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pov jj
dopo un'ora me ne torno a casa per cenare, Cass non c'è è in camera non vuole mangiare
ho paura per questo. in quei tre anni di lontananza mi ha raccontato di aver sofferto di disturbi alimentari, non riusciva a mangiare perché si sentiva in colpa, perciò passava giorni a digiunare stando male con se stessa, mentre in altri giorni si abbuffava sul cibo sentendosi sempre in colpa.
questo perché aveva perso l'equilibrio che le donavo io, ecco ciò che mi ha detto lei, spero vivamente non ricapiti ancora... per colpa mia. non me lo perdonerei mia
fred: è andata male? io: tu che ne dici? sbarro gli occhi non appena mi rendo conto di averlo detto ad alta voce
io: scusami fred: tranquillo sop: ma se questa è la tua decisone, beh noi non la capiamo ma ti rispettiamo, e sono sicura imparerà a farlo pure Cass io: lo spero
la cena è silenziosa sono perso nei miei pensieri penso a lei
io: vado a farmi una doccia dico finito di sparecchiare sop: si certo raggiungo camera mia e di Cass, entro senza fare rumore e la vedo nel letto, sotto le coperte.
sta dormendo, le accarezzo la guancia e mi sembra di accarezzare la sua debolezza. è così fragile ma così impulsiva, non pensa molto prima di agire, so che le cose che ha detto non le pensa, ma mi ha ferito.
le bacio la testa e rimango un po' lì a guardarla.
poi mi metto alla scrivania, accendo la lampada, prendo carta e penna e faccio quello che più mi riesce meglio: scrivere.
nessuno sa di questo mio lato ma quando non riesco ad esprimermi a parole lo faccio tramite la scrittura.
mi rilassa, mi calma, mi tranquillizza. inizio ad aprire il mio cuore scrivendo tutto quello che penso.
