Vivi in un appartamento a Jung, un paese vicino a Seul.
I tuoi genitori adottivi ti tengono segregata a casa, l'unico tuo punto di sfogo sono gli Stray Kids, in particolar modo Hyunjin.
A volte guardi le sue live e ti metto a viaggiare con l'immagi...
Ciao ragazzi, mi dispiace per aver pubblicato tardi il capitolo, ma ho avuto un po' da fare e sono riuscita a pubblicarlo solo ora.
Ora vi lascio alla storia.
Allora ne parlai con gli altri.
<< Hyunjin, so che non vuoi lasciare una Stay in quelle condizioni ma non possiamo fare niente noi >> disse Bang Chan mettendomi una mano sulla spalla.
<< Voi non capite lei STA SOFFRENDO >> dissi io.
<< Mi dispiace molto per lei, ma la JYP non ci lascerà fare niente, sai come sono no? >> disse Lee Know alzando gli occhi al cielo.
Sbuffai e me ne andai in camera, mi misi a riflettere su cosa potressi fare quando sentii aprire la porta.
<< Posso entrare? >> disse Lee Know
Gli feci un cenno con la testa << Certo >> dissi.
<<Tutto ok? Non ti ho mai visto così >> disse lui.
<< Non lo so, sento che T/n ha bisogno di una mano >> dissi.
<< Ci tieni molto eh? >> replicò.
<< Ma cosa dici! è che è una Stay e non merita di stare male >> dissi arrossendo e pensando alle nostre conversazioni, sentivo che con lei potevo parlare di tutto.
<< Comunque >> disse alzandosi << È un bel nome T/n >> e se ne andò chiudendo la porta dietro di lui.
È vero è un bel nome
T/n pov's
Ero felice per quel messaggio ci pensavo e ripensavo.
Skip time
Mi preparai da mangiare perché era arrivata l'ora di pranzo e dei miei genitori adottivi ancora nessuna traccia, allora decisi di pranzare.
Mi preparai una ciotola di ramen fumante.
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Quando sentii il rumore delle chiavi che aprivano la porta, mi sentii gelare il sangue e posai le bacchette.
Non feci in tempo ad alzarmi che i miei genitori adottivi erano già entrati.
<< COSA FAI ADESSO TI METTI A PRENDERE INIZIATIVE SENZA IL NOSTRO PERMESSO? >> disse mio padre buttando a terra il ramen che mi bruciò un piede.
Guardavo fisso il pavimento mentre lui mi urlava addosso e mia madre guardava la scena divertita.
Quando finì di urlare mi tirò uno schiaffo sulla guancia e mi mandò in camera, ma mentre mi incamminai vidi che la porta era ancora aperta, allora mi ci fiondai, ma non feci in tempo ad uscire che qualcosa, o meglio qualcuno, mi tirò per il braccio e mi lanciò a terra riempiendomi di calci e pugni.
Andai in camera zoppicando e mi misi sdraiata sul letto.
Scoppiai in un pianto così rumoroso che dovetti soffocarlo con le mani, per paura che i miei genitori mi potessero sentire.
Mi piegai in due dal dolore e poi buio.
Capii solo quando mi svegliai che ero svenuta.
Sentii bussare alla porta tre volte e capii che dovevo andare.
Andai in cucina.
<< Pulisci lo schifo che hai lasciato e cucina il pranzo>> mi disse l'uomo che mi aveva massacrato poco prima, mentre guardava la tv.
<<...va...bene...>> dissi con voce tremante.
Finito di pulire preparai velocemente il pranzo per paura che mi potesse picchiare di nuovo.
Preparai anche il mio piatto, stavo per sedermi ma la voce dell'uomo mi fece fermare: ero come ghiacciata.
<< Credevo che avessi già mangiato>> disse lui.
<< ...Beh...io...>> sussurrai guardando in basso.
Non feci in tempo a dire altro che prese il mio piatto e lo buttò per terra graffiandomi la caviglia.
<<Allora ce l'ha proprio di vizio questo>> pensai.
<< PULISCI TUTTO, ORA!! E POI VATTENE IN CAMERA>> disse quell'uomo riprovevole.
Pulii tutto e mi ritirai in camera, come mi era stato imposto, aspettando in silenzio il prossimo ordine.
<< Non ne posso più, sono stanca di essere maltrattata tutti i giorni ed essere usata come una domestica>> pensai mentre stringevo i pugni.
Skip time
Venne sera, andarono a dormire e mi dissero di lavare i piatti.
Ancora dolorante, finii di lavare tutto e mi diressi verso la mia camera. Fu allora che vidi la porta di casa e rimasi a fissarla per un po', finché un colpo di tosse del mio presunto padre non mi riscosse: sobbalzai.
Allora entrai in camera, mi accasciai sul letto ancora dolorante, presi il telefono per vedere se avevo ricevuto un messaggio e rimasi a bocca aperta.