Capitolo 15

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Ero seduta li sulla sedia con i gomiti sul tavolo, alzando la testa mentre guardavo Tony lavorare. Li faceva davvero freddo e ogni tanto avevo qualche brivido, ma ho cercato di non pensarci, anche se Tony sen'era accorto visto che mi ha passato un suo maglione e poi ha continuato a lavorare.
Ho notato che stava armeggiando con qualcosa che sembrava una mano rossa con un cerchio blu sul palmo.
"Cosa ci fai?" chiedo indicando il cerchio blu che continuava lampeggiare mentre continuavo a
fissarlo.
Tony sospirò profondamente come se fosse infastidito
dalla domanda, ma continuò a lavorare,
non mi guardò nemmeno, tenne solo gli occhi sulla mano di ferro di fronte a lui.
Inclinai la testa cercando di guardare cosa stesse facendo, ma non riuscivo ad avvicinarmi abbastanza.

Dopo alcuni secondi senza parlare, sospirò frustrato mentre si stropicciava gli occhi. Posò lo strumento che aveva in mano e si voltò verso di me, ma non lo guardai negli occhi, tenni gli occhi sulle mie mani.
"Sto cercando di aggiustare i repulsori in questo guanto, e non posso farlo se non c'è silenzio"
Tony finalmente mi risponde, ma non come mi aspettavo.

Di nuovo tornò il silenzio. L'unico suono nella stanza era lo scintillio degli strumenti di Tony o il suo grugnito che significava che qualcosa non funzionava.
Alzai la testa al suono dei passi che si sentivano scendere le scale, poi una
voce nervosa dalle scale.
"Tony, hai visto la bambina da qualche parte in per-"
Si fermò quando feci girare la sedia per affrontarlo. Era Steve, probabilmente era venuto a controllarmi ma non mi aveva vista.

"Si, è qui e sarei grato se la portassi da qualche altra parte", ha detto Tony agitando la mano verso di me dicendomi di andare senza
guardare lui o me.
"Vai a giocare con Steve o qualcosa del genere, sicuramente ti divertirai più che a stare qui" Mi ha detto, Steve mandò un occhiataccia a Tony, non sembrava molto felice.
Fissai Steve sperando che mi dicesse di restare, ma non lo fece così mi alzai lentamente dalla sedia. Mentre ero li mi sono quasi dimenticata di avere addosso il maglione.
Quindi ho iniziato a togliermi il maglione ma prima che potessi anche solo tirare fuori la testa Tony mi ha
fermato
"Tienilo, finirai per congelare senza quello"
Non ho potuto fare a meno di sorridere, cosi ho rimesso la mano nella manica, e sono andato alla porta, ma mi sono fermato e mi sono girato a guardare Tony
"Grazie, Tony" ho detto prima di salire le scale.
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(Pov Steve)
Ho aspettato che Ryn salisse prima di rivolgere gli occhi a Tony
"Non puoi farle questo"
"Cosa?"
"Questo!!"ho urlato
"Ho delle cose importanti che dovevo finire" ribatté Tony "L'ho lasciata sedersi qui con me non è abbastanza?"
"Oh davvero? Di cosa hai parlato, le hai parlato di qualcosa Tony o ti sei seduto qui e hai lavorato su cose importanti su cui dovevi lavorare invece"

"Steve non so come prendermi cura di un bambino, non posso farle da padre ok? Non so neanche da dove mi sia venuto di adottarla"
"Tony, come hai potuto dirlo! Forse dovresti conoscerla meglio prima di suggerire che non puoi farle sa padre"
Tony annui facendo un passo indietro con un lungo sospiro
"Jarvis dammi tutto ciò che trovi su di lei"
"Tony...intendo da vicino"
"Ma così è più facile"
"Non mi importa vai di sopra e parlale"
"Va bene, va bene, vado"
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(Pov Tony)
Sono salito di sopra e ho bussato alla porta di Ryn, ma non ho ricevuto risposta e sono entrato lo stesso.
Lei era seduta a terra con la schiena poggiata al letto mentre scarabocchiava qualcosa su un quaderno.
Mi sono avvicinato e mi sono seduto accanto a lei in silenzio
"Posso?" ho detto indicando il foglio su cui stava scarabocchiando.
Lei ha esitato e poi mi ha passato il quaderno.
Al centro c'era una piccola figura, il solito omino disegnato con delle linee e un cerchio, ma aveva un'espressione triste, e intorno era scarabocchiato a caso con un pennarello nero.
Ho sfogliato le pagine, ma i disegni erano quasi tutti così. Non ne trovavo un senso.
"Tony..." sussurrò
"Dimmi"
"Mi vuoi bene?"chiese incuriosita
Sbattei le palpebre un paio di volte mettendo da parte il quaderno.
Perché dovrebbe farmi una domanda del genere?
"Si..Perché?" chiesi
"Io...posso restare? O mi rimandi al laboratorio? Perché non voglio tornare indietro. Voglio stare qui" disse, con la faccia che si contorceva leggermente come se stesse per piangere.
"No. Non ti rimandiamo indietro. Tranquilla, resterai qui, ok?" Le ho detto gentilmente, ma lei non sembrava ancora del tutto convinta di questa risposta.
"Non mentire...Mentire è male." Ha detto
"Si, lo so, ecco perché non lo faccio."
"Quindi prometti?"
"Si promesso"




E ALL'IMPROVVISO ERAVAMO IN DUE -TONY STARKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora