Capitolo uno

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Le mura di Hogwarts erano state ricostruite, ma Hermione non vedeva altro che macerie. Le bastava solo chiudere gli occhi e tutti quei muri crollavano come castelli di carta, seppellendola sotto strati e strati di ricordi.

Il sorriso di Fred.

I capelli colorati di Tonks.

Il viso segnato di Remus.

Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi, cercando di ricacciare indietro le lacrime e i volti.

Soprattutto i volti.

Prese un respiro profondo, rimproverandosi mentalmente. Non poteva permettersi di perdere il controllo e non solo perché rischiava di arrivare in ritardo a lezione per la prima volta nella sua vita, ma perché se avesse permesso alle emozioni – ai volti – di riemergere, soffocarli avrebbe richiesto più tempo di quanto potesse concedersi.

Uscì dal cunicolo in cui si era rintanata, appoggiandosi con le mani ai lati di uno dei lavandini e fissando la sua immagine riflessa allo specchio. La ragazza che ricambiava il suo sguardo non poteva avere più di diciannove anni, ma sembrava molto più vecchia e non solo per colpa delle occhiaie livide e della pelle pallida. Era lo sguardo, spiraglio sull'orrore celato dietro la maschera, a svelare la verità. Una verità che aveva cercato di ignorare sin dalla fine della Guerra, forse anche da prima, ma che era sempre lì, in attesa di un suo momento di debolezza per tornare a galla.

Si passò una mano sul viso, quasi volesse strapparsi di dosso la sua stessa pelle, troppo fragile per riuscire a contenere tutti gli strascichi della Guerra, gli incubi e le macerie che non sarebbero più tornate a essere muri.

Con le dita che le tremavano aprì il rubinetto e si sciacquò il volto, uscendo poi dal bagno a passo svelto, la borsa con i libri che le sbatteva contro una coscia mentre attraversava i corridoi e raggiungeva l'Aula di Trasfigurazione, scivolando tra gli studenti fino ad accaparrarsi un posto in prima fila, la testa bassa per evitare di incrociare gli occhi dei suoi compagni e le loro parole vuote. Non che non apprezzasse i tentativi dei pochi che avevano il coraggio di avvicinarla, ma lo sforzo che faceva per cercare di simulare la normalità necessaria a sopravvivere alla conversazione la lasciava sempre esausta. E poi, ovviamente, c'erano i bisbigli.

Slytherin's Secret | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora