CAP.1 APPARENZE, ILLUSIONI, DESIDERI

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Il sole splendeva alto nel cielo, il pomeriggio stava giungendo al termine lasciando spazio alle ombre della sera, le bancarelle dei cordai e dei sellai erano chiuse, la strada pressoché deserta. La lunga carrozza faceva il suo ingresso in città senza che nessuno potesse ammirare il miracolo d'ingegneria che essa rappresentava, la perfetta commistione di passato e futuro. Una struttura portante in legno in stile vittoriano di colore nero con laterne ad ogi angolo della carrozza, ruote di ultima generazione da far impallidire persino i veicoli delle metropoli, pneumatici privi d'aria capaci di sopperire ad ogni problema legato a forature o transito su terreni dissestati, dotata di rivestimenti rinforzanti su tutta la carrozzeria anti taglio e anti proiettile con sistemi autoriparanti annessi. Trazione animali di sei destrieri bianchi e alla guida un anziano cocchiere dalla folta barba bianca.

La carrozza attraversò tutta la via principale del villaggio, rumoreggiando, come se volesse attirare l'attenzione, farsi ammirare, per poi arrestarsi di colpo davanti alla locanda del cervo solitario, cuore pulsante del borgo, dalla quale proveniva un gran trambusto. Subito dalla carrozza uscirono due uomini avvolti da un lungo mantello nero, uno dei due aveva poco meno di trent'anni, alto e dal fisico longilineo, aveva lo sguardo assente, l'altro di pochi centimetri più alto, aveva un fisico più robusto e massiccio e a giudicare dalle prime rughe che iniziavano a spuntare sul suo viso doveva avere almeno dieci/quindici anni più dell'altro.

Il più giovane dei due si girò subito rivolgendosi al cocchiere:

"Vane ma dove ci hai portato? Questo posto sembra bloccato nel tempo. Non c'è nemmeno la luce elettrica. Sei sicuro che sia il posto giusto?"

"Corbezzoli, che malfidato questo ragazzo. Vi ho mai portato nel luogo sbagliato? Cavallini miei avete mai sbagliato strada voi?" il vecchio tese l'orecchio verso i cavalli in attesa di una risposta

Il giovane nel mantello nero lo interruppe prima che un responso equestre potesse giungere all'orecchio del cocchiere "Si, e anche più di una volta" disse stizzito dai modi di fare stravaganti del vecchio

"Controlla sul tuo omnitek se non ti fidi, brutto insolente che non sei altro" rispose Vane infuriato, agitandosi come se il suo corpo fosse strattonato dalla carrozza

"Lo farei se il localizzamento digitale funzionasse in questo posto sperduto" ribatté quello irritato

"Calma, calma, non serve agitarsi. Entreremo dentro e cercheremo delle informazioni" si intromise il terzo cercando di placare gli animi senza grande successo.

"Voglio almeno 100 criptocoin per il lungo viaggio e altri 70 per il noleggio della Strerrozza" urlò Vane

"Li avrai quando l'operazione sarà conclusa" disse il giovane con tono deciso e fece per entrare nella locanda.

"Non lo sopporto questo vecchio pazzo" commentò tra sé aprendo la massiccia porta in legno.

Era passata circa un'ora dal loro ingresso nella locanda, le numerose candele e l'ampio camino presente in fondo alla stanza rappresentavano l'unica fonte di luce. Una penombra quasi magica avvolgeva tutto creando un'atmosfera di un altro mondo. Gli abitanti del villaggio bevevano e brindavano, mangiavano e rumoreggiavano senza sosta, mentre i due forestieri, seduti ad un tavolo defilato, non aprivano bocca da quando erano entrati. Fino a che il più anziano dei due ruppe il silenzio:

"Sembri molto colpito Noel"

"Pensieroso" rispose l'altro non distogliendo lo sguardo dai commensali

"E a cosa pensi?"

"A quanto siano diversi da noi. Sono li che festeggiano, come se il cenare fosse un evento straordinario. Ma poi anche questo posto... "

I girovaghi di DanasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora