Parte prima

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Sentivo il sole caldo e leggero entrare dalla finestra, intorno a me il silenzio...
Poi un rumore assordante si fece spazio nella mia testa, una bomba? I ladri? Un trapano?
Allungai la mano cercando il telefono e solo in quel momento mi resi conto che tutto quel trambusto era provocato dalla sveglia impostata sul mio cellulare. Restai per una decina di minuti a fissare il soffitto cercando di capire che giorno fosse, dopo aver fatto, più o meno, mente locale iniziai ad alzarmi con molta fatica e poca voglia, in poco tempo mi ritrovai in cucina a fare colazione, bevvi il mio latte caldo e come faccio di solito mangiai i biscotti alla cannella fatti da mia nonna e poi andai in bagno, mi lavai i denti, la faccia, applicai il siero purificante e poi la crema idratante all'aloe, indossai la divisa, acconciai i capelli pel di carota in uno chignon basso ed ero pronta per andare a lavoro.
Ero un tenente e lavoravo per la polizia di Oxford.
Varcai la porta del grande edificio e mi diressi direttamente alla mia scrivania.
Dopo pochi minuti sentii il telefono squillare e il vicequestore rispondere.
-Centrale di Polizia di Oxford, parla il vicequestore Osth, chi è all'apparecchio?... Oh salve prefetto, mi dica... Un delitto?!... Dove?... Perfetto, mi ci recherò subito... Si, arrivederci prefetto... Arrivederci-
-Tenente Michtell! Venga con me c'è un caso da risolvere- Mi richiamò il vicequestore.
-Subito, il tempo di prendere il cappello- Risposi alzandomi dalla sedia.
-Si sbrighi, il medico legale ci sta aspettando-
-Arrivo- Dissi io educatamente ma molto scocciata, era un uomo intelligente, di bell'aspetto ma odiavo il suo modo di trattare tutti, in particolare noi donne.

Salimmo sulla volante della polizia e in un quarto d'ora circa arrivammo davanti a una villetta unifamiliare costruita in legno, era una casa estremamente curata.
-Allora tenente, lei vada a interrogare i testimoni mentre io parlerò con il mecico legale-
-Dottor Singh cosa mi dice del cadavere?- Dal mio posto riesco a sentire la loro conversazione.
-Osth, c'è poco da dire, cianuro, assunto credo nel caffè, escluderei un suicidio perché provoca una morte lenta, dolorosa e ricca di agonie-
Il dottor Singh era un signore anziano e pieno di esperienza e dotato di una folta barba bianca. Osth di lui si fidava ciecamente.

Nel frattempo io iniziai a interrogare i testimoni, il primo è stato un caro amico del defunto.
-Salve, lei è il signor Paynd?-
-Si, sono io, con chi ho il piacere di parlare?-
-Io sono il tenente Michtell, sono qui per farle qualche domanda sul suo amico Rien. Quest'ultimo, recentemente, era cambiato o sembrava preoccupato?-
-No, era la stessa persona di sempre, solare, scherzosa...-
-Grazie per l'informazione, un'ultima domanda, Rien aveva dei nemici?-
-No, assolutamente, gli volevano tutti bene. Di tanto aveva delle reazione esagerate ma restava lo stesso. Sa, lo avevo conosciuto alle scuole medie, faceva impazzire tutti i professori, nonostante questo riusciva a farsi amare da ogni persona, dopo quarant'anni è ancora così-
-La ringrazio per avermi dato queste informazioni, arrivederci-
Il signor Paynd era un cinquantenne molto sveglio con la pelle chiara, magro, aveva gli occhi azzurri ed era estremamente alto.

Dopo esser uscita dalla stanza iniziai a cercare il signor Floowe.
Lo trovai in una stanza intento a chiacchierare con la moglie e altre due ragazze che dovevano essere le governanti, Rebecca e Alyssa.
L'uomo era basso, con gli occhi chiari e dimostrava molti più anni di quelli che in realtà aveva, non era attraente,  contrario sua moglie Julia possedeva molto fascino, minuta, capelli neri come la pece e con degli occhi che sembravano brillare di luce propria.

L'interrogatorio che fino ad allora non aveva rivelato niente di nuovo fu interrotto da un malessere della povera Julia.
Il dottor Singh era ancora in casa firmò un altro certificato di morte, anche in  questo caso la causa del decesso era il cianuro.

Dopo aver finito di interrogare persone rimaste vive iniziai a fare un giro della casa e rimasi a osservare delle foto. Una in particolare attirò la mia attenzione, era una foto di almeno trent'anni prima nella quale comparivano Rien e Julia, sembravano star bene, si abbracciavano e sullo sfondo c'era un bel vedere situato in Italia, sul retro c'era scritto il luogo in cui era stata scattata, Siena.
Appena la vidi la presi e la misi istintivamente nel cappello che tenevo sottobraccio e me ne andai verso casa. Non sapevo perché avessi presi quella foto ma sapevo che era importante, me lo sentivo.

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