Capitolo 9

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"Non preoccuparti non farei del male a mia figlia."
"Non avevo in mente que-"
"Papà sappi che me ne hai già fatto abbastanza! Tu e la mamma mi avevate detto che Calum era morto. Perchè? Perché voglio capire! Cosa ti cambiava dirmi che era solamente partito, al posto di farmi fare sei mesi di terapia e ancora adesso la terapia non era servita a niente. Certo non ne parlavo con nessuno come se avessi dimenticato tutto ma io ci pensavo eccome. Quando è venuto nella mia stanza e mi ha detto tutto non puoi capire come mi sono sentita. Non lo puoi fottutamente capire papà! Anzi sappi che sono profondamente delusa e mi fa schifo anche chiamarti papà. E con questo Calum ce ne andiamo. Non ho voglia di urlare ancora,Robin."
Dissi tutto questo urlando, mi sentivo abbastanza meglio. Mi ero sfogata. E non mi interessa della gente che ci aveva sentiti. Bene, se nella scuola era il miglior preside dell'umanità dovevano sapere allora che era un padre di merda.
"Eh no Ashley! Tu non vai da nessuna parte."
"Io vado dove cazzo mi pare." mi scostai da Calum per avvicinarmi a lui.
"Signorina. Sai che non ammetto questo uso del linguaggio da parte tua. Stai parlando con tuo padre e ti ho cresciuta con un educazione."
"È quello il problema. Hai pensato sempre alla mia educazione e mai a come mi sentivo veramente."
"Non è vero nulla. Tuo fratello mi ha sempre deluso in tutto e se ti ho cresciuto così è proprio per non farti fare la sua stessa fine." Punta il dito contro Calum e continua. "Andato via di casa a giovane età solo perche non si sentiva libero di fare tutte quelle merdate che voleva."
"Non sai un cazzo di me." Calum fa un sorriso e scuote la testa. "Non mi sono mai sentito a casa con voi." Detto questo mi prende per mano e mi porta con se dentro.
Mentre camminiamo mi giro dietro per vedere mio padre accasciato sulle ginocchia e mi si spezza il cuore. Per quanto mi abbia fatto male gli voglio bene.
Cerco di lasciare la mano di Calum per andare da lui , ma lui me la stringe.
"Ascoltami, deve capire quello che hai passato ed è meglio così."
"Ho esagerato dicendo che mi faceva schifo chiamarlo papà.." abbasso la testa e una lacrima bagna il mio volto.
"Fai passare un po di tempo. Deve capire e basta okay?"
"Vabbene."

-Sabato.
Mi sveglio distrutta dalla posizione in cui avevo dormito quella notte. Cerco di girare il collo ma fa malissimo quindi giro tutto il corpo trovandomi da sola in stanza.
Erano passati tre giorni dal litigio con mio padre e non lo avevo visto in questi giorni. Sono stata molto tempo con mio fratello e ho passato del tempo anche con Harry che risulta essere bipolare..molto.
Ricordo quando ci siamo dati la mano e abbiamo preso la scossa entrambi, molto bizzarro. Mio fratello è stato molto protettivo poi nei miei confronti perché ritiene che Harry sia uno stronzo con le ragazze e la 'sua piccola sorellina' non deve imbambolarsi di persone così.
Mi ha fatto molti discorsi di questo tipo e bla bla bla. Dire che prima mi sentivo più libera di adesso è poco.
Vengo distratta dalla porta che si apre da dove spunta Harry con una busta in mano.
"Ehilà buongiorno" mi dice mostrando le sue fossette.
"Buongiorno" dico con una voce leggermente roca.
"La bella addormentata dorme molto a quanto vedo. Ho una bella notizia e per festeggiare ho portato i cornetti." dice alzando la busta.
"Mh..che odorino! Di che si tratta?" sorrido.
"Ricordi la nostra proposta?"
"Quella di andare a vivere insieme?"
Annuisce "abbiamo trovato la casa."
Detto questo sorride e mi butta giù dal letto infilandomi il cornetto in bocca.

•She's mine.|| h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora