Col passare del tempo mi resi conto che lui faceva ancora parte di me, nonostante tutto. Volevo solo ricominciare a vivere con lui, ma non sembrava che lui volesse fare lo stesso.
Da quando lo avevo lasciato era sempre in giro con Claudia. Ero gelosa, super gelosa. Al posto di Claudia avrei voluto esserci io, come in passato.
Nella mia scuola arrivò un mio vecchio compagno d'infanzia, Marco, con cui avevo giocato dalla prima alla quinta elementare. Siccome ero l'unica ragazza che conosceva, parlava solo e sempre con me. Iniziammo a legare molto, e fui felice di aver ritrovato una vecchia amicizia. Marco prese il posto di Michele, non come fidanzato, ma come migliore amico. A lui potevo raccontare tutto, sapevo che potevo sempre contare su di lui, e lui poteva fare lo stesso. C'era sempre per me, anche alle 2 di notte. Ogni giorno mi sorprendeva sempre di più, quel ragazzo era un amico vero, uno di quelli amici che si trovano raramente.
Grazie a lui pensavo di meno a Michele, incominciai a essere di nuovo la ragazza di sempre, anche se non con tutti. Il mio carattere variava molto da persona a persona: con alcune ero dolce, simpatica, tenera, come con Marco, con altre ero fredda e scontrosa, come con Michele.
Nonostante io avessi ritrovato parte di me attraverso Marco, sentivo che, comunque, avevo ancora una voragine nel cuore, e sapevo che non si trattava del tumore, ma della mancanza di qualcuno, e sapevo anche di chi...Michele.
Non dissi niente sulla mia malattia a Marco, non volevo farlo preoccupare, e non volevo neanche starci troppo male io.
I giorni passavano, e anche se tutto poco alla volta si stava sistemando, io mi sentivo sempre più male, la malattia s' intensificava sempre di più. Non ebbi più la forza di alzarmi dal letto, facevo fatica a parlare e a respirare. Capii che per me stava venendo il momento in cui io me ne sarei andata, e quando sarebbe avvenuto Michele non sarebbe stato li con me, ma con Claudia.
Marco venne a conoscenza delle mie condizioni e ogni giorno veniva a casa mia, mi faceva ridere, anche se ero in pessime condizioni. Mi leggeva sempre qualche barzelletta per farmi nascere un sorriso. A volte guardavamo insieme un film. Mi teneva la mano e mi diceva "Andrà tutto bene", poi mi guardava e mi dava qualche bacio sulla guancia, mi guardava negli occhi e sorrideva.
Sapeva quello che stavo provando, tutto il dolore che stavo vivendo, e decise di starmi accanto. Saltava scuola per "accudirmi" facendomi sorridere sempre, in un modo o nell'altro, anche sul punto di morte.
E ancora una volta potei dire che si, lui era un amico vero.
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L'amore dà, l'amore toglie
RomantizmEra in fin di vita per un tumore al cuore; l'unico modo per salvarla era che qualcuno le donasse il cuore, ma non un cuore qualsiasi, un cuore compatibile al suo. Chi ce l'aveva?