Il sole cominciava a tramontare e una vita quella sera sarebbe tramontata con lui. I due contendenti si ergevano uno contro l'altro nell'ampia pianura come statue in una grande piazza vuota. Nessuno dei due lasciava trasparire la minima emozione. Silenzio assoluto, anche il bosco non osava parlare, tutte le sue creature erano muti spettatori dello spettacolo che stava per avere inizio. Si alzò il vento, la giacca da bambino di Matts si mosse, il fruscio dell'erba e delle foglie degli alberi si unì al garrito dell'impermeabile nero di Noel gonfiato dalle correnti d'aria. Uomo, natura, macchina tutto era unito in quell'evento straordinario e irripetibile. Sembrava quasi che gli Antichi volessero che nulla intralciasse il flusso degli eventi. I due corpi erano tesi con le braccia protese per prendere la mira. Dopo attimi interminabili di silenzio e di sguardi Matts prese l'iniziativa:
"Devo ammettere che hai proprio coraggio Noel Nihil, nonostante tu sappia di non poter far nulla sei comunque qui"
"La speranza è sempre l'ultima a morire" rispose sarcasticamente
"Pff, la speranza, la peggiore delle illusioni. Sei ancora in grado di illuderti?"
Noel non rispose
"Te l'ho letto negli occhi, fin dal primo momento che ci siamo visti ho capito quanto io e te fossimo simili. Anche tu hai compreso la vuotezza di ogni cosa, senti il peso della gratuità di tutto. Nel tuo viso ora leggo l'indifferenza assoluta, anche difronte alla morte"
"Perché fai tutto questo? Uno con le tue potenzialità perché si è ridotto a fare il criminale in un posto così sperduto nelle terre libere?" questa volta fu Noel ad incalzare il suo avversario
"E' una lunga storia...Secoli fa quando ero realmente solo un bambino mi avventuravo in questo bosco, la fonte che si celava nel cuore di esso era l'ossessione dei miei genitori, l'illusione attorno a cui ruotava la loro vita. Di me
non gli importava nulla, quella era la loro unica preoccupazione. La preoccupazione per far cessare ogni loro preoccupazione, paradossale e folle non trovi? Noel poteva scorgere negli occhi di Matts una goccia di delusione, a distanza di secoli il pensiero dei suoi genitori ancora gli procurava dolore.
"La magia che permea il bosco non fece mai trovar loro ciò che cercavano. Un giorno decisi di addentrarmici da solo, pensavo che se l'avessi trovata io avrei avuto il loro amore in eterno. Ero solo un uomo, più che uomo, un bambino e anche io vivevo per un'illusione. Una volta dentro mi persi e per giorni rimasi intrappolato lì fino a che in fin di vita trovai la fonte, probabilmente lo spirito degli Antichi era stato commosso da quella che sarebbe stata la mia sorte. Tornato a casa da immortale raccontai tutto ai miei genitori che non si erano nemmeno accorti della mia assenza e, dopo avergli raccontato ciò che mi era successo, andarono su tutte le furie e mi cacciarono di casa sentendosi profondamente derisi, tale era l'ossessione per la loro illusione. Non mi diedero nemmeno la possibilità di dimostrarglielo. Non avevo più niente e iniziai a vagare per questo continente per secoli, visitando luoghi e conoscendo persone considerati straordinari illudendomi infinte volte che loro avrebbero potuto colmare quel senso di nulla che provavo, quella voragine che cercavo di tappare. Ma ogni volta ne uscivo solo che deluso e ancor più senza speranza. Né le imponenti Metropoli simbolo della potenza divina dell'uomo, né i grandi saggi di ogni epoca considerati la punta di diamante dell'umanità sono riusciti ad emozionarmi a comprendermi e a spiegarmi il perché dell'esistenza. Tutte le illusioni che tengono in vita l'uomo che lo mandano avanti: l'amore, i desideri, i sogni, la religione, la giustizia, tutto si è incrinato a poco a poco per poi crollare su sé stesso, come un castello di cristallo. Arrivai all'apatia assoluta. Tornai in questo bosco e anche io diventai un vegetale, nulla aveva un senso tanto valeva non far nulla, e rimasi lì, immobile, per decenni. Dei rampicanti cominciarono persino a crescermi intorno al corpo, fino a che un giorno un insetto cominciò ad infastidirmi. In quei decenni mi era già capitato che insetti e animali mi camminassero addosso, mi pungessero e mi infastidissero, ma quel giorno, non so proprio perché, non ne potevo più e così lo uccisi. Quel gesto mi diede una leggera scarica di vita, aveva un sapore dolce ma non capivo a cosa era dovuto. Ci vollero mesi ma alla fine compresi che l'ultima cosa in grado di farmi sentire vivo era il male e più lo perpetravo più ne ero assuefatto, più percepivo la mia supremazia più ne volevo. Il male è come un dolce prelibato, all'inizio quasi non vorresti assaggiarlo consapevole che ti farà male ma poi cedi e ne assaggi un pezzetto. Il gusto ti esplode in bocca e provi un atavico piacere. Vorresti evitare di prenderne un altro in preda ai sensi di colpa, ma poi desideroso di provare quel piacere di nuovo ne prendi un secondo, un terzo, poi ne vuoi metà e alla fine lo brami tutto. Così non potendomi togliere la vita ho deciso di toglierla agli altri. Ora ho iniziato a pensare in grande, in quel capannone, oltre ai disturbatori EMP, chiuse in quelle enormi casse ci sono attrezzature di ogni sorta per sterminare l'intero villaggio. Dopo essermi liberato di te potrò dedicarmi alla mia arte, mortifera ma allo stesso tempo vitale. Ora che sai la mia storia toglimi una curiosità, cos'è che ti spinge a vivere? Desideri forse qualcosa?"
"Mentirei se ti dicessi di no"
"Dovevo aspettarmelo, c'è ancora qualcosa che ti tiene legato a questo mondo. Il desiderio della felicità è l'ultimo fantasma che non hai ancora sconfitto. Vorrà dire che uccidendoti farò un bene ad entrambi, perché se dovessi riuscire a realizzare ciò che speri ti renderai conto che quello che hai tanto voluto non valeva nulla, polvere per la polvere. E allora sai cosa farai? Desidererai un'altra cosa e passerai il resto della tua vita a cercare di realizzarla. Così ha inizio la spirale di insoddisfazione. I desideri degli uomini sono infiniti, l'insoddisfazione e l'infelicità sono congenite alla sua natura, l'unico modo che ha per vivere sono le illusioni ma i tuoi occhi sono sempre meno annebbiati da esse. L'unico modo per mettere finire al dolore è cessare l'esistenza"
"Ma c'è sempre la speranza, l'ultima illusione salvifica dell'uomo e anche tu nel profondo del tuo cuore speri che io possa darti ciò che più brami: la morte"
Un sorriso compiaciuto comparve sul volto di Matts. Il tempo delle parole era
finito l'ora della resa dei conti era scoccata.
Premettero i grilletti dopo aver mirato a parti vitali differenti. Il proiettile di Noel centrò il suo bersaglio in piena fronte mentre quello dell'eterno bambino raggiunse il suo avversario nel cuore. Per un istante Matts credette di aver vinto quando vide il cacciatore di taglie a terra per il colpo, ma ciò che non sapeva era che coperta da quell'impermeabile nero c'era l'armatura hi-tek di Owen e quando Noel si rialzò, cominciò a sentire che le sue forze lo stavano abbandonando.
Dopo che il proiettile imbevuto del potere degli Antichi gli si conficcò in fronte l'eterno bimbo cadde a terra in preda agli spasmi. Le sue membra si raggrinzirono a vista d'occhio, i capelli divennero prima grigi poi bianchi e infine caddero. Un'intera esistenza condensata in pochi attimi.
"Finalmente potrò morire anche io" sussurrò il Matts prima di esalare l'ultimo respiro.
"Il tuo ultimo desiderio è stato realizzato. Abbandona questo mondo e sii felice".
(Finale)
Grazie a David la notizia della morte del terribile Matts si sparse per tutta Nejora in pochissimo tempo. La ripartenza della Strerrozza fu salutata con una grande festa, la più sincera e gioiosa che il villaggio abbia ricordato. Noel e Owen seduti affianco a Vane sul panchetto del cocchiere salutavano la folla godendosi le meritate celebrazioni. David correndo come un ossesso raggiunse i cavalli al trotto.
"Grazie di tutto e scusatemi se ho cercato di uccidervi, sono errori di gioventù che capitano" gridò sarcastico cercando di superare il frastuono dei festeggiamenti
"Vedi di comportarti bene e di prenderti cura di Freik altrimenti torno in questo postaccio e ti lego in testa ai cavalli" lo minacciò Vane che si era molto affezionato al ragazzo pur non volendo assolutamente mostrarlo
"Lo farò promesso!" .
La carrozza stava per concludere la via principale da cui era arrivata la prima volta, i rumori dei festeggiamenti cominciavano già a diminuire di intensità per la lontananza. Vane era sul punto di spronare i cavalli quando una donna in lacrime ci tenne a voler ringraziare i salvatori di Nejora.
"Grazie, grazie infinte non vi potrò mai ringraziare abbastanza. Siete degli eroi!"
"No signora non siamo degli eroi" le rispose Noel dalla carrozza "Siamo dei girovaghi questa è la nostra vita".
STAI LEGGENDO
I girovaghi di Danas
FantasyI girovaghi di Danas è un ciclo di racconti che ha come protagonisti Noel Nihil e il suo socio Owen Peace, due cacciatori di taglie che si spostano di villaggio in città alla ricerca di criminali a bordo della loro peculiare carrozza, la Strerrozza...