Cap 22

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Nicolay

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Nicolay

Era passato un mese da ciò che era successo.

Celeste si era ripresa fisicamente, anche se aveva paura ancora di rimanere da sola in casa.

Per non parlare del fatto che scattava ogni notte nel sonno, per accertarsi che si trovava a casa.

Non era semplice, doveva calmarsi, doveva accettare che finalmente tutto era passato e che si trovava a casa con me.

So che non era semplice, ma doveva andare avanti, per il suo bene.

Certo ci sarebbe voluto un po' prima avrebbe superato quel tipo di sciock, ma doveva finalmente far capire alla sua mente che era casa, non più da quella feccia umana, che era stata sterminata da me.

Ero rimasto al suo fianco, non la lasciavo un momento, volevo che si sentisse al sicuro, evitando di uscire insieme hai miei "fratelli" per gli affari, me ne occupavo da casa.

Non era ancora pronta a rimanere da sola, anche se sola non lo era mai, dato che la casa era ricoperta di uomini, nascosti che sorvegliavano tutto.

Non la perdevano di vista un secondo.

Ma comprendevo il suo dolore, la sua paura.

Ciò che era accaduto non doveva accadere, non me lo perdonerò mai.

Grazie a Dio lei e nostra figlia stavano bene, se quei fottuti bastardi fossero andati fino infondo io..

Scossi la testa per scacciare via quegli orribili pensieri, che mi assalivano continuamente.

Uscii dal mio ufficio, dopo aver terminato la chiamata con Rey che mi informava sulla nostra fornitura.

Dei Lopez non era rimasto più niente.

Avevamo sterminato completamente il loro clan.

Dopo ciò che era successo, eravamo ancora più meticolosi.

Non volevamo che ciò che era successo a mia moglie, potesse capitare alle loro.

Avevamo rafforzato la sicurezza per tutti.

Era passato un mese, un mese in cui notavo chiedevo il suo perdono, per ciò che l'era accaduto, e che lei prontamente mi sorrideva e mi sussurrava, che non aveva niente da perdonarmi, perché non era successo per colpa mia.

Quella donna era un angelo, il mio angelo, a cui avrei reso la sua vita perfetta e con il quale avrei cercato di farmi perdonare su ciò che l'era successo, anche se lei continuava a ripetermi che non era colpa mia.

Ma mi ci sentivo in colpa, in colpa che l'avevano presa e che non ero riuscito a trovarla subito.

Questa cosa mi logorava dentro, ma allo stesso tempo sentivo quella calma, dove vedevo che le mie ragioni di vita stavano bene.

Le Mogli Dei Re Della FratellanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora