Settembre 1998
Hermione Granger torna ad Hogwarts per frequentare il settimo e ultimo anno, decisa a riprendere in mano la sua vita nonostante le cicatrici che la guerra ha lasciato su di lei e su tutto il Mondo Magico, mentre Draco Malfoy combatte...
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Hermione camminò lentamente tra gli scaffali, gli occhi che scorrevano velocemente sui dorsi dei volumi. Non sapeva neanche lei cosa stesse cercando, sapeva solo che non poteva smettere di farlo. Sin da quando era uscita dall'ufficio della McGranitt dopo l'attacco, ormai due settimane prima, non aveva fatto altro che cercare una soluzione alla loro situazione, spendendo intere notti a leggere libri e pergamene, ma senza risultato. Sbuffando, si fermò e afferrò un libro a caso, aprendolo sull'indice, nella speranza di imbattersi in qualcosa che facesse scattare qualche recondito meccanismo del suo cervello, ma senza successo. Riprese a camminare, respirando a pieni polmone l'odore confortante di carta e inchiostro, che come sempre riuscì a calmare – anche se non molto – la sua mente tumultuosa. Non per la prima volta negli ultimi giorni, si ritrovò a rimpiangere l'assenza dei suoi migliori amici.
Cosa farebbe Harry in questa situazione?
Probabilmente le avrebbe sorriso e detto che sarebbe andato tutto bene, raccomandandole di fidarsi dei professori e delle sue capacità, e avrebbe avuto ragione. Peccato che quella consapevolezza non stesse facendo poi molto per rincuorarla. Scacciando il profondo senso di nostalgia che l'aveva invasa, continuò a camminare, fermandosi solo quando vide una figura dall'aria familiare seduta a uno dei tavoli.
«Timothy?»
Il ragazzo sussultò e alzò il viso, gli angoli della bocca che si sollevavano leggermente. «Caposcuola Granger. Prego, siediti.»
Hermione lo ringraziò e si accomodò di fronte a lui. «Come stai?», chiese a bassa voce, lanciando occhiate intorno per assicurarsi che nessuno fosse a portata d'orecchio.
«Meglio, grazie. Madama Chips si è occupata dei lividi.»
«Ci sono novità sulle tue ricerche?»
Il ragazzo fece una smorfia. «Temo di no, ma non ho alcuna intenzione di arrendermi e neanche il corpo insegnanti.»
Hermione nascose la preoccupazione dietro un sorriso. «Naturalmente. C'è qualcosa che posso fare per aiutarti?»
