Capitolo 7

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Angolo Autore: So che l'età adulta di un Hobbit si raggiunge ai 33 anni, ma ho preferito fare a modo mio, scrivendo che la maturità dei due ragazzi sarebbe arrivata ai 18 anni. Non odiatemi, ma non volevo impicciarmi con le varie età e date.

...

Gli anni passavano in fretta nella Contea, e il tempo per arrivare a diciassette anni sembrò durare come un battito di ciglia. Le differenze si notavano facilmente. I nostri corpi si erano allungati, le nostre voci cambiate, i nostri volti anch'essi. Ma non ce ne eravamo neanche resi conto poiché ogni giorno lo passavamo insieme da semplici amici, migliori amici, fratelli.

Merry e Pipino non erano molto cambiati, erano i soliti combina guai di Hobbiville, ma la nostra amicizia non sarebbe finita sebbene non ci vedevamo così spesso. Io e Frodo invece, ormai cresciuti, passavamo le giornate tranquillamente, talvolta aiutavamo Bilbo con i lavori di casa. Io mi occupavo del giardino, Frodo invece si sedeva ai piedi di un albero a leggere, quando era libero. Si era letto ogni libro della libreria del signor Bilbo, così talvolta lo accompagnavo alla biblioteca di Hobbiville e lui prendeva in prestito un libro al giorno.

Bilbo stava invecchiando e noi non eravamo più bambini, dovevamo darci da fare, così lo aiutavamo in casa. Mio padre mi affidava vari compiti e lo stesso valeva per Frodo. Ma quell'anno sarebbe stato ancora più faticoso, me lo sentivo. Il raccolto aveva fruttato parecchio, il meglio che avessi mai visto, perciò, mentre mio padre lavorava, io dovevo impegnarmi a raccogliere i frutti che ci aveva donato il buon racconto. Frodo era determinato a darmi una mano, anche se gli continuavo a ripetere che non c'era bisogno che lui si stancasse per quello che avrei dovuto fare io, ma la sua testardaggine ebbe la meglio e non potei fare a meno di esserne felice. Con lui il lavoro sarebbe stavo molto meno noioso.

In quel momento eravamo nel campo di mio padre a raccogliere il grano e canticchiavamo canzoncine e filastrocche insegnateci da Bilbo per passare il tempo.

La Via prosegue senza fine
Lungi dall'uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con piedi alati
Sin all'incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? Nessuno lo sa.

La Via prosegue senza fine
Lungi dall'uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Presto, la segua colui che parte!
Cominci pure un nuovo viaggio,
Ma io che sono assonnato e stanco
Mi recherò all'osteria del villaggio
E dormirò un sonno lungo e franco.

Voltato l'angolo forse si trova
Un ignoto portale o una strada nuova;
Spesso ho tirato oltre, ma chissà,
Finalmente il giorno giungerà,
E sarò condotto dalla fortuna
A est del Sole, ad ovest della Luna.

"Quanto mancherà secondo te, Sam?" Mi domandò Frodo, dopo aver raccolto più di metà dell'intero campo.

Io diedi un occhiata veloce "Credo solo la parte più ad est, Padron Frodo."

"Bene, allora posiamo quello che abbiamo raccolto finora e dirigiamoci dall'altra parte. Ma prima..."

Lui mi guardò maliziosamente e io compreso subito che intendesse con quell'espressione.

"Pausa pranzo." Conclusi.

...

Una volta usciti dal campo ci togliemmo il sudore e dalle nostre fronti e tirammo fuori i panini che ci eravamo preparati quella stessa mattina.

Pranzammo e ovviamente non mancavano quegli sguardi che mi rendevano indiscutibilmente imbarazzato. Solitamente gli occhi di Frodo non mi lasciavano perplesso, non mi facevano arrossire. Ma da qualche tempo quelle iridi azzurre mi facevano uno strano effetto.
Non potei soffermarmi molto tempo su questi pensieri, poiché dopo pochi istanti, non appena Frodo ripulì il suo piatto si alzò di scatto.

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