salvarsi in questi casi? Chi poteva farlo?
-c’è una cosa che non mi spiego, se qui tutti sono stati marchiati, perché l’uomo pianta no? - Envy aveva fatto quella domanda prendendo l’aspetto del soggetto in questione
-forse perché sono due, ed è più difficile? - rispose
-ma noi, con te, siamo in cinque, ma Madara non si sta' preoccupando-
“c’è qualcosa che mi sfugge”
Sentì bussare delicatamente la porta e i quattro svanirono in meno di un secondo
Sakura rimase seduta nel letto mentre alcune donne le sistemavano delicatamente la stanza.
Le osservò attentamente, tutte avevano uno strano sorriso sul volto. Probabilmente i loro padroni le avevano trattate bene quel giorno. Ad un tratto ebbe un'illuminazione.
“sbaglio o quell’espressione c’è l’ha sempre zetsu?”
“quale dei due?” rispose envy
“tutte e due, quando sono uniti”
“possibile che anche lui sia marchiato?” Lust con la sua voce suadente l’aveva sussurrato
 “e come facciamo ad esserne certi?” disse Envy pensieroso
“perchè non ti trasformi e lo scopri?” pride aveva la voce annoiata
“giusto! Envy potresti trasformati in una di queste ragazze e uscire di qui!”
Senza farselo ripetere due volte l’ombra di Evny si trasformò in una di quelle donne, indaffarate a risistemare il tutto e a preparare Sakura al suo incontro giornaliero con il suo rapitore.
Appena le donne arrivarono all’uscita Envy stordì l’ultima e ne prese le sue sembianze, lasciando quest’ultima per terra senza sensi.
Nessuna delle donne si accorse dell’accaduto, i loro sguardi erano sempre assenti. Evny chiuse la porta e seguì le donne nel lungo corridoio.
 
-è di questa che ne facciamo? Se si sveglia sono guai-
-e chi ha detto che deve svegliarsi?- Lust continuò ad accarezzare la ragazza priva di sensi per poi guardare Sakura negli occhi
-posso mangiarla? - Glattony si era materializzato sopra di lei con la bava alla bocca
Sakura guardò quella povera ragazza in ansia, se la ragazza si fosse svegliata sarebbe stato un bel problema per loro
-uno in più o in meno qui dentro non cambierebbe nulla no?- disse Pride sedendosi di fianco a lei
Sakura annuì con il capo chiudendo gli occhi, e prepotente la presenza di Glattony le divorò corpo e mente in un istante
-non lasciare tracce-
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Envy seguì le donne in quel lungo corridoio, non era la prima volta che sfruttava il loro aspetto per ispezionare il posto; girò diverse volte in varie stanze fino a che non incrociò lo sguardo dell’oggetto dei suoi desideri.
Entrò in una stanza già aperta e lo trovò intento ad osservare alcune ragazze stese a terra prive di sensi.
“se provo a diventare la sua ombra sicuro se ne accorge”
Zetsu rivolse lo sguardo verso di lui, e si avvicinò piano
-cosa ci fai qui? - 
Envy non sapeva come rispondere, come rispondevano quelle donne quando erano interrogate? Non le avevano mai viste parlare, così decise così di abbassare lo sguardo e restare in silenzio.
Una mano delicata bianca si avvicinò al suo viso per alzarlo
-cosa ci fai qui piccolo fiorellino? - Zetsu bianco aveva assunto un tono molto dolce
Envy li guardò negli occhi ma rimase in silenzio. Per quanto si sforzasse non sapeva veramente cosa rispondere.
D'improvviso sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla e una presenza che conosceva bene si avvicinò a Zetsu, affiancandolo
-hai finito qui? - Madara non si era ancora voltato per vederlo. D'istinto riabbassò lo sguardo e tornò a fissarsi i piedi.
-non ancora- la voce di Zetsu era un po' più rude del solito, segno che questa volta era stato zetsu nero a rispondere
-e lei cosa ci fa qui? -  Envy sentì una scossa lungo la schiena, possibile che era stato già beccato?
-e quello che volevamo sapere- sentì Madara avvicinarsi e sfiorargli un fianco, lo stava fissando con i suoi occhi rossi
Madara si avvicinò a Zetsu accarezzandogli il mento per poi arruffargli i capelli, Zetsu bianco apprezzò molto il gesto, si mise in ginocchio cercando attenzioni
-portala con te e fatti aiutare a sistemare questo schifo-
Senza farselo ripetere Zetsu si alzò in piedi e trascinò Envy vicino ai sacchi
-prendi uno di questi e seguimi-
Envy fece come chiesto e, raccolto un sacco, se lo portò in spalla per poi seguire Zetsu lungo il corridoio.
Man mano che camminavano L'ambiente intorno a lui piano cambiava, i muri diventavano sempre più luminosi, il pavimento aveva assunto un altro colore. 
Lo vide salire parecchie scale per poi dirigersi in un grande salone, lo seguì a debita distanza, fino a che si fermò sullo stipite della porta di ingresso. Si girò intorno senza farsi notare, per memorizzare ogni particolare di quell’ambiente sfarzoso.
Non si era mai trovato in quel posto, tutto quello che aveva visto fino a quel momento erano i muri bianchi della sua stanza
“che cazzo di posto è questo?” pensò
Osservò Zetsu entrare e restare fermo a pochi passi da lui
-allora io vado-
Zetsu bianco aveva parlato per primo, con voce tremante
Madara si era materializzato vicino a lui, lo vide sorridere beffardo
-sbarazzati di ogni corpo che trovi- Fece cenno a Zetsu di avvicinarsi e questi lentamente obbedì.
Madara gli sussurrò qualcosa all’orecchio, poi lo lasciò andare e gli diede una sonora pacca sul sedere
“che schifo” era l’unico pensiero che Envy aveva avuto in quel momento
Zetsu fece cenno di seguirlo, uscirono di casa e caricarono quei sacchi pieni di corpi nella macchina. Partirono poco dopo, in totale silenzio.
Envy guardava il paesaggio fuori dal finestrino, non aveva mai visto un panorama così bello. L'oceano brillava sotto la luce del tramonto, poco più avanti intravedeva un cumolo di terra e qualche luce
“sembra un'isola” pensò. Si guardò le mani e rimase sorpreso quando queste scomparivano a tratti dalla sua vista
“chissà quanto ancora posso resistere” continuò a fissare il finestrino, stavano attraversando un piccolo ponte.
“allora questa è un'isola!” sgranò gli occhi nel vedere la città intorno a loro
“quando siamo arrivati qui non c’era” Envy tornò indietro con la mente, quando loro quattro si erano ritrovati a girovagare con Madara nei vicoli di una grande città
Guardò Zetsu per pochi istanti, nessuno dei due aveva aperto bocca, sembrava che non respirasse nemmeno
Pochi chilometri dopo la macchina imboccò una via stretta e si fermò. Il sole era già calato e il buio aveva circondato l’intero quarterie.
“non deve esserci nessuno in giro” Zetsu fece segno a Envy di scendere dalla macchina e seguirlo. Scaricarono i sacchi con poca delicatezza e in quel momento sentì Zetsu parlare
-ora dovremmo scioglierli- Envy si girò verso Zetsu perplesso
Zetsu si chinò sui sacchi e li squarciò, i corpi si rovesciarono a terra con degli spasmi.
“sono vivi” piano piano li sentiva respirare e mugugnare qualcosa
Sentì la presenza di Zetzu dietro le sue spalle, una mano si appoggiò sulla sua testa con delicatezza
Fu questione di un attimo
Crack
Sentì il collo rompersi e il corpo cadere inerme a terra. Non aveva sentito dolore, ma si immaginava una cosa del genere
-anche fin troppo facile- disse per poi avvicinarsi a lui e inginocchiarsi
Si leccò le labbra per poi prendere una mano e portarsela alla bocca, lo vide divorare piano piano quella mano con gusto.
Envy non mosse nemmeno un centimetro del suo corpo, restò con gli occhi sbarrati a guardare la scena. Nulla di quello che stava accadendo al suo finto corpo riusciva a sentire, nemmeno il dolore.
-vedo che il padrone aveva ragione, tu non sei una delle nostre- a quel punto Envy riacquistò in parte la sua forma originale
-oh e da cosa l’hai capito? Dal fatto che non ho urlato o dal sapore quasi nullo della mia mano? - 
-oppure dalla parte mancante del tuo corpo- Envy si guardò i piedi e constatò che effittivamente qualcosa in lui mancava sul serio
Passò una mano sulle sue gambe e queste riapparirono come per magia
-pensavo che quelli come te fossero stati sciolti nell’acido quel giorno- Zetsu di avvicinò a Envy con fare minaccioso, era chiaro che non l’avrebbe lasciato libero
-evidentemente hai pensato male-
Zetsu si scagliò contro l’homunculus cercando di colpirlo ma senza successo
-ma cosa...-
-ahahahaha ma guarda questo imbecille- Envy scoppiò a ridere
Zetsu continuò a sferrare i suoi attacchi senza successo, com’era possibile che quel coso non riusciva a toccarlo? Era come se fosse fatto di aria
-se te lo stai chiedendo, no non mi puoi toccare. Nessuno può- Envy si rifugiò nell’angolino buoi alle sue spalle per poi riapparire sopra il bidone dietro a zetsu
-infondo sono un ombra... Come fai a colpire un ombra? - 
Zetsu si scagliò ancora una volta contro l’homunculus cadendo nella spazzatura
-ora mi hai fatto incazzare- a quella vista Envy era scoppiato a ridere a crepapelle. Continuò a nascondersi tra i vari angoli bui della strada scansando con poca fatica i colpi di Zetsu.
All'improvviso vide un grosso gatto color beige con striature blu puntare nella sua direzione. Sorrise beffardo e guardando Zetsu gli disse
-facciamo così, se mi catturerai sotto forma di gatto, ti svelerò chi sono e chi mi ha mandato- in pochi secondi Envy si trasformò nel bellissimo gatto che ora stava correndo verso di loro. Sia il gatto che Zetsu rimasero impietriti.
-su cosa aspetti? - Envy balzò dal posto e corse in direzione opposta alla loro, seguito dal vero gatto e dall’uomo pianta.
-bastardo- Envy iniziò a correre sempre più velocemente, affiancato sempre dallo strano gatto. Lo fissò per poi fargli l’occhiolino
-se mi aiuti, poi ti aiuterò io, promesso- disse mentre si infilavano sotto una macchina
-e perché dovrei? - il gatto rispose spocchioso al suo sosia mal riuscito
-ehmm.. Vediamo... uno perché quello stronzo ti farà a pezzi appena ti prende...-
-se mi prende- rispose a tono il gatto
Envy sorrise maligno, quel gatto se lo ricordava molto bene, sarebbero diventati ottimi amici
-e seconda cosa...- piano piano il corpo del gatto si trasformò in quello di una ragazza
-sakura...- il gatto rimase basito a quella trasformazione. Aveva fatto bene ad inseguirlo per tutto il tragitto, il suo odore era simile alla sgualdrina che la sua forza portante stava disperatamente cercando
Envy tornò ad essere il gatto di prima, per poi fissarlo
-ti dirò dove si trova Sakura, ma tu promettici di tirarci fuori dalle grinfie di Madara-
Uscirono fuori allo scoperto quando Zetsu ribaltò la macchina inferocito. Continuarono a correre fino a quando arrivarono alla fine di una via chiusa.
Zetsu li guardò con rabbia, ansimando pesantemente.  si lanciò urlando contro di loro ma una grossa gabbia di sabbia intrappolò il suo corpo facendolo cadere a terra
-funerale del deserto- disse il gatto, un forte urlo di dolore squarciò il vicolo.
-questo lo terrà buono per un po'- i due scapparono verso l’uscita per poi nascondersi dietro un angolo
-cosa gli hai fatto? -
-niente di ché. Gli ho rotto qualche osso, per un po' dovrebbe restare lì immobile a soffrire... ora dimmi dov’è la ragazza- il gatto lo fissò truce. Envy decise di tornare nella sua forma originale ma qualcosa andò storto, metà del suo corpo ora non c’era quasi più.
-senti che ne dici di allontanarci da qui? Tanto anche se ti dicessi dov’è, tu da solo non puoi fare niente- Envy rimase seduto fissando il vuoto che aveva al posto delle gambe
-E come facciamo con te ridotto così?-  il gatto lo annusò ancora una volta, confermando l’odore di quella ragazza
-facile, fammi diventare la tua ombra. In questo modo posso spostarmi facilmente con te senza rischiare di perdere altri arti-
Il gatto annuì e subito sentì qualcosa di oscuro sotto i suoi piedi
-vedi di rispettare i patti o ti userò come lettiera-
-hahaha certo micione-
È detto questo il gatto si allontanò il più in fretta possibile da quel quartiere buio e angusto.
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Gaara era seduto sopra il cofano della sua macchina, mentre i suoi amici lo guardavano con preoccupazione. Erano mesi che batteva ogni centimetro di quella città, ma senza aver trovato traccia di Sakura e di Madara. Avevano solo capito che quei corpi lasciati lì a marcire erano un depistaggio da parte di quello psicopatico, un modo come un altro per smaltire i suoi giocattoli difettosi. Gaara sospirò alzando la testa verso il cielo, strofinandosi gli occhi fortemente. Era riuscito a calmare i suoi scatti di rabbia, ma durante la notte, nei pochi momenti in cui era riuscito a riposare, Sakura gli faceva visita nei sogni, a volte piangendo, a volta serena. Spesso la sognava distesa al suo fianco, accarezzando la sua testa e sussurrandogli parole dolci.
Gli mancava la sua Tsundere, le mancava da morire. Ogni volta che si risvegliava dal sonno era sommerso di lacrime e bagnato di sudore. Ed era in quei momenti, che la sua rabbia tornava a farsi sentire prepotente.
-chissà dov’è finito- Naruto guardò perplesso il compagno. Erano ore che Shukaku era sparito e ancora non era tornato.
-probabilmente sarà qua in giro a fiutare- Sasuke fece spallucce all’affermazione di Gaara.
-direi che è ora di richiamarlo, ormai qui non c’è più niente da cercare- disse mentre si alzava in piedi sistemandosi la camicia di lino bianca.
Il padre gli aveva impedito di cercare Sakura a qualsiasi ora del giorno, ma sono quando avesse finito il suo lavoro. Si era scagliato contro il padre la prima volta, arrabbiato, ma poi dopo vari tentativi di calmarlo, aveva capito che era un modo per evitare che perdesse la testa.
Tutti avevano notato il cambio repentino di umore del ragazzo, Gaara stesso se ne era accorto. La mancanza di sonno e l’ansia di non rivedere più quella chioma rosa lo stavano mandando al manicomio.
“dove cazzo sei finita? È possibile che sei sparita nel nulla?” sentì gli occhi pizzicare, li stropicciò ancora una volta schiarendosi la voce
Un fruscio alle sue spalle lo fece girare lentamente. Vide il grosso gatto correre verso di lui e balzare sulla macchina
-sali in macchina e allontaniamoci da qui SUBITO- aveva esclamato il gatto
-Cos'è successo?-
Il gatto aveva un’aria spaventata, il pelo si era arruffato nella lunga corsa e aveva il fiatone
-ho incontrato il galoppino di Madara scaricare alcuni corpi-
-COSA? - i tre urlarono all’unisono
-dov'è quel bastardo- Gaara si era mosso verso la direzione del gatto superandolo ma una nube di sabbia intrappolò i piedi a terra
-per ora agonizzante in un vicolo-
Gaara fissò il gatto, c’era qualcosa che non quadrava in lui
-ho alcune informazioni su dov’è nascosta Sakura- Gaara sgranò gli occhi.
-per essere precisi, ho L’ INFORMATORE- l'ombra del gatto guizzò per pochi secondi, per poi staccarsi e prendere forma di un ragazzo dai capelli verdi e il sorriso sul volto
Tutti fissarono i due che erano seduti sul quella macchina, Naruto si avvicinò all’amico con fare sospetto; Avevano notato che al ragazzo mancavano alcune parti del corpo, ma sembrava che a lui la cosa non pesasse
-chi sei? - Gaara aveva il cuore che galoppava impazzito, forse aveva trovato un modo per riprendersi la sua Tsundere
-una delle sue personalità- Envy aveva iniziato ad accarezzarsi i capelli tranquillamente. Aveva riconosciuto benissimo il rosso che ogni notte teneva compagnia loro e Sakura nei sogni
-spiegati meglio- Sasuke si era avvicinato al ragazzo attivando lo Sharingan
Envy smise immediatamente quello che stava facendo, per poi puntare un dito contro di lui
-quegli occhi! Sono gli stessi di quel pazzo!! Col cazzo che ci torno lì dentro, maniaco! - e in un attimo si era catapultato per terra strisciando. Non aveva più le forze per trasformarsi in altro, l’allontanamento da Sakura gli aveva man mano fatto perdere i suoi poteri.
Gaara raccolse il ragazzo da terra con un piccolo nastro di sabbia e lo rimise a sedere sulla macchina
-tu riconosci questi occhi? - gli disse mettendosi davanti al moro
-certo! -
-e cosa centri tu con Sakura-
-te l’ho detto! Sono una delle sue personalità...- vedendo le loro facce perplesse Envy decise di spiegare brevemente la situazione
-Madara ha intrappolato le nostre anime dentro Sakura con un rito, pensando di trasferire i nostri poteri su di lei e far di lei l’arma più potente a questo mondo. Solo che non ha calcolato che le nostre anime si sarebbero intrecciate con quello della ragazza... anzi in realtà non lo sa... glielo teniamo nascosto.... sai... non ci fidiamo molto-
-lui ha fatto cosa? - il volto di Gaara aveva iniziato a creparsi fortemente
Envy sorrise maligno. La gelosia del ragazzo era evidente, e la cosa lo divertiva da impazzire. Chissà che faccia avrebbe fatto sapendo la verità sul rito che l’avrebbe legata a Madara per sempre e su che modi dolorosi i loro 4 corpi erano intrappolati con lei e i loro effetti collaterali
Si schiarì la voce e con grazia passò una mano sul suo viso, trasformandolo in quello della tanto amata Sakura
-mi ha legata ad un lettino per giorni, infilato non so quanti tubi in tutti il mio corpo... mi ha toccato e accarezzato mentre agonizzante accoglievo in me questi mostri... ha abusato di me dopo ogni rituale, dopo aver sciolto quei poverini dentro l’acido.... ogni volta che ne accoglievo uno, il mio potere cambiava... si materializzano all’improvviso, mi parlando dentro la testa e ridono di me.... ma quello che mi fa male di più e che tra qualche ora quello stronzo mi legherà a terra dietro la sua villa, evocherà degli stronzi da sotto terra. Degli angeli scenderanno dal cielo e faranno firmare un contratto d’anime con lui, mentre quei mostri incideranno sulla mia carne il suo nome... diverrò totalmente succube del suo volere... anima e corpo... nessuno potrà più salvarmi.... perché anche se lui morisse... morirei anche io con lui-
Una mano si strinse fortemente sul suo collo, vide gli occhi del rosso iniettati di sangue. Rise di gusto per poi tornare per l’ultima volta alla sua forma originale
-dimmi dove si trova-
-te lo dirò, a patto che ci libererai tutti- Gaara si staccò dal ragazzo tremando di rabbia. Avrebbe portato via Sakura dalle grinfie di Madara, per poi strappare ogni essere che viveva dentro di lei.
Sarebbe tornata ad essere la sua dolce e tenera Tsundere di sempre.
Non l’avrebbe più lasciata andare, sarebbe rimasta al suo fianco per sempre.
Strinse la mano che il ragazzo gli stava offrendo, la strinse forte dalla rabbia.
-come facciamo a sapere che quello che dici è vero-
-perché io sono ancora qui, e se non ti fidi va bene. Troveremo sicuramente un altro metodo per fuggire... attualmente Sakura non sa che io sono qui... e starà soffrendo anche parecchio-
Naruto strinse i pugni con rabbia, non si fidava di quel ragazzo ma per adesso era l’unica cosa che avevano per recuperare Sakura
Sasuke raggiunse il compagno e toccò la spalla a Gaara, gli disse che stavano arrivando i rinforzi con il fratello e Kakashi al seguito
-è meglio che sia la verità, o ti ucciderò con le mie stesse mani- disse Sasuke minaccioso attivando il secondo stadio dello Sharingan
-lo giuro sull’anima di Sakura che è la verità... e poi ditemi.. Chi è lo scemo che si farebbe ancora scopare da quello lì? - i tre rimasero in silenzio
-in che direzione? - Gaara parlò con voce tremante
-aspettiamo i rinforzi-
-sarebbe troppo tardi- Envy ancora una volta parlò, mentre fissava il suo corpo svanire
I tre ragazzi si guardarono silenziosi, per poi annuire. Aspettare avrebbe solo aggravato la situazione.
Salirono in macchina, trascinando il gatto e il corpo del ragazzo con loro. Envy si appoggiò sulle gambe del rosso che era seduto di fianco a Sasuke che guidava. Naruto intanto aveva iniziato a cambiare aspetto mentre Shukaku era tornato dentro il corpo del proprio recipiente.
-che cazzo fai? - Gaara cercò di scollarselo di dosso
“ma... è aria?” non era riuscito a prenderlo e il suo peso praticamente non esisteva
-è inutile che mi sposti, sono un’ombra- rise in faccia del rossino
-e poi come faccio ad indicarvi la via se sto l’ì dietro? -
Sasuke annuì mettendo in moto, effettivamente se c’era da svoltare all’improvviso era meglio tenerselo davanti in modo da anticipare le sue mosse.
-allora in che direzione? - Gaara lo guardò serio, le mani avevano iniziato a tremare di rabbia e la sabbia si stava accumulando in tutto il suo corpo
-intanto torna indietro- disse Envy indicando con il pollice il lunotto.
Sasuke non se lo fece ripetere due volte. In una sola manovra girò la macchina nella direzione opposta e sfrecciò lungo la via poco illuminata.
Gaara fissò davanti a sé il ragazzo, per poi spostare lo sguardo un pochino più in là, verso la strada. Finalmente avrebbe rivisto la sua Sakura. L'avrebbe portata via da Madara a qualunque costo; avrebbe perso la vita pur di liberarla
“resisti Sakura, sto arrivando... qualunque cosa accada, ti prego, resisti” pensò mentre con un profondo sospiro si preparò ad accogliere tutto il potere che il suo amato demone per anni gli aveva implorato di usare
 

 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 05, 2021 ⏰

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