Trecentoquarantanove giorni prima.
"Allora, hai finito con quelle stramaledette chiavi inglesi?" domandai esasperato, tenendo gli occhi puntati su Capelli di Merda intento a preparare la mia moto per la gara nella sua fottuta officina.
Per qualche assurdo motivo, quel coglioncello aveva deciso di entrare a far parte della crew, ed io non avrei potuto aspirare ad un meccanico migliore.
Non conoscevo un cazzo di quella fottuta testa rossa, ma di lui avevo capito tre cose fondamentali e oserei dire anche sufficienti.
Uno, era maledettamente appassionato di moto e molto più abile del previsto.
Due, era maledettamente gay.
Tre, era maledettamente luminoso e fastidioso, come il cazzo di sole.
"Certo che brontoli proprio bene, Biondino!" rispose sghignazzando e continuando ad armeggiare con la moto.
Mi stavo abituando, al movimento veloce delle sue mani, talmente tanto che vederlo ravanare tra gli ingranaggi del mio bolide non suscitava in me più nessun fastidio, solo mera soddisfazione ed eccitazione, in attesa del risultato finale.
Avevamo trovato un tacito compromesso, all'interno del quale lui apriva comunque la fogna per rompere il silenzio e le palle ma almeno evitava di farsi i cazzi miei.
Una convivenza adeguatamente bilanciata, seppur comunque fastidiosa.
Inoltre il Rosso non aveva inaspettatamente chiesto nemmeno uno spicciolo in cambio della sua presenza in pista in veste di meccanico ufficiale.
Ovviamente avremmo comunque smezzato il premio, che lui lo avesse voluto o meno.
Ero già troppo in debito con quel coglione."Ieri sera ho mangiato una bistecca davvero squisita, te l'ho detto?" riprese ad un certo punto il Rosso a macchinetta, provato da quei 15 maledetti secondi di sacrosanto e vitale silenzio.
"Mh, davvero interessante." mi sforzai io, con gli occhi piantati soltanto sulla mia moto.
"Era piena di salsa barbecue, cotta al sangue, ed alta come il mio mignolo, Bro! Uno spettacolo indescrivibile!"
inarcai un sopracciglio, un po' spaesato di fronte a quella dichiarazione d'amore nei confronti di una cazzo di fottuta, misera bistecca.
"Ma tu non scopi mai, vero?" ghignai divertito e dispettoso, allungando i piedi sul pavimento di merda dell'officina.
Vidi un'ombra di rossore attraversargli il volto, ed io trascorsi qualche attimo a complimentarmi con me stesso e con la mia lingua biforcuta per la battutaccia appena lanciata.
"E-ehm n-no.. Cioè, sì.. Cioè n-non proprio, insomma io.."
Proseguii, sempre più divertito dal suo imbarazzo.
"Vuoi per caso che ti presti una delle mie bimbe?"Il suo volto divenne ancora più paonazzo mentre lasciava cadere a terra la chiave inglese e portava la mano alla tasca destra dei pantaloni.
"H-ho bisogno di una sigaretta!" esclamò, fuggendo a gambe levate all'esterno dell'officina.
Rimasto solo, inspirai per un momento, senza levarmi il ghigno dalle labbra, crogiolandomi nella pace dell'allenatrice compiuta malefatta.
Ero riuscito nel mio maledettissimo intento.
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Taxi Cab - Kiribaku/Bakushima
Fiksi Penggemar"Potresti andare un po' più piano?" Sembra una barzelletta, una frase simile, uscita dalla mia cazzo di bocca. Proprio io, che ho sempre amato la velocità. Io, che ho sempre corso più rapido di tutto il resto del fottuto mondo. Io, che vivo costante...