"Lyn...Lyn ti senti bene?" Il ragazzo iniziò a muovere le mani davanti ai suoi occhi persi nel vuoto.
Lei scosse la testa, come per risvegliarsi da un brutto sogno:"Si, sì, sto bene...andiamo."
Mentre camminavano tranquillamente, proprio come i colpi di scena nei film di Hollywood, accadde l'ultima cosa che Klyn desiderava.
Rosie e Ada le stavano venendo incontro ridendo.
Klyn si bloccò, pervasa da troppi sentimenti, troppi ricordi, troppe lacrime, e aprì leggermente la bocca, ma quelle, appena la videro, smisero di ridere, mutando la loro espressione, e passando avanti indifferenti, come se niente fosse, come se tra di loro non fosse mai successo niente.
Strinse i pugni, si voltò e urlò:"Siete delle vigliacche!"
Loro si fermarono, mentre Klyn continuò:"Avete sentito bene! Mi avete abbandonato come tutti, non riuscendo ad accettarmi! Ma mi va bene, lo capisco, come si può voler bene ad una come me?-calde lacrime iniziarono a scorrerle sul viso-Una ragazza sempre imbronciata, incavolata con il mondo intero e con una risposta tagliente sempre pronta?Comunque sia, grazie, per essermi state accanto per tutto il tempo in cui siete riuscite a farlo, speravo foste voi quelle che...ah, lasciamo perdere."
Detto questo riprese a camminare verso la direzione dell'ospedale, affiancata da un Joe alquanto turbato.
"Vigliacche eh?"
Lei serrò le labbra:"Vigliacche, già..."
"Mi racconterai di questa storia un'altra volta, sei già abbastanza depressa oggi."
"Io non sono depressa!" Disse lei.
"Va bene...ti va se chiamo Ethan e gli chiedo di venire?"
Il respiro di Klyn le si bloccò in gola:"Perché deve venire anche Ethan?"
"Mi spieghi piuttosto tu che cos'hai contro di lui?"
"Io niente, è solo che..."
"È solo che?"
Klyn ripensò a quei capelli neri come la pece, ai denti bianchi come il latte e a quel sorriso che mai dimenticò nel corso degli anni."Resteremo insieme per sempre, vero?" Chiese Joe ai due.
"Certo!" Esclamarono Klyn e Ethan.
Per sempre."Ethan! Che fai?"
"Niente, sto leggendo."
"Ma quello è il mio libro, come ti sei permesso brutto...adesso corri perché appena ti prendo ti ammazzo."
Lui iniziò a correre ridendo, mentre Klyn, furiosa ma divertita, gli correva dietro."Klyn, mi dispiace per i tuoi, però sai, forse loro non sono stati bravi, quindi sono morti, forse lo meritavano, forse, come diceva il nonno, Dio ha deciso di punirli."
Lei gli tirò uno schiaffo in pieno viso e, a denti stretti, disse:"Forse sei TU che meriti di morire dopo quello che hai detto. I miei? Cattive persone? Non farmi ridere Ethan, perché proprio non sono in vena. E poi, qualunque Dio ci sia, sono sicura sia un Dio buono, sono sicura che non ucciderebbe qualcuno solo perché si è comportato male...saremo tutti morti a quest'ora, non credi?
E adesso vedi di andartene, cretino che non sei altro!""È che...ah, non lo so, fai come vuoi." Disse la ragazza sbuffando e accelerando il passo.
"Spiegami perché." Disse serio.
"Joe, piantala. Chiamalo e andiamo."
"Prima dimmi perché ti comporti così con lui."
"Perché è solo uno stupido arrogante, okay?!" Questa volta perse la calma, e urlò.
Joe si bloccò sul posto, aprì la bocca come per dire qualcosa, ma poi la chiuse, sconfortato.
"È per quello che disse dopo la morte dei tuoi genitori, vero?" Chiese in un sussurrò.
Klyn immediatamente rabbrividì:"E tu come fai a saperlo?"
"C'ero anche io, ero nascosto dietro un cespuglio lì vicino, stavo piangendo e sentii tutto il vostro litigio."
"Beh... ora ne sei certo. Andiamo." Klyn ricominciò a camminare, mentre Joe rimase fermo.
"Lui ti vuole molto bene Klyn, sai? Per lui, tu, sei una delle persone più importanti.
È solo verso di te che mostra compassione, solo verso di te si fa protettivo, solo quando è assieme a te ride per davvero.
Ovvio, vuole bene anche a me, come a molti altri, ma solo con te riesce a dimostralo, questo perché lui...lui tiene veramente a te, Klyn.
Ma soprattutto, tu sei l'unica persona in grado di spezzargli il cuore, nessuno ci è mai riuscito, se non tu Klyn."
Joe riprese a camminare, accelerando il passo e superandola di poco.
"Io voglio ancora bene a Ethan." Disse dopo poco la ragazza, che, oltre che a sorprendere Joe, sorprese anche se stessa.
"Allora dimostraglielo." Disse serio il giovane.
I due, per tutto il tragitto, non dissero più nulla, fino a che, arrivati davanti al grande portone grigio dell'ospedale, Joe chiese:"È tutto okay?"
Klyn annuì sicura, varcando la soglia, preparandosi all'inferno e, senza nemmeno rendersene conto, strinse forte la mano di Joe.
"Hey! Aspettatemi!" Urlò una voce dietro di loro, così si girarono e Klyn si ritrovò davanti Ethan, che teneva in mano un mazzo di calle rosse.
Klyn guardò Joe interrogativa, non capendo quando lo avesse chiamato, ma lui non le rispose, limitandosi a sorridere all'amico.
"Queste sono per te Klyn...Joe mi ha detto tutto, quindi ho pensato che ti avrebbe fatto piacere avere dei fiori da mettere nella stanza di tuo fratello." Disse Ethan porgendo il mazzo a Klyn, che lo afferrò titubante, sussurrando un "grazie" quasi impercettibile.
Ripresero a camminare in silenzio, girando per i tristi corridoi dell ospedale S. John, intenti a seguire l'infermiera a cui avevano chiesto informazioni.
"È qui." Si fermò quest'ultima, prima di scomparire dentro ad una delle numerose stanze presenti in quel piano.
Klyn fece un respiro profondo, chiuse gli occhi e aprì la porta, sperando di trovare il Rowen sorridente di sempre ad accoglierla, ma sapeva bene che sarebbe stato impossibile, già, impossibile...
Suo fratello era steso sopra ad un lettino, con gli occhi chiusi e mille tubicini che si intromettevano del suo corpo, nella speranza di aiutarlo a stare meglio, a stare bene, ancora per un po'.
Lei lo guardò, e i ricordi iniziarono ad arrivare come le persone alla stazione."Klyn, vieni. Tieni gli occhi chiusi però, mi raccomando!"
"Va bene."
...
"Okay, aprili."
"Wow! È per me?!"
Rowen sorrise dolcemente:"Si.""Rowen, cos'hai?" Chiese Klyn.
"Niente, nulla di importante."
"Se ti riguarda allora è più che importante." Disse lei."Dannazione! Vuoi lasciarmi in pace? Mi domandi anche come sto?! Sono morti, Rowen, morti! Come vuoi che stia?!" Urlò Klyn.
A Klyn scappò un singhiozzo, che riuscì a trattenere a fatica, sperando che nessuno l'avesse sentita.
Gli si avvicinò piano, si sedette sullo sgabello posto vicino al suo lettino e lo fissò per un po', sperando che, quasi per magia, lui si svegliasse, che aprisse quei suoi meravigliosi occhi sempre sorridenti.
"Mi dispiace Rowen..." Sussurrò.
Si girò verso i due ragazzi, ma notò che Joe era sparito, così, di punto in bianco.
"Dov'è finito Joe?" Chiese Klyn.
Ethan alzò le spalle:"Non ne ho idea."
Lei, indurendo lo sguardo, spostò il volto in direzione della grande finestra che dava su tutta la città.
"Scusami Klyn, per ciò che ho detto anni fa." Disse Ethan, dopo un po' di tempo, avvicinandosi a lei.
La ragazza chinò il capo:"Non fa niente."
"Sul serio?"
"Si...d'altronde, eravamo solo dei bambini, no?"Sorrise un poco, per poi tornare immediatamente seria.
"E...-continuò Ethan-sono molto dispiaciuto per tuo fratello."
"Anche io." Disse fredda, per poi voltarsi verso di lui e, finalmente, si permise di guardarlo qualche secondo negli occhi, come facevano da piccoli, così di nuovo, ricordò chi era, chi era per per davvero."Tieni." Disse Ethan porgendo un piccolo pacchetto a Klyn.
"Cos'è?" Chiese la bambina con gli occhi pieni di curiosità.
"Aprilo." Sorrise il ragazzo."Grazie Ehan, per tutto ciò che fai per me."
"Ho paura che, facendo così, tu possa solo allontanarti ancora di più da me." Disse l'amico.
"Non succederà, promesso." Rispose Klyn, voltandosi.Eppure...era successo.
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𝐼𝑜 𝐻𝑜 𝑇𝑒, 𝐹𝑟𝑎𝑡𝑒𝑙𝑙𝑜
Random"𝑌𝑜𝑢'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝐼 𝐻𝑎𝑣𝑒..." Era un legame troppo forte per essere spezzato, di quelli che neanche la morte potrebbe distruggere. Brooklyn abita sola con suo fratello maggiore Rowen da ormai due anni, da quando i loro genitori sono morti in...