La notte e il giorno

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[LEXA]

Sono passate da poco le 20 quando l'ascensore raggiunge il piano che ho prenotato, le porte automatiche si aprono ed io mi faccio strada tra le persone che lo stanno occupando insieme a me, per uscire e raggiungere l'ingresso di un reparto che abitualmente non frequento...

NEUROLOGIA

Per un attimo mi fermo ad osservare la scritta bianca che spicca all'interno del cartello blu che sovrasta la porta chiusa di fronte a me, prima di decidermi ad aprirla e attraversarla.

Quando raggiungo la sala d'attesa che precede l'ingresso al reparto, ho di nuovo un momento di esitazione e mi blocco sulla soglia, colpita dall'immagine che si mostra ai miei occhi...

L'unica figura che riempie la sala silenziosa e asettica, come lo sono normalmente le sale d'attesa degli ospedali, soprattutto al di fuori degli orari di visita, si nota appena, immobile, racchiusa su se stessa, come se volesse poter sparire ancora di più e non essere notata da nessuno...

Indossa una semplice tuta grigio scuro e senza la divisa nera da paramedico, nella quale sono di solito abituata a vederla, sembra ancora più piccola della sua ancora giovane età e mi fa pensare a quanto in fretta sia dovuta crescere a causa delle troppe prove che la vita l'ha chiamata ad affrontare...

Mentre non si è ancora accorta che la sto osservando, mi avvicino a lei e le sfioro appena una spalla per palesare la mia presenza prima di salutarla.

"Ciao Octavia... come stai?".

"Buonasera Dottoressa Woods..." istintivamente Octavia si alza in piedi e mentre mi saluta con un tono di voce che esprime la sua sorpresa nel vedermi, esita ad incrociare il mio sguardo e non risponde alla mia domanda.

"Stamattina Indra mi ha detto che sei sempre rimasta qui... mi dispiace avrei voluto poter passare prima a vedere come stessi, ma non ho potuto prima della fine del turno".

"Dottoressa non era obbligata a venire e avrebbe avuto tutte le ragioni a non volerlo fare, a non voler essere qui e a non volermi vedere, dopo quello che è successo ieri...".

"Octavia è stato un momento difficile per tutti...".

"Si ma non avrei dovuto permettermi di rispondere in quel modo né a Clarke né tantomeno a lei... ma mi fa davvero piacere vederla, grazie di essere venuta... - annuisco, senza interromperla, capendo che sente il bisogno di dirmi altro - non so se ha ricevuto gli ultimi aggiornamenti sulla donna che mio... che Bellamy ha investito..." Octavia ci mette qualche secondo per nominare suo fratello davanti a me, come se avesse nuovamente paura della mia reazione e noto che si preoccupa di darmi notizie solo sulla donna e non su di lui, mentre io evito di chiedere altro.

"Le ultime notizie le avevo ricevute stamattina presto da Lincoln che con un messaggio mi aveva avvisato che era stata operata dalla Dottoressa Griffin e che era stabile, anche se in coma farmacologico...".

"Si e oggi pomeriggio hanno fatto una nuova tac che ha evidenziato un miglioramento della pressione sanguigna intracranica che preme sul cervello, dopo il forte trauma dell'impatto sull'asfalto... resta in prognosi riservata e non possiamo ancora sapere se avrà riportato danni celebrali, ma..." i timorosi occhi verdi di Octavia spariscono, mentre lei abbassa lo sguardo e li chiude mentre pronuncia le ultime parole per poi interrompersi...

"Ma è un miglioramento, prendiamo questa piccola buona notizia e continuiamo a sperare. La reazione positiva della paziente all'intervento che ha subito è molto importante e anche il fatto che già in pronto soccorso era stato possibile risolvere il problema dell'emorragia interna addominale" proseguo la frase per lei cercando di evidenziare ogni pensiero positivo che si possa fare in questo momento.

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